giovedì 26 febbraio 2009

Protezione Civile Calabria


SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE (SITgE)

Il Sistema Informativo Territoriale per la Gestione delle emergenze della Protezione Civile della Regione Calabria, è un Sistema di Supporto alle Decisioni, per la gestione unitaria e centralizzata di tutte le informazioni e le procedure operative che concorrono alle attività di pianificazione, prevenzione ed intervento durante e post emergenza.

Il sistema è basato su tecnologia WEBGIS e consente l’inserimento e la condivisione di informazioni necessarie alla gestione delle emergenza da parte di tutte le componenti del sistema nazionale della protezione civile, per come definite dall’art. 6 della legge n. 225 del 24 febbraio 1992.

Il corretto e continuo aggiornamento dei dati all’interno del sistema costituisce un elemento esenziale ai fini dell’ottimizzazione degli interventi di protezione civile durante le emergenza. È infatti importantissimo che, soprattutto in tempo di pace tutte le informazioni siano correntemente inserite ed aggiornate nel sistema, in modo che esse possano essere rapidamente reperite all’occorrenza.

Il sistema è basato sul Metodo Augustus, per funzioni di supporto, per come definito dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.

Il sistema per come strutturato, costituisce anche un valido supporto alla pianificazione comunale di emergenza, per come indicato nelle deliberazioni della giunta regionale n. 172 del 29 marzo 2007 e 472 del 24 luglio 2007.

L’accesso al sistema è limitato alle sole componenti del sistema di protezione civile per come definite dalla legge n. 225/92.

Tutti i soggetti interessati all’accesso al sistema possono richiedere la password di accesso:

indirizzo e-mail sitge@protezionecivilecalabria.it,
oppure via fax ai nr. 0961-769044 e 0961-531121
L'autoprotezione

Il sistema di protezione civile, per quanto efficiente ed organizzato, non può raggiungere ed assistere tutte le persone colpite in un tempo ragionevolmente basso.

Perchè non può essere dappertutto e perchè gli eventi (soprattutto quelli sismici) possono presentarsi in maniera improvvisa ed imprevedibile. Possono così trascorrere ore e talvolta giorni prima che tutte le vittime ricevano un aiuto commisurato alle loro necessità.

Per questo motivo è importante che, almeno nei primi momenti dopo l'evento ciascuno di noi sappia come comportarsi per mettersi in sicurezza e ridurre al minimo i disagi provocati dall'evento

Ognuno di noi deve essere informato sui rischi a cui è esposto il territorio in cui vive e lavora e come deve comportarsi in caso di emergenza.
L'autoprotezione è un concetto estremamente importante perchè riguarda tutti noi

Ciascuno di noi è il primo operatore di protezione civile e deve sapere come comportarsi per aiutare, soprattutto nei primi momenti dopo l'evento, se stesso e gli altri.
Rischi: sismico
il rischio sismico in Calabria

Allo stato attuale delle conoscenza, il terremoto è un fenomeno non prevedibile e generalmente di breve durata (qualche decina di secondi) che può avere effetti devastanti, come la storia anche recente ci ricorda. L'impossibilità di prevedere i terremoti determina, ancor più che per gli altri rischi, la necessità di un'accurata ed estesa opera di prevenzione, consistente in un controllo continuo del livello di sicurezza sismica delle strutture ed in piani di emergenza per gestire in maniera rapida ed efficiente i soccorsi alle popolazioni colpite.

La Calabria è una tra le Regioni italiane a maggior rischio sismico.
La recente riclassificazione sismica del territorio nazionale, effettuata ai sensi dell'ordinanza n. 3274 del 20 marzo 2003 ha classificato l'intero territorio nazionale in quattro zone indicate con i numeri da 1 (a maggior rischio) e 4 (a minor rischio). I 409 comuni calabresi ricadono tutti nella zona 1 o 2, precisamente 261 ricadono nella zona 1 e 148 nella zona 2.
Come si può notare dalla classificazione dell'intero nazionale da parte del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, la Calabria è l'unica Regione Italiana ad essere interamente compresa nelle zone 1 e 2. La categoria di appartenenza di tutti i comuni calabresi è riportata nell'allegato elenco e nella mappa.

Negli ultimi decenni non si sono verificati in Calabria sismi di forte intensità, ma nel passato, la Calabria è stata teatro di alcuni tra i sismi più catastrofici verificatisi in Italia che hanno provocato decine di migliaia di vittime e la distruzione di interi centri abitati. La seguente tabella (tratta dal Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia Orientale pubblicato nel 1999 dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, dal Dipartimento della Protezione Civile e dal Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti del CNR) riporta i più gravi eventi sismici che hanno interessato la Calabria nell'ultimo millennio

1184 IX-X Terribile terremoto nella valle del Crati, che provocò gravissimi danni a Cosenza, dove crollò la cattedrale, a Bisognano, San Lucido e Luzzi
27.03.1638 XI Violento terremoto che colpì particolarmente la zona di Nicastro; i morti furono diverse migliaia. Il 9 giugno un nuovo terremoto provocò danni nel crotonese.
05.11.1659 IX-X Forte terremoto che interessò la Calabria centrale nell'area compresa fra i golfi di Sant'Eufemia e di Squillace; le vittime furono più di 2000
1783 XI Fra febbraio e marzo del 1783 un violento periodo sismico interessò la Calabria meridionale ed il messinese, provocando la distruzione di moltissime località e danni gravissimi in molte altre; moltissime repliche si ebbero nei mesi e negli anni successivi. I morti furono più di 30.000
1832 X Terremoto che provocò gravi danni ad una cinquantina di località, prevalentemente nel crotonese; più di 200 le vittime.
25.04.1836 X Terremoto che colpì il versante ionico della Calabria settentrionale, con gravissimi danni a Crosia e Rossano: le vittime furono oltre 200
12.02.1854 Terremoto nel cosentino: effetti distruttivi si ebbero nell'alta valle del Crati; i danni furono gravi anche a Cosenza. Le vittime furono circa 500
4.10.1870 X Terremoto nell'area cosentina (già colpita dall'evento del 1854), fra le alte valli del Savuto e del Crati, con oltre 100 vittime.
4.10.1870 X Violento terremoto nella Calabria centrale, avvertito in tutta l'Italia meridionale e nella Sicilia orientale: danni gravissimi e più di 500 vittime
28.12.1908 XI Terremoto calabro-messinese: Reggio Calabria e la parte bassa di Messina vennero rase al suolo; le vittime furono oltre 80.000, di cui circa 2.000 inghiottite dall'onda di maremoto (tsunami).
Rischi: sismico
Cosa fare in caso di terremoto

DURANTE IL TERREMOTO

Nel caso di un evento sismico è importante soprattutto mantenere la calma, spesso il panico ha provocato vittime.

Cosa fare se si è in casa
- ripararsi sotto archi, architravi, strutture portanti in cemento armato, tavoli, letti o raggiungendo gli angoli della stanza verso i muri maestri dell'edificio.
- non usare le scale, queste infatti sono molto fragili e potrebbero crollare da un momento all'altro.
- non usare gli ascensori, si possono bloccare per la deformazione delle guide o per mancanza di energia elettrica, o addirittura precipitare.
- allontanarsi dalle parti pensili della casa, come balconi, da pareti divisorie, mensole, scale, finestre, porte e vetri (per il pericolo che questi si rompano), mobili pensili, scaffalature, lampadari, impianti elettrici volanti da cui si possono ricevere scariche elettriche o che possono originare incendi.

Cosa fare se si è all'aperto
- allontanarsi da costruzioni, muri di recinzione, cancellate, alberi, linee elettriche, telefoniche, portandosi al centro della strada e raggiungere possibilmente luoghi aperti (giardini, piazze, parchi etc.;
- non sostate lungo i muri delle case per evitare di essere colpiti dalla caduta di tegole, cornicioni o camini;
- allontanarsi dalla riva del mare per il pericolo che, in tempi più o meno ravvicinati, si possano avere maremoti.

Cosa fare se si è alla guida di un veicolo
- fermarsi appena possibile in zone aperte, lontano da ponti, cavalcavia, viadotti, sottopassaggi da ripide scarpate, da cui si possono staccare smottamenti di terreno e frane, e rimanere a bordo.


DOPO IL TERREMOTO

Appena terminato l'evento sismico
- verificare se nelle vicinanze ci sono persone ferite che hanno bisogno di soccorso ed eventualmente:
- cercare di tamponare eventuali fuoriuscite di sangue premendo sulla zona ferita ed a monte di essa;
- non spostare persone gravemente colpite, a meno che non vi siano pericoli incombenti di crolli che possano aggravare le loro condizioni;
- in caso di persone che manifestano segni di soffocamento, effettuare la respirazione bocca a bocca;
- cercare di tamponare la fuoriuscita di sangue, premendo sulla zona ferita ed a monte di essa;
- mantenere sempre la calma ed essere rassicuranti.

Successivamente:
- controllare se vi sono pericoli incombenti di crolli ed eventualmente aiutare le persone in difficoltà a spostarsi verso aree aperte;
- controllare se vi sono danni agli impianti ed alle apparecchiature d'uso domestico. In caso di guasto all'impianto elettrico, staccare immediatamente la corrente;
- controllare immediatamente l'impianto del gas: se vi sono perdite chiudere immediatamente il rubinetto di arresto;
- all'aperto non accostarsi a linee elettriche crollate e ad oggetti ad esse vicine;
- non usare telefoni privati se non per gravi motivi di necessità (motivi di salute, incendi, delitti ecc) per non sovraccaricare le linee;
- tenersi aggiornati con le informazioni diffuse da radio e TV;
- non andare verso le aree più colpite dal terremoto per evitare pericoli a se stessi e intralcio agli altri;
- collaborare per tenere accuratamente libere le strade per i soccorsi; evitare quindi di mettersi in movimento con automezzi privati se non per gravi ed urgenti motivi;
- collaborare, se si è in grado, ai soccorsi;
- prepararsi alle eventuali scosse di replica: esse saranno in genere d'intensità minore della scossa principale; potranno verificarsi anche per mesi ed arrecare ulteriori danni.
Rischi: idrogeologico
Il rischio idrogeologico in Calabria

La quasi totalità del territorio calabrese è interessata da fenomeni di dissesto idrogeologico. Il territorio calabrese è infatti un territorio con forti dislivelli (in vari punti della Regione si passa in pochi chilometri dal mare alla montagna) e geologicamente "giovane", per cui la conformazione del territorio è spesso soggetta a modifiche naturali. La vulnerabilità del territorio calabrese al rischio idrogeologico è storicamente nota, a tal proposito è utile ricordare la definizione del Giustino Fortunato che già nel secolo scorso definì la Calabria "uno sfasciume pendulo sul mare". Numerosi sono gli eventi di dissesto idrogeologico verificatisi in Calabria che hanno provocato numerose vittime e danni molto elevati alla già debole economia regionale. Basta ricordare a tal proposito le disastrose alluvioni del 1951, del 1972-73, ma anche i recenti fenomeni alluvionali che hanno interessato Crotone nel 1996 e Soverato nel 2000. Negli ultimi decenni, il progressivo abbandono dei territori montani, la progressiva urbanizzazione di aree un tempo disabitate (frutto spesso di uno sviluppo urbanistico dissennato e dell'abusivismo) che ha interessato spesso aree in prossimità dei corsi d'acqua o di zone in frana, ha aumentato notevolmente l'esposizione del territorio al rischio idrogeologico. In questo senso emblematica appare la tragica alluvione di Soverato del 12 settembre 2000, causata dalla presenza di un campeggio in prossimità del torrente Beltrame.

Il continuo verificarsi di questi episodi ha aumentato la sensibilità verso il problema e sta producendo un cambio di rotta culturale: non ci si deve limitare più solamente sulla riparazione dei danni ed all'erogazione di sostegni economici alle popolazioni colpite , ma occorre creare cultura di previsione e prevenzione, diffusa a vari livelli, imperniata sull'individuazione delle condizioni di rischio ed all'adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell'impatto degli eventi. A seguito dell'emanazione della legge n. 267 del 3 agosto 1998 (legge Sarno), quasi tutte le regioni italiane hanno perimetrato le aree a rischio idrogeologico elevato o molto elevato. In Calabria l'Autorità di Bacino Regionale ha pubblicato nel 2001 il PAI, Piano di Assetto Idrogeologico Regionale che ha posto vincoli alla realizzazione di opere nelle aree a rischio elevato o molto elevato di alluvione o di frana.

Parallelamente è stato notevolmente potenziato il sistema di allertamento per preannunciare possibili fenomeni di dissesto idrogeologico e porre in atto tutte le iniziative necessarie a mettere in sicurezza la popolazione durante il verificarsi di eventi calamitosi. Il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile ha costituito la rete dei Centri Funzionali, che, ai sensi della Direttiva del Presidente del Consiglio del 27.02.2004, gestisce il sistema di allertamento sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile.

Lo stato della rete dei Centri Funzionali è diverso nelle varie Regioni italiane. Nella Regione Calabria, il Centro Funzionale, istituito fin dal settembre 2000 con l'ordinanza di protezione civile n. 3081 del 12/09/2000 è stato recentemente trasferito al Settore Regionale di Protezione Civile (con deliberazione della giunta regionale n. 974 del 22.11.2005) ed ha avviato le procedure per ottenere la dichiarazione di operatività ai sensi della Direttiva PCM 27.02.2004. Nel frattempo in ottemperanza a quanto previsto dalla suddetta Direttiva PCM 27.02.2004 il sistema di allertamento viene gestito sulla base degli avvisi meteo e degli avvisi di criticità emessi dal Centro Funzionale Centrale del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile che vengono adottati e trasmessi ai comuni ed agli altri enti competenti dalla Sala Operativa Regionale di Protezione Civile.
Cosa fare in caso di frana o alluvione

In questa sezione vengono riportate le indicazioni fornite dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile sul comportamento da tenere prima durante e dopo fenomeni di dissesto idrogeologico.

Una delle risorse più importanti per affrontare eventi estremi di natura idrogeologica e idrica, è l'informazione.
Conoscere le caratteristiche del rischio, l'ubicazione delle zone nelle quali possono avvenire frane o alluvioni, sapere se esiste un piano di emergenza sono tutti elementi da conoscere prima di affrontare una eventuale emergenza.

E' importante comprendere l'estrema rilevanza della prevenzione al fine di ridurre le condizioni di rischio. Inoltre, è di importanza vitale sapere anche come comportarsi durante e dopo l'emergenza, mettendo in atto quei provvedimenti, anche semplici, di autoprotezione che però possono salvare la vita.
Cosa fare in caso di frana o alluvione

Cosa occorre sapere
Di seguito si propone una breve lista di elementi da sapere per conoscere meglio il proprio territorio ed affrontare eventuali emergenze.

"Sei in grado di identificare le varie tipologie di rischio idrogeologico alle quali il territorio del tuo Comune è esposto?"
I principali fenomeni di rischio sono costituiti dalle frane, alluvioni, possibilità di crollo di dighe, mareggiate, erosioni costiere. E' opportuno rivolgersi al proprio Comune di residenza per sapere dell'esistenza di aree soggette a rischio idrogeologico e per poter conoscere con esattezza la loro ubicazione.

"Esiste un piano di emergenza comunale?"
Il piano comunale di emergenza è predisposto dal Sindaco: contiene una descrizione dettagliata dei rischi presenti sul territorio e delle misure con le quali fronteggiare l'emergenza.
Il piano di emergenza comunale ti insegna cosa fare prima, durante e dopo l'evento.
E' importante inoltre sapere che il Sindaco è l'autorità di Protezione civile più vicina al cittadino; provvede all'attuazione dei primi servizi di soccorso e di assistenza in ambito comunale.

"Il Comune in cui risiedi organizza esercitazioni di Protezione Civile?"
Le esercitazioni sono lo strumento fondamentale attraverso cui verificare l'adeguatezza del modello di intervento, ovvero delle modalità di spiegamento delle forze operative sul territorio.

"Nel tuo Comune ci sono organizzazioni di volontariato?"
Le organizzazioni di volontariato sono una componente essenziale del sistema di Protezione Civile e rappresentano il canale attraverso cui anche tu puoi partecipare attivamente.
Le norme di comportamento da attuare
E' buona norma sapere cosa fare prima, durante e dopo un evento di natura idrogeologica e idrica. Spesso, infatti, il bilancio di un evento estremo è reso pesante anche da tragedie individuali e collettive che si sarebbe potuto evitare mettendo in atto semplici accorgimenti di autoprotezione. Basti pensare, per esempio, alle persone che - ignare del rischio che corrono - sostano nei pressi degli argini di un fiume durante una piena e così si espongono ad un pericolo mortale.
Nelle pagine che seguono vengono elencate le principali norme di comportamento che è opportuno mettere in atto, distinte per tipologia di evento.
Frane

Ricorda che

* Non ci sono case o muri che possano arrestare una frana. Soltanto un luogo più elevato ti può dare sicurezza;
* Spesso le frane si muovono in modo repentino, come le colate di fango;
* Evita di transitare nei pressi di aree già sottoposte ad eventi franosi, in particolar modo durante temporali o piogge violente.

Norme di comportamento

* Prima Contatta il tuo Comune di appartenenza per informarti sulla presenza di aree a rischio di frana nel territorio comunale;
* Stando in condizioni di sicurezza, osserva il terreno nelle tue vicinanze per rilevare la presenza di piccole frane o di minute variazioni nella morfologia del terreno: in alcuni casi, piccole modifiche della morfologia possono essere considerate precursori di eventi franosi;
* In alcuni casi, prima delle frane sono visibili sui manufatti alcune lesioni e fratturazioni; alcuni muri tendono a ruotare o traslare;
* Ascolta la radio o guarda la televisione per apprendere dell'emissione di eventuali avvisi di condizioni meteorologiche avverse. Anche durante e dopo l'evento è importante ascoltare la radio o guardare la televisione per conoscere l'evoluzione degli eventi;
* Allontanati dai corsi d'acqua o dalle incisioni torrentizie nelle quali vi può essere la possibilità di scorrimento di colate rapide di fango.

* Durante Se la frana viene verso di te o se è sotto di te, allontanati il più velocemente possibile lateralmente, cercando di raggiungere una posizione più elevata o stabile;
* Se non è possibile scappare, rannicchiati il più possibile su te stesso e proteggi la tua testa;
* Guarda sempre verso la frana facendo attenzione a pietre o ad altri oggetti che, rimbalzando, ti possono colpire;
* Non soffermarti sotto pali o tralicci: potrebbero crollare o cadere;
* Non avvicinarti al ciglio di una frana perché è instabile;
* Se stai percorrendo una strada e ti imbatti in una frana appena caduta, cerca di segnalare il pericolo alle altre automobili che potrebbero sopraggiungere.

* Dopo Allontanati dall'area in frana. Può esservi il rischio di ulteriori frane;
* Controlla se vi sono feriti o persone intrappolate nell'area in frana, senza entrarvi direttamente. In questo caso, segnala la presenza di queste persone ai soccorritori;
* Verifica se vi sono persone che necessitano assistenza, in particolar modo bambini, anziani e persone disabili;
* Le frane possono spesso provocare la rottura di linee elettriche, del gas e dell'acqua, unitamente all'interruzione di strade e ferrovie. Riporta le notizie di eventuali interruzioni alle autorità competenti;
* Nel caso di perdita di gas da un palazzo, NON entrare nel palazzo per chiudere il rubinetto del gas. Verifica se vi è un interruttore generale del gas fuori dall'abitazione ed in questo caso chiudilo. Riferisci questa notizia ai Vigili del Fuoco o ad altro personale specializzato.
Alluvioni

Ricorda che

* Ascolta la radio o guarda la televisione per apprendere dell'emissione di eventuali avvisi di condizioni meteorologiche avverse;
* Durante e dopo le alluvioni, l'acqua dei fiumi è fortemente inquinata e trasporta detriti galleggianti che possono ferire o stordire;
* Macchine e materiali possono ostruire temporaneamente vie o passaggi che cedono all'improvviso;
* Se non si è in fase di preallarme e non piove, poni al sicuro la tua automobile in zone non raggiungibili dall'allagamento;
* Le strade spesso diventano dei veri e propri fiumi in piena.

Norme di comportamento

* Prima (preallarme) È utile avere sempre a disposizione una torcia elettrica e una radio a batterie, per sintonizzarsi sulle stazioni locali e ascoltare eventuali segnalazioni utili.
* Salvaguarda i beni collocati in locali allagabili, solo se sei in condizioni di massima sicurezza;
* Assicurati che tutti gli abitanti siano al corrente della situazione;
* Se abiti ad un piano alto, offri ospitalità a chi abita ai piani sottostanti, viceversa se risiedi ai piani bassi, chiedi ospitalità;
* Poni delle paratie a protezione dei locali situati al piano strada e chiudi o blocca le porte di cantine o seminterrati;
* Se non corri il rischio di allagamento, rimani preferibilmente in casa;
* Insegna ai bambini il comportamento da adottare in caso di emergenza, come chiudere il gas o telefonare ai numeri di soccorso.

* Durante (allarme o evento in corso) E' cautelativamente preferibile concentrare nel momento del preallarme anche le operazioni previste nella fase di allarme o evento in corso.
* E' fondamentale ricordare che la differenza tra il preallarme e l'allarme o evento in corso, può essere minima e di difficile previsione: è sufficiente che la pioggia si concentri in una zona ristretta per dar luogo a fenomeni improvvisi di inondazione.

* In casa Chiudi il gas, l'impianto di riscaldamento e quello elettrico. Presta attenzione a non venire a contatto con la corrente elettrica con mani e piedi bagnati;
* Sali ai piani superiori senza usare l'ascensore;
* Non scendere assolutamente nelle cantine e nei garage per salvare oggetti o scorte;
* Non cercare di mettere in salvo la tua auto o i mezzi agricoli: c'è pericolo di rimanere bloccati dai detriti e di essere travolti da correnti;
* Evita la confusione e mantieni la calma;
* Aiuta i disabili e gli anziani del tuo edificio a mettersi al sicuro;
* Non bere acqua dal rubinetto di casa: potrebbe essere inquinata.

* Fuori casa Evita l'uso dell'automobile se non in casi strettamente necessari;
* Se sei in auto, non tentare di raggiungere comunque la destinazione prevista, ma trova riparo nello stabile più vicino e sicuro;
* Evita di transitare o sostare lungo gli argini dei corsi d'acqua, sopra ponti o passerelle;
* Fai attenzione ai sottopassi: si possono allagare facilmente;
* Se sei in gita o in escursione, affidati a chi è del luogo: potrebbe conoscere delle aree sicure;
* Allontanati verso i luoghi più elevati e non andare mai verso il basso;
* Evita di passare sotto scarpate naturali o artificiali;
* Non ripararti sotto alberi isolati;
* Usa il telefono solo per casi di effettiva necessità per evitare sovraccarichi delle linee.

* Dopo Raggiunta la zona sicura, presta la massima attenzione alle indicazioni fornite dalle autorità di protezione civile, attraverso radio, TV e automezzi ben identificabili della protezione civile;
* Evita il contatto con le acque. Sovente l'acqua può essere inquinata da petrolio, nafta o da acque di scarico. Inoltre può essere carica elettricamente per la presenza di linee elettriche interrate;
* Evita le zone dove vi sono ancora correnti in movimento;
* Fare attenzione alle zone dove l'acqua si è ritirata. Il fondo delle strade può essere indebolito e potrebbe collassare sotto il peso di una automobile;
* Getta via i cibi che sono andati in contatto con le acque dell'alluvione;
* Presta attenzione ai servizi, alle fosse settiche, ai pozzi danneggiati. I sistemi di scarico danneggiati sono serie fonti di rischio.

Da tenere a portata di mano
* E' utile inoltre avere sempre in casa, riuniti in un punto noto a tutti i componenti della famiglia, oggetti di fondamentale importanza in caso di emergenza quali: Kit di pronto soccorso + medicinali;
* Generi alimentari non deperibili;
* Scarpe pesanti;
* Scorta di acqua potabile;
* Vestiario pesante di ricambio;
* Impermeabili leggeri o cerate;
* Torcia elettrica con pila di riserva;
* Radio e pile con riserva;
* Coltello multiuso;
* Fotocopia documenti di identità;
* Chiavi di casa;
* Valori (contanti, preziosi);
* Carta e penna.

Rischi: siccità
il rischio siccità in Calabria

La siccità è causata da una deficienza di precipitazione, su un esteso periodo di tempo, dovuta ad una naturale variabilità climatica. Altri fattori climatici quali temperatura, vento, umidità relativa, radiazione solare intervengono poi nei processi di evaporazione e traspirazione, aggravandone la severità e quindi gli effetti.

Sebbene la definizione della siccità della sua severità possa apparire a prima vista abbastanza soggettiva, esiste nel mondo scientifico un generale consenso nel distinguere la siccità dall'aridità e dalla desertificazione.

Mentre il termine aridità si riferisce, infatti, ad una condizione climatica permanente di una località o di un'area, caratterizzata da bassi valori di precipitazioni annuali o stagionali, la parola siccità rappresenta, invece, una condizione occasionale ed in qualche modo eccezionale, di diminuzione delle disponibilità idriche naturali, rispetto a valori ritenuti normali Il termine desertificazione è invece usato per indicare un lento e talvolta irreversibile processo di riduzione o distruzione del potenziale biologico del suolo, dovuto all'interazione di fattori antropici e fattori naturali.

La severità di un periodo di siccità e dei suoi effetti della società dipende, oltre che dall'intensità e dalla durata del fenomeni, anche dalla vulnerabilità della società all'evento stesso.

Il fenomeno della siccità produce, infatti, una complessa rete di impatti che abbraccia una varietà di settori e che spesso va molto oltre i confini dell'area fisicamente soggetta al fenomeno. Tale complessità è dovuta, ovviamente, alla fondamentale importanza che la risorsa idrica riveste in tutte le attività umane, dalla produzione di beni alla fornitura di servizi.

Gli impatti della siccità sulla società possono essere riassunti in:

* Impatti economici, riscontrabili nelle ripercussioni su attività primarie, come pesca ed agricoltura, a causa della diretta dipendenza di tali attività dalle riserve idriche superficiali e sotterranee. Oltre alle ovvie perdite relative all'entità dei raccolti inficiati, alla moria di bestiame per insufficienza di approvvigionamento, si annovera anche il notevole dispendio temporale ed economico necessario per il rimboschimento di aree devastate da incendi o per il risanamento delle specie boschive e vegetali infestate da nascenti popolazioni di insetti.
* Impatti ambientali, quantificati in base al danno arrecato alle specie vegetali, animali ed alla qualità dell'aria e dell'acqua, alla perdita di suolo causata dai processi erosivi, facilitati dagli incendi, alla naturale degradazione del terreno a seguito della riduzione del contenuto idrico, alla perdita di biodiversità.
* Impatti sociali, riguardanti la ridotta qualità della vita, i conflitti tra i gestori della risorsa. In questi casi si rende necessaria l'assunzione di misure di sicurezza riguardo la salute pubblica e più in generale la disponibilità di riserve idriche di emergenza.

Per contrastare la siccità ed i suoi effetti si può intervenire su due fronti, da un lato diminuendo la vulnerabilità della società al fenomeno (effetto che si può ottenere attraverso la costruzione di nuovi invasi e serbatoi, il miglioramento dell'efficienza delle reti idriche, la riduzione degli sprechi di acqua) e dall'altro attraverso una azione continua di monitoraggio del fenomeno che possa preannunciare possibili periodi di siccità al fine di avviare politiche di risparmio della risorsa idrica.

La Regione Calabria ha avviato un monitoraggio costante del fenomeno siccità, nell'ambito di diversi progetti di iniziativa comunitaria INTERREG, sviluppati in cooperazione con altre regioni dell'area mediterranea interessate dal fenomeno.

In particolare è stato avviato un monitoraggio del fenomeno a scala regionale attraverso la creazione di un osservatorio siccità che effettua un monitoraggio a scala mensile delle variabili e degli indicatori che possono segnalare fenomeni di siccità.
Osservatorio siccità in Calabria

In questa sezione sono consultabili mappe tematiche e rapporti sintetici relativi a grandezze idrologiche di interesse ai fini della valutazione del rischio siccità.

In particolare è possibile visualizzare le seguenti mappe:

* Mappa piogge ultimo mese

* Confronto piogge con medie storiche

* Mappa temperature medie mensili ultimo mese

* Confronto temperature con medie storiche

Cosa fare durante i periodi di siccità

In questa sezione vengono riportate le indicazioni fornite dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile sul comportamento che devono tenere i cittadini delle aree investite da fenomeni da siccità

Per risparmiare acqua

* munisci i rubinetti di frangigetti in modo da ridurre l'uscita dell'acqua;
* verifica che non ci siano perdite. Se, con tutti i rubinetti chiusi, il contatore gira, chiama una ditta specializzata che sia in grado di controllare eventuali guasti o perdite nella tubatura e nei sanitari;
* non lasciar scorrere inutilmente l'acqua del rubinetto, ma aprilo solo quando è necessario, ad esempio mentre si lavano i denti o durante la rasatura della barba;
* non utilizzare l'acqua corrente per lavare frutta e verdura: è sufficiente lasciarle a bagno con un pizzico di bicarbonato;
* dove possibile, riutilizza l'acqua usata: l'acqua di cottura della pasta, ad esempio, per sgrassare le stoviglie, quella utilizzata per lavare frutta e verdura per innaffiare piante e fiori;
* utilizza lavatrici o lavastoviglie, possibilmente nelle ore notturne, solo a pieno carico, e ricordati di inserire il programma economizzatore se la biancheria o le stoviglie da lavare sono poche;
* utilizza i serbatoi a due portate, nei servizi igienici; consente di risparmiare circa il 60% dell'acqua attualmente usata con serbatoi a volumi fissi ed elevati;
* preferisci la doccia al bagno: è più veloce e riduce di un terzo i consumi;
* quando vai in ferie o ti assenti per lunghi periodi da casa, chiudi il rubinetto centrale dell'acqua;
* non utilizzare acqua potabile per lavare automobili.

In caso di sospensione dell'erogazione dell'acqua

* prima della sospensione, fai una scorta minima di acqua per bagno e cucina e rifornisciti di piatti, posate, bicchieri di plastica, ovatta e alcol denaturato;
* spegni lo scaldabagno elettrico e riattivalo dopo che è tornata l'erogazione per evitare danni alle resistenze di riscaldamento;
* al momento del ripristino dell'erogazione dell'acqua, evita di usare lavatrice, lavastoviglie e scaldabagno fino al ritorno della normalità, perché potrebbero verificarsi fenomeni di acqua scura.
Rischio Antropico


La parola antropico deriva dal greco anthro-pikós, derivazione di ánthro-pos 'uomo'. Le attività antropiche sono quelle che riguardano l'uomo: geografia antropica, antropogeografia, cioè l’intervento dell’uomo sul territorio.
Difatti i rischi antropici sono legati a situazioni artificiali, dovute all’iniziativa ed all’attività dell’uomo, che sottopongono gruppi umani a minacce di inquinamento, guasti delle comunicazioni, problemi generali di sicurezza ed incolumità.
Inoltre, l'Italia è una nazione che, negli ultimi cinquant'anni, si è sviluppata tanto da diventare uno dei paesi più industrializzati del pianeta. Questa rapida evoluzione dell'intervento dell'uomo sul territorio e del progresso tecnologico sottopone il nostro paese ad un aumento di possibili pericoli e non è sempre stata accompagnata da una pari evoluzione delle conoscenze circa le conseguenze di tali processi, né da un uguale sviluppo delle capacità di governarne eventuali anomalie.
I rischi di origine antropica sono il risultato dello sviluppo tecnologico della società e sono soggetti a mutamenti ed evoluzioni nel corso del tempo. In assenza di politiche di “sviluppo sostenibile” l’evoluzione tecnologica della nostra società porterà ad una rilevanza sempre maggiore di questi fenomeni con costi progressivamente crescenti per tutta la comunità.

Pertanto i rischi specifici che si sono generati vengono raggruppati nel modo seguente:

o Rischio Nucleare
o Rischio Trasporti e Viabilità
o Rischio Chimico-Industriale

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