venerdì 27 febbraio 2009

Por Calabria 2007-2013 Fesr

5.3. Sistemi di attuazione
5.3.1. Selezione delle operazioni
Conformemente all’articolo 65 del Regolamento (CE) 1083/2006, le operazioni cofinanziate sono
selezionate sulla base dei criteri approvati dal Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo.
Nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 56 del Regolamento generale dei Fondi, per consentire il
tempestivo avvio della programmazione operativa 2007-2013, le Autorità di Gestione potranno valutare
l’opportunità di avviare operazioni a valere sul Programma Operativo, anche prima dell’approvazione da
parte del Comitato di Sorveglianza dei criteri di selezione delle operazioni di cui all’art. 65 c.1, lett. a).
Tuttavia, ai fini dell’inserimento delle relative spese nelle domande di pagamento, l’Autorità di Gestione
dovrà effettuare una verifica tesa ad accertare che tali operazioni siano conformi ai criteri di selezione
approvati dal Comitato di Sorveglianza; nello stesso tempo l’Autorità di Gestione dovrà assicurarsi che
sia stata rispettata la normativa comunitaria in materia di pubblicità e comunicazione.
Non saranno pertanto giudicate ammissibili le operazioni che non sono state selezionate sulla base di
criteri conformi a quelli stabiliti dal Comitato di Sorveglianza e per le quali non sia possibile rispettare la
normativa comunitaria in materia di informazione e pubblicità. In ogni caso quindi, tutte le operazioni
selezionate dovranno:
- essere conformi ai criteri di selezione stabiliti dal Comitato di Sorveglianza;
- rispettare le regole di ammissibilità;
- rispettare le regole di informazione e pubblicità degli interventi.
Tutte le operazioni dovranno essere selezionate in modo tale da garantire:
- l'osservanza del campo di intervento del FESR, stabilito dal Regolamento (CE) n. 1083/2006;
- la fattibilità giuridico-amministrativa, tecnica gestionale ed economico-finanziaria;
- la coerenza con gli obiettivi specifici e operativi dell’Asse di riferimento;
- l’ammissibilità al cofinanziamento;
- il rispetto delle politiche comunitarie, specie in materia di concorrenza, di appalti pubblici, di tutela
ambientale.
La selezione degli interventi da finanziare dovrà tener conto del principio di sostenibilità ambientale. A
tal fine, sarà integrata la componente ambientale del Programma negli interventi che saranno promossi.
Pertanto, il Comitato di Sorveglianza nell’approvare i criteri dovrà tenere conto dei suggerimenti espressi
dal Valutatore ambientale in termini di criteri di selezione delle operazioni a vantaggio dello sviluppo
sostenibile, dei riferimenti in tema di valutazione di impatto ambientale e di valutazione di incidenza sulle
aree Natura 2000.
Le modalità di accesso ai finanziamenti del FESR saranno le seguenti:
- a titolarità regionale, corrispondenti ad esigenze dirette della Regione che individuerà soggetti e/o
strutture pubbliche o private per la realizzazione delle operazioni;
- a regia regionale, concernenti le azioni di programmazione e di interesse degli Enti locali o altri Enti
pubblici. Dall’applicazione della regia regionale, attraverso forme e procedure di negoziazione,
deriverà la selezione delle progettualità;
- a bando, concernenti le azioni riguardanti soggetti privati e pubblici e misti, con assegnazione dei
finanziamenti tramite la presentazione di domande di finanziamento e successiva selezione sulla base
di criteri di ammissibilità e di selezione delle operazioni.
- procedure concertative/negoziali, che consentono di sostenere e realizzare progetti di rilevanza
strategica, anche a regia regionale, attraverso il coinvolgimento, nel processo decisionale e di
costruzione delle scelte, di tutti i soggetti interessati, sia pubblici che privati, favorendo sempre la
risposta a bisogni collettivi.
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Relativamente alle agevolazioni alle imprese l’Autorità di Gestione si impegna:
- a verificare che almeno il 70% delle risorse destinate alle spese per investimenti non riguardanti
ricerca e sviluppo sperimentale vengano erogate a delle PMI;
- ad ottenere dalla grande impresa beneficiaria l’assicurazione che l’agevolazione non è rivolta ad
investimenti che determinano una delocalizzazione da un altro Stato membro dell’Unione Europea;
- a fornire nel Rapporto Annuale di Esecuzione le informazioni di cui ai due punti precedenti.
5.3.2. Modalità e procedure di monitoraggio220
Struttura competente: Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria
Settore Monitoraggio, Verifiche e Controlli Programmi e Progetti
Indirizzo: Viale Europa, Località Germaneto (Complesso COMALCA) – 88100
Catanzaro
Posta elettronica : monitoraggio@regcal.it
L’Autorità di Gestione garantisce l’attivazione ed il corretto funzionamento del sistema informatizzato di
monitoraggio. Il sistema prevede:
- la corretta e puntuale identificazione dei progetti del Programma Operativo;
- un esauriente corredo informativo, per le varie classi di dati (finanziario, fisico e procedurale),
secondo i sistemi di classificazione previsti nei regolamenti comunitari e gli standard definiti nel
Quadro di Riferimento Strategico Nazionale;
- la verifica della qualità e della esaustività dei dati ai differenti livelli di dettaglio.
L’Autorità di Gestione adotta le misure opportune affinché i dati forniti dagli organismi intermedi e/o dai
beneficiari, siano sottoposti ad un adeguato processo di verifica e controllo tale da garantire la correttezza,
l’affidabilità e la congruenza delle informazioni monitorate.
Il corredo informativo relativo ad ogni singola operazione (progetto/intervento) è trasmesso, con cadenza
bimestrale, al Sistema Nazionale di Monitoraggio che provvede a rendere disponibili i dati per i cittadini,
la Commissione europea e gli altri soggetti istituzionali, nei format e standard di rappresentazione idonei
a garantire una omogenea e trasparente informazione, entro 30 giorni dalla data di riferimento.
I report periodici sono pubblicati nel sito istituzionale dell’Autorità di Gestione.
L’Amministrazione regionale garantisce, nella misura del possibile, che il monitoraggio dei Fondi
strutturali sia effettuato in maniera integrata all’interno del monitoraggio di tutte le politiche regionali e
nazionali, tenendo sempre conto, per la componente comunitaria, delle esigenze imposte dai pertinenti
regolamenti.
Essa inoltre, a garanzia della conoscibilità di come procede l’attuazione del QRSN, recepisce le regole
comuni di monitoraggio stabilite a livello nazionale tese a consentire l’osservazione delle decisioni e delle
azioni dirette al raggiungimento degli “obiettivi specifici” del Quadro, per quanto di propria competenza.
L’Autorità di Gestione fornisce inoltre informazioni per Asse sull’eventuale ricorso alla
complementarietà tra i Fondi strutturali (art. 34 del Regolamento (CE) 1083/2006).
5.3.3. Valutazione221
La valutazione è volta a migliorare la qualità, l’efficacia e la coerenza del PO, nonché la strategia e
l’attuazione, avendo riguardo ai problemi strutturali specifici che caratterizzano la Regione e tenendo
conto al tempo stesso dell'obiettivo di sviluppo sostenibile e della pertinente normativa comunitaria in
materia di impatto ambientale e valutazione ambientale strategica.
220 Artt. 37.1.g.ii e 66-68 del Regolamento (CE) n. 1083/2006.
221 Artt. 37.1.g.ii, 47, 48 e 65 del Regolamento (CE) n. 1083/2006.
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L’Amministrazione regionale ha effettuato una valutazione ex ante del Programma Operativo nonché la
Valutazione Ambientale Strategica contestualmente alla fase di preparazione del documento di
programmazione.
Intende inoltre accompagnare l’attuazione del Programma Operativo con valutazioni in itinere (on-going)
di natura sia strategica, al fine di esaminare l'andamento del programma rispetto alle priorità comunitarie
e nazionali, che operativa, di sostegno alla sorveglianza del programma. Tali valutazioni possono essere
avviate anche in modo congiunto per soddisfare esigenze conoscitive dell’Amministrazione e del
Partenariato a carattere sia strategico, sia operativo.
Nei casi in cui la sorveglianza del Programma Operativo evidenzia che l’attuazione stia comportando o
possa comportare un allontanamento significativo dagli obiettivi prefissati, oppure in accompagnamento
ad una proposta di rilevante revisione del Programma Operativo, conformemente all'articolo 33 del
Regolamento (CE) n. 1083/2006, si effettua una valutazione on-going diretta a individuare elementi
conoscitivi rilevanti per sostenere le decisioni.
Le valutazioni on-going, da effettuare tenendo conto delle indicazioni metodologiche e degli standard di
qualità specificati dai Servizi della Commissione, diffusi entrambi attraverso i propri documenti di lavoro,
nonché dal Sistema Nazionale di Valutazione, sono svolte secondo il principio di proporzionalità, in
accordo con la Commissione, e comunque in conformità alle modalità di applicazione del Regolamento
(CE) del Consiglio n. 1083/2006.
L’Amministrazione regionale mette a disposizione del valutatore tutte le risultanze del monitoraggio e
della sorveglianza, e organizza sotto la responsabilità dell'Autorità di Gestione le valutazioni sulla base
degli orientamenti indicativi e sui metodi di valutazione suggeriti dalla Commissione e dal Sistema
Nazionale di Valutazione.
Le valutazioni sono finanziate tramite le risorse dell'asse per l’assistenza tecnica e sono effettuate da
esperti o organismi – interni o esterni all’Amministrazione - funzionalmente indipendenti dalle Autorità
di Certificazione e di Audit222.
L'Autorità di Gestione, in conformità con il principio di proporzionalità, redige entro il 31 dicembre 2007,
un Piano di Valutazione che presenta le attività di valutazione che si intendono svolgere nel corso
dell'attuazione del Programma Operativo. Il Piano sarà oggetto di aggiornamento nel corso del tempo per
tenere conto delle esigenze di valutazione che saranno individuate nel corso dell’attuazione.
L'Autorità di Gestione e il Comitato di Sorveglianza si avvalgono, a supporto delle attività di valutazione,
di "steering group", il cui funzionamento di massima è definito a livello del piano di valutazione, che
intervengono nell'individuazione dei temi delle valutazioni, dell'ambito valutativo e della tempistica,
nonché per gli aspetti di gestione tecnica delle valutazioni. La Commissione è invitata a farne parte, ed è
comunque informata della definizione dei piani e dei loro aggiornamenti. Il Sistema Nazionale di
Valutazione dà indicazioni in ordine alla creazione di "steering group" e per il loro coinvolgimento alla
definizione dei piani di valutazione ed alla gestione delle singole valutazioni.
L‘organizzazione di Steering Group contribuirà ad assicurare che le valutazioni siano condotte nel
rispetto dei pertinenti criteri di qualità.
I risultati delle valutazioni sono presentati al Comitato di Sorveglianza preliminarmente al loro invio alla
Commissione e pubblicati secondo le norme che si applicano all'accesso ai documenti.
La Commissione effettua una valutazione ex-post, in conformità a quanto disposto dal Regolamento (CE)
del Consiglio n. 1083/2006.
Particolare attenzione sarà dedicata alla rilevazione e valutazione degli effetti occupazionali degli
interventi, tenendo conto di quanto indicato nel relativo Documento di lavoro della Commissione. Allo
scopo di apprezzare l'impatto occupazionale degli interventi potranno anche essere individuati indicatori
comparabili al livello più opportuno (asse prioritario o attività); ad essi sono associati valori iniziali e
target.
I temi delle pari opportunità troveranno adeguata considerazione nelle attività di valutazione svolte ai
diversi stadi della programmazione, al fine di verificare l’effettiva integrazione della dimensione di
222 Art. 59, lettere b) e c) del Reg. (CE) n. 1083/2006.
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genere nelle politiche di sviluppo e di creare consapevolezza degli effetti differenziati per genere degli
interventi.
Allo scopo di valutare l’impatto delle politiche di genere saranno individuati indicatori comparabili al
livello più opportuno (asse prioritario o attività) e ad essi saranno associati valori iniziali e target. Le
attività di valutazione prevedono:
- l’elaborazione e la divulgazione di linee guida, criteri, metodi e tecniche per il monitoraggio e la
valutazione degli interventi di pari opportunità;
- la predisposizione di un’azione sistematica di diffusione della cultura della valutazione in chiave di
genere;
- l’individuazione di ambiti di politiche con ricadute di genere da sottoporre a processi valutativi;
- il trasferimento di quanto prodotto nell’attuazione del modello V.I.S.P.O. all’interno dei sistemi di
monitoraggio e valutazione a carattere generale predisposti dall’Autorità di Gestione.
5.3.4. Modalità di scambio automatizzato dei dati223
Lo scambio dei dati tra l’Amministrazione regionale e la Commissione Europea, relativamente al
Programma Operativo, ai dati di monitoraggio, alle previsioni di spesa e alle domande di pagamento, è
effettuato per via elettronica, con utilizzo dei web services resi disponibili dal sistema comunitario SFC
2007.
L’utilizzo dei web services del sistema SFC 2007 avviene per il tramite del Sistema Informativo
nazionale gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria Generale
dello Stato - Ispettorato Generale per i Rapporti con l’Unione Europea (IGRUE), che assicura il
coordinamento dei flussi informativi verso il sistema comunitario SFC 2007.
Le diverse autorità operanti nell’ambito dell’Amministrazione regionale hanno accesso alle funzionalità
del sistema SFC, per il tramite del sistema IGRUE, secondo chiavi ed autorizzazioni predefinite, in base
alle rispettive competenze e responsabilità.
Lo scambio informatizzato dei dati tra l’Autorità di Gestione del Programma Operativo e il Ministero
dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato - Ispettorato
Generale per i Rapporti con l’Unione Europea (IGRUE) avviene attraverso il collegamento con il sistema
informativo locale, laddove presente.
5.3.5. Sistema contabile, di controllo e reporting finanziario224
L’Amministrazione regionale provvede alla gestione delle risorse finanziarie assegnate al Programma
Operativo sulla base della legislazione amministrativa e contabile comunitaria nazionale e regionale e dei
criteri di buona gestione finanziaria.
Entro dodici mesi dall'approvazione del Programma Operativo, e in ogni caso prima della presentazione
della prima domanda di pagamento intermedio, l’Amministrazione regionale trasmette alla Commissione
la descrizione dei propri sistemi di gestione e controllo, comprendente in particolare l’organizzazione e le
procedure relative ai seguenti elementi: Autorità di Gestione e di Certificazione e Organismi Intermedi;
Autorità di Audit ed eventuali altri Organismi incaricati di svolgere verifiche sotto la responsabilità di
quest’ultima.
La descrizione dei sistemi di gestione e controllo è corredata da una relazione dell’IGRUE, Organismo
nazionale di coordinamento delle Autorità di Audit, che esprime il parere, ai sensi dell’art. 71.2 del
Regolamento (CE) del Consiglio n. 1083/2006, secondo le modalità attuative definite dal Regolamento
(CE) della Commissione n. 1828/2006, in merito alla conformità di detti sistemi con il disposto degli
articoli da 58 a 62 di tale Regolamento.
223 Artt. 66.3 e 76.4 del Regolamento (CE) n. 1083/2006, secondo le modalità attuative definite dal Regolamento (CE) della
Commissione n. 1828/2006.
224 Artt. 37.1.g.vi e 58.d del Regolamento (CE) del Consiglio n. 1083/2006.
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5.3.5.1. Organizzazione dei Dipartimenti Regionali
Il modello organizzativo che la Regione Calabria adotta per l’attuazione del POR prevede che, a seguito
della dichiarazione di ricevibilità del Programma da parte della Commissione, la Giunta Regionale con
apposita deliberazione individua, per gli Assi Prioritari e per gli specifici Settori:
- Il Responsabile dell’Asse Prioritario, tra i Dirigenti Generali dei Dipartimenti competenti per
materia;
- i Responsabili di Settore, tra i Dirigenti di Settore dei Dipartimenti sulla base delle specifiche
competenze per materia, e ove ne ricorrano i requisiti di esperienza e professionalità, tra i Dirigenti di
Servizio;
- i Responsabili delle Linee di Intervento, tra i Dirigenti di Servizio dei Dipartimenti sulla base delle
specifiche competenze per materia, e solo ove ne ricorrano i requisiti di esperienza e professionalità,
tra i Funzionari di Categoria D. Con la medesima deliberazione sono definiti la durata del relativo
incarico e i casi di revoca anche anticipata della posizione organizzativa. Ai soli Funzionari per la
durata dell’incarico è corrisposta un’indennità, a carico del POR, correlata alle specifiche funzioni, in
misura non superiore a quella prevista per analoghe funzioni.
All’interno di ciascun Dipartimento vengono individuate due Unità Operative, alle dirette dipendenze del
Dirigente Generale e che operano in stretto coordinamento con il Settore “Monitoraggio, Verifiche e
Controlli” del Dipartimento “Programmazione Nazionale e Comunitaria”, per:
- il coordinamento e la verifica delle attività di monitoraggio delle operazioni di competenza del
Dipartimento (Unità Operativa Monitoraggio);
- la definizione e l’aggiornamento delle piste di controllo delle operazioni di competenza del
Dipartimento (Unità Operativa Verifiche e Controlli);
- la realizzazione dei controlli di 1° Livello delle operazioni a titolarità regionale (Unità Operativa
Verifiche e Controlli).
Il modello organizzativo approvato dalla Giunta Regionale viene riportato, per farne parte integrante, nel
Documento di Attuazione del POR FESR 2007 – 2013 e presentato per comunicazione al Comitato di
Sorveglianza.
5.3.5.2. Sistema contabile
La base del sistema contabile delle Regione è la LR n. 8/2002, la quale prevede l'approvazione da parte
della Giunta Regionale del Bilancio, strumento attraverso il quale si realizza il raccordo fra funzioni di
governo e funzioni di gestione. L’iscrizione delle risorse del Programma Operativo in bilancio (entrate)
per la Competenza viene effettuata dal Servizio Bilancio su iniziativa dell’Autorità di Gestione e sulla
base del piano finanziario approvato con Decisione della Commissione europea.
La spesa per il finanziamento delle operazioni previste dal Programma Operativo viene attivata mediante
autorizzazioni di impegno e di pagamento dei Responsabili di Settore del POR. Ove previsto da
specifiche disposizioni, gli impegni di spesa potranno essere sottoposti al preventivo parere di coerenza e
di conformità con la normativa comunitaria e con le disposizioni del POR da parte dell’Autorità di
Gestione. La stessa struttura incaricata dell’attuazione delle operazioni del Programma Operativo
afferenti allo specifico Settore provvede, poi, a raccogliere, controllare e trasmettere all’Autorità di
Gestione e all’Autorità di Certificazione le dichiarazioni di spesa e le rendicontazioni finali, mediante le
quali viene attivato il flusso dei rimborsi e del saldo comunitario e nazionale.
Il circuito finanziario dei Fondi strutturali prevede un meccanismo in base al quale i pagamenti effettuati
dall’Amministrazione regionale in favore dei beneficiari o degli organismi intermedi avvengano in
anticipazione a carico del bilancio regionale. Il successivo rimborso da parte della Commissione e dello
Stato avviene dietro presentazione delle domande di pagamento che accompagnano le certificazioni di
spesa. Tenuto conto dei meccanismi di rendicontazione della spesa (a rimborso) è stata adottata per il
Programma Operativo un’organizzazione puntuale delle responsabilità in grado di consentire a scadenze
predefinite di certificare le spese.
5.3.5.3. Sistema di controllo
La responsabilità primaria del controllo finanziario spetta alla Regione in quanto titolare del Programma
Operativo. Il sistema di controllo è articolato in :
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a) Controlli di 1° livello, ossia controlli ordinari effettuati in concomitanza all’attuazione delle
operazioni e parte integrante della stessa, realizzati:
- per le operazioni a regia regionale225:
- dai Responsabili delle Linee di Intervento di cui al precedente Paragrafo 5.3.5.1;
- dai Responsabili del Procedimento dei Beneficiari Finali ai sensi della Legge 241/90 e s.m.i.;
- per le operazioni a titolarità regionale226:
- dall’Unità Operativa di Controllo di 1° Livello del Dipartimento competente per materia di cui al
precedente Paragrafo 5.3.5.1;
- dai Responsabili del Procedimento della Regione Calabria per le specifiche operazioni ai sensi
della Legge 241/90 e s.m.i..
- I controlli vertono sul rispetto della normativa comunitaria e nazionale, sulla ammissibilità delle
spese, sulla regolarità e completezza della documentazione trasmessa e sulla effettiva e regolare
esecuzione delle operazioni.
b) Controlli di 2° livello, ovvero controlli a campione tesi a verificare l’efficace funzionamento dei
sistemi di gestione e di controllo, la loro idoneità a fornire informazioni circa la correttezza delle
dichiarazioni di spesa presentate alla Commissione e circa la legittimità delle relative transazioni
economiche. Tali controlli sono inoltre finalizzati alla redazione di rapporti annuali e di un rapporto
finale di controllo da presentare alla Commissione, nonché al rilascio di una dichiarazione di
chiusura che attesti la validità della domanda di pagamento del saldo e la legittimità delle relative
transazioni economiche e, qualora si tratti di chiusura parziale, la legittimità e regolarità delle spesa
in questione. L’attività di controllo a campione delle operazioni è svolta dall’ Autorità di Audit, che
può avvalersi anche dell’ausilio di soggetti esterni che dispongano della necessaria indipendenza
funzionale dall’Autorità di Gestione e dall’Autorità di Certificazione del Programma Operativo.
5.3.5.4. Comunicazione delle irregolarità227
L’Amministrazione regionale, attraverso le proprie strutture coinvolte ai diversi livelli nell’attività di
implementazione del Programma Operativo, opera per prevenire, individuare e correggere le irregolarità e
recuperare gli importi indebitamente versati, in applicazione dell’art. 70 del Regolamento generale e delle
modalità di applicazione adottate dalla Commissione.
In particolare l’Amministrazione regionale, ogni qualvolta attraverso le proprie azioni di controllo
individua una violazione del diritto comunitario che possa arrecare pregiudizio al bilancio generale
dell’Unione europea, avendone fatto oggetto di un primo atto di accertamento amministrativo o
giudiziario, provvede ad informare la Commissione entro i due mesi successivi al termine di ogni
trimestre con una apposita scheda. La comunicazione trimestrale sulle irregolarità viene effettuata anche
se di contenuto negativo.
La struttura regionale incaricata di raccogliere le informazioni da tutti gli uffici e di comunicarla alla
Commissione attraverso la competente amministrazione centrale dello Stato è l’Autorità di Gestione del
Programma Operativo.
5.3.5.5. Procedure di revoca e recupero dei contributi
Il recupero degli importi indebitamente versati a carico del Programma Operativo, ed eventualmente il
provvedimento di revoca totale o parziale dell’impegno e/o della liquidazione del pagamento sono
disposti dal medesimo Soggetto che ne ha disposto la concessione e la erogazione, che attraverso
l’allegato alla scheda di certificazione dei pagamenti inviata periodicamente all’Autorità di Gestione e
all’Autorità di Certificazione, contabilizza l’importo assoggettato a rettifica finanziaria.
225 Il Beneficiario è un soggetto diverso dalla Amministrazione Regionale.
226 Il Beneficiario è l’Amministrazione Regionale.
227 Art. 70 del Reg. (CE) del Consiglio n. 1083/2006, secondo le modalità attuative definite dal Reg. (CE) della Commissione n.
1828/2006.
377/396
L’Autorità di Certificazione contestualmente all’aggiornamento periodico del registro dei pagamenti,
procede all’aggiornamento del registro dei recuperi ed a compilare l'apposita scheda di comunicazione
per la Commissione, accompagnata dalla attestazione degli importi in attesa di recupero.
5.3.6. Flussi finanziari228
5.3.6.1. Flussi finanziare verso la Regione
La gestione dei flussi finanziari è effettuata a cura delle Autorità nazionali coinvolte, su base telematica,
attraverso l’interazione tra il sistema comunitario SFC2007 e il Sistema Informativo nazionale gestito dal
Ministero dell’Economia e delle Finanze - IGRUE.
In casi di forza maggiore, ed in particolare di malfunzionamento del sistema informatico comune o di
interruzione della connessione, la trasmissione delle dichiarazioni di spesa e delle domande di pagamento
può avvenire su supporto cartaceo, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento della Commissione n.
1828/2006 (di attuazione).
Come previsto dall’art. 82 del Regolamento (CE) del Consiglio n. 1083/2006, la Commissione provvede
al versamento di un importo unico a titolo di prefinanziamento, una volta adottata la decisione che
approva il contributo dei Fondi al Programma operativo.
Prefinanziamento
Il prefinanziamento è pari al 5% della partecipazione complessiva dei Fondi al Programma Operativo ed è
corrisposto in due rate: la prima pari al 2%, corrisposta nel 2007, e la seconda pari al rimanente 3%,
corrisposta nel 2008, del contributo dei Fondi strutturali al Programma Operativo.
L’Amministrazione regionale rimborserà alla Commissione europea l’importo totale del prefinanziamento
qualora nessuna domanda di pagamento sia stata trasmessa entro un termine di ventiquattro mesi dalla
data in cui la Commissione ha versato la prima rata del prefinanziamento. Le stesse procedure di
restituzione saranno applicate per la parte del prefinanziamento nazionale erogata dall’IGRUE.
Pagamenti intermedi
L’Autorità di Certificazione predispone le domande di pagamento intermedio (utilizzando i modelli di cui
al Regolamento (CE) della Commissione n. 1828/2006 di applicazione dei Regolamenti (CE) del
Consiglio n. 1083/2006 e 1080/2006), le firma digitalmente e le invia, per il tramite dell’Amministrazione
centrale capofila di Fondo ed il supporto del Sistema Informativo nazionale, alla Commissione Europea e
al Ministero dell’Economia e delle Finanze-IGRUE, specificando sia la quota comunitaria che la quota
nazionale.
L’Autorità di Certificazione invia una copia di tali domande di pagamento su supporto cartaceo al
Ministero dello Sviluppo economico, Dipartimento per le Politiche di sviluppo e coesione- Servizio per le
Politiche dei Fondi Strutturali comunitari.
Saldo
L’ultima fase del flusso finanziario riguarda l’erogazione del saldo. Valgono, per essa, gli stessi principi e
le medesime modalità previste per i pagamenti intermedi nel rispetto delle condizioni stabilite dall’ art. 89
del Regolamento (CE) del Consiglio n.1083/2006.
L’Amministrazione regionale può, per le operazioni completate entro il 31 dicembre dell’anno
precedente, effettuare una chiusura parziale a norma dell’art. 88 del Regolamento (CE) del Consiglio n.
1083/2006.
5.3.6.2. Flussi finanziari verso i Beneficiari
In particolare, l’Autorità di Gestione opera al fine di favorire:
228 Art. 37.1.g.iv e 69 del Regolamento (CE) n. 1083/2006.
378/396
- il funzionamento del circuito finanziario del Programma Operativo, l’efficienza delle procedure di
trasferimento delle risorse finanziarie a tutti i livelli, al fine di rendere le risorse stesse più
rapidamente disponibili per i beneficiari finali;
- l’efficienza del sistema contabile a livello regionale, per quanto riguarda in particolare le relazioni fra
l’Amministrazione regionale e gli organismi coinvolti a vario titolo nell'attuazione finanziaria degli
interventi.
L’Autorità di Gestione, infine, assicura che gli interessi generati dai pagamenti eseguiti a favore del
Programma Operativo siano ad esso imputati, poiché sono considerati risorse per lo Stato membro in
quanto contributo pubblico nazionale, e sono dichiarati alla Commissione al momento della chiusura
definitiva del Programma Operativo (art. 83).
5.3.7. Informazione e pubblicità229
Nel quadro di un impegno politico, da parte della Regione Calabria, sulla comunicazione dei risultati
della politica europea di coesione, ivi compreso il ruolo dell'UE e dello Stato membro, lungo tutto il
periodo di programmazione, l'Autorità di gestione si impegna ad assicurare il rispetto degli obblighi in
materia di informazione e pubblicità delle operazioni finanziate a titolo del programma e delle modalità di
attuazione così come specificati nel Capo II, Sezione 1 del Regolamento di attuazione n° 1828/2006.
Tali obblighi riguardano in particolare: la preparazione del piano di comunicazione, l'attuazione e
sorveglianza del piano di comunicazione, gli interventi informativi relativi ai potenziali beneficiari e ai
beneficiari, la responsabilità dell'autorità relative agli interventi informativi e pubblicitari destinati al
pubblico, le responsabilità dei beneficiari relative agli interventi informativi e pubblicitari destinati al
pubblico, nonché scambio di esperienze.
Nel periodo 2007-2013 le azioni si concentreranno in particolare:
- sulla trasparenza, tramite le informazioni concernenti le possibilità di finanziamento offerte
congiuntamente dalla Unione e dalla Stato italiano, e la pubblicazione dei beneficiari, la
denominazione delle operazioni e del relativo finanziamento pubblico,
- sulla diffusione dei risultati e la valorizzazione dei progetti particolarmente significativi,
- sul ruolo svolto dall'Unione europea nel finanziamento del programma destinato a potenziare la
competitività economica, a creare nuovi posti di lavoro, a rafforzare la coesione economica.
L’ufficio responsabile per l’informazione è il Settore Coordinamento dei Programmi e dei Progetti del
Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria. Esso è tenuto a rispondere tempestivamente ai
cittadini europei che richiedono informazioni specifiche inerenti l’attuazione delle operazioni.
L’esecuzione del Piano di comunicazione è curata dall’Autorità di Gestione e l’eventuale ricorso a
soggetti attuatori specialistici per la fornitura delle singole attività/beni/servizi sarà attuato nel rispetto
della normativa comunitaria degli appalti pubblici.
Gli atti di concessione dovranno prevedere clausole di condizionalità dei contributi al rispetto delle
disposizioni relative all’informazione e alla pubblicità. In termini operativi, nei casi previsti dai
regolamenti comunitari e negli altri casi previsti dalla normativa e dalle procedure interne, gli organismi
intermedi devono:
a) fornire le opportune prove documentali dell’osservanza delle norme, in particolare di quelle relative
alla cartellonistica, entro un mese dall’effettivo avvio dei lavori;
b) dare prova documentale della targa apposta al progetto in occasione della richiesta di pagamento del
saldo.
Il Comitato di Sorveglianza sarà informato sull’attuazione del piano di comunicazione attraverso specifici
rapporti opportunamente documentati.
229 Art 37.1.g.v e 69 del Regolamento (CE) del Consiglio n. 1083/2006 e Artt. 2-10 del Regolamento (CE) della Commissione n.
1828/2006
379/396
5.3.8. Utilizzo della complementarietà tra Fondi strutturali230
Il ricorso alla complementarietà tra Fondi strutturali avverrà alle condizioni e nei limiti di quanto previsto
dalle attività del POR Calabria FSE 2007 – 2013 ed integrando le missioni dei due Fondi.
Le Autorità di Gestione del POR Calabria FESR 2007 – 2013 e del POR Calabria FSE 2007 – 2013
definiranno modalità operative di coordinamento specifiche all’applicazione della complementarietà tra i
Fondi strutturali.
In particolare l’Autorità di Gestione del POR Calabria FESR 2007 – 2013 informerà, preventivamente e
nel corso dell’attuazione degli interventi attivati ai sensi del presente paragrafo, l’Autorità di Gestione del
POR Calabria FSE 2007 – 2013.
Il Comitato di Sorveglianza viene inoltre informato periodicamente sul ricorso alla complementarietà tra i
Fondi strutturali.
L’Autorità di Gestione è responsabile dell’avvenuto rispetto alla chiusura del Programma delle soglie
fissate dall’articolo 34 del Regolamento (CE) 1083/2006.
230 Art. 34 del Regolamento (CE) del Consiglio n. 1083/2006.
380/396
5.4. Disposizioni di applicazione dei principi orizzontali
Il Programma Operativo garantisce il pieno rispetto dei principi orizzontali comunitari.
A tale scopo l'Autorità di Gestione attiva specifici approfondimenti della valutazione in itinere su questi
aspetti che vengono fatti oggetto di commento nei rapporti di esecuzione annuali e di informativa al
Comitato di Sorveglianza.
5.4.1. Pari opportunità e non discriminazione231
L'Autorità di Gestione, ai sensi dell'articolo 16 del Regolamento (CE) 1083/2006, assicura la parità di
genere e le pari opportunità in tutte le fasi della programmazione, attuazione, sorveglianza e valutazione
del Programma Operativo, anche attraverso l'Autorità regionale preposta in materia di pari opportunità232.
L’Amministrazione regionale adotta le misure necessarie per prevenire ogni discriminazione fondata sul
sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o
l’orientamento sessuale durante le varie fasi di attuazione dei Fondi, ed in particolare nell’accesso agli
stessi.
L’Amministrazione regionale nella sorveglianza dell’attuazione e nel sistema di monitoraggio definisce
gli indicatori rilevabili e i criteri/modalità di verifica del rispetto del principio della pari opportunità. Il
Comitato di Sorveglianza ne sarà informato periodicamente, con cadenza almeno annuale.
In considerazione dello specifico contesto calabrese, caratterizzato dalla scarsa cultura e capacità
amministrativa in tema di pari opportunità, la Regione Calabria si impegna a proseguire l’esperienza
positiva avviata presso l’Autorità di Gestione del POR nell’ultimo biennio di programmazione 2000-
2006, adottando l’approccio duale (azioni positive e gender mainstreaming) e rafforzando il sistema di
governo delle pari opportunità, per il quale predispone un apposito Progetto che prevede:
- l’istituzione dell’Autorità per le Politiche dell’Uguaglianza, quale struttura di coordinamento per
implementare, monitorare e valutare la prospettiva di genere e di pari opportunità nel Programma,
nelle azioni e nei progetti. Tale Autorità dovrà interagire con i soggetti aventi responsabilità di
programmazione politica, intervenendo in tutte le fasi della programmazione e assumendo un ruolo
consultivo, propositivo e promozionale che si manifesti, in particolare, attraverso l’espressione di
pareri consultivi su tutti gli atti attuativi della programmazione e, conseguentemente, sull’impegno
delle risorse finanziarie;
- il rafforzamento, in tutte le fasi del ciclo delle politiche di sviluppo, della valutazione e del
monitoraggio - anche qualitativo - in ottica di genere per gli interventi cofinanziati, attraverso
l’adozione e l’applicazione del modello V.I.S.P.O. del Dipartimento Diritti e Pari Opportunità e della
“Gender Analisys” definita dagli Organismi delle Nazioni Unite;
- nella formulazione dei bandi, l’introduzione di criteri premiali e sanzionatori, di selezione e
valutazione degli interventi, per il raggiungimento degli obiettivi di pari opportunità definiti in fase di
programmazione;
- l’introduzione ed il sostegno alla diffusione di processi di “Gender Budgeting e Auditing”
nell’ambito dell’Amministrazione regionale e degli Enti locali;
- l’integrazione di genere del sistema statistico (raccolta di dati disaggregati per genere; definizione di
indicatori gender sensitive).
231 Art. 16§2 del Regolamento (CE) n. 1083/2006.
232 Il trattato di Amsterdam e il Consiglio Europeo di Vienna hanno stabilito che gli strumenti finanziari debbano rispettare alcuni
principi, uno di questi è quello relativo alle pari opportunità. La Road Map, assieme al “Gender Pact”232 stabilito dal Consiglio
Europeo di primavera 2006, rappresenta la nuova sfida al raggiungimento dell’uguaglianza di genere e indica le priorità per il
consolidamento dell’equità e il superamento delle discriminazioni ancora esistenti, così come l’articolo 16 del Regolamento
Generale prevede che gli Stati membri e la Commissione provvedano “a che la parità tra uomini e donne e l’integrazione della
prospettiva di genere siano promosse nel corso delle varie fasi di attuazione dei fondi”.
381/396
A garanzia dell’impegno all’integrazione della prospettiva di genere e del principio di non
discriminazione, l’Autorità di Gestione del POR Calabria FESR 2007 - 2013 promuove la consultazione
degli Organismi di parità presenti nelle sedi istituzionali di confronto, nonché la partecipazione di
Rappresentanti delle politiche di genere nel Comitato di Sorveglianza del POR Calabria FESR 2007 -
2013.
La Task Force del Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, già operante nella precedente programmazione, collabora con l’Autorità di Gestione e la
costituenda Autorità per l’Uguaglianza (Diritti e Pari Opportunità) nel livello di coordinamento dei Fondi,
ed opera quale sede di consultazione, proposta, approfondimento sulle tematiche delle pari opportunità,
nonché nell’individuazione di indicatori rilevabili per le valutazioni in itinere sull’attuazione da
specificare dopo l’approvazione del POR Calabria FESR 2007 - 2013 all’interno del Piano Operativo di
Attuazione.
L’Amministrazione Regionale adotta, in collaborazione con le Amministrazioni centrali competenti, le
misure necessarie al rafforzamento degli assetti organizzativi e alla dotazione di risorse della Task Force
del Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
5.4.2. Sviluppo sostenibile233
L'Autorità di Gestione attiva nelle forme adeguate le funzioni di orientamento e sorveglianza per
l’integrazione della componente ambientale e lo sviluppo sostenibile in coerenza con quanto previsto al
Paragrafo VI.2.4 del QRSN.
Le funzioni di orientamento e sorveglianza per l’integrazione della componente ambientale e lo sviluppo
sostenibile, in coerenza con quanto previsto al Paragrafo VI.2.4 del QRSN, vengono svolte dall’Autorità
Regionale Ambientale (ARA), anche in virtù dell’esperienza acquisita nel periodo di programmazione
2000-2006; per assicurare tali funzioni, l’ARA collabora con l’Autorità di Gestione per definire
congiuntamente le modalità e le procedure da attivare.
L’Amministrazione regionale adotta le misure necessarie al rafforzamento degli assetti organizzativi e
alla dotazione di risorse per garantire lo svolgimento delle funzioni di orientamento e sorveglianza per il
perseguimento dello sviluppo sostenibile.
Le funzioni specifiche attribuite all’ARA, sono finalizzate ad assicurare l’orientamento, l’integrazione, la
verifica e la sorveglianza, anche sulla base degli esiti del processo di Valutazione Ambientale Strategica,
nella strategia e nelle linee operative della programmazione 2007-2013 dei principi e delle azioni dello
sviluppo sostenibile, in coerenza con gli orientamenti comunitari, nazionali e regionali e la legislazione in
materia di ambiente.
L’Autorità di Gestione intende perseguire gli obiettivi previsti dal Programma tenendo in considerazione
la valenza della componente ambientale in tutte le priorità definite. In tal senso la Valutazione
Ambientale Strategica del Programma Operativo, prevista dalla Direttiva 2001/42/CE è stata integrata nel
processo di valutazione ex ante e contiene elementi di giudizio sulla sostenibilità ambientale degli
interventi programmati. In ossequio alle disposizioni della Direttiva succitata, sono sviluppate azioni
valutative ulteriori nel corso della fase di attuazione e qualora sia necessario assoggettare alla VAS le
modifiche agli atti di programmazione.
L’Amministrazione provvede al monitoraggio costante degli effetti ambientali del Programma Operativo,
fornendo indicazioni sullo stato di attuazione e prevedendo eventuali azioni correttive. A tal fine
l’Amministrazione opera avvalendosi delle informazioni raccolte e sistematizzate dall’Agenzia Regionale
per la Protezione dell’Ambiente.
L’Autorità Regionale Ambientale può integrare i sistemi valutativi attraverso il confronto con la Rete
delle Autorità Ambientali.
233 Art. 17 del Regolamento (CE) del Consiglio n. 1083/2006
382/396
5.4.3. Partenariato234
L'Autorità di Gestione assicura il coinvolgimento delle parti economiche e sociali e degli altri portatori
d'interessi in tutte le fasi di preparazione, attuazione, sorveglianza e valutazione del Programma
Operativo, in coerenza con quanto previsto al paragrafo VI.2.2 del QRSN.
Fanno complessivamente parte del Partenariato Socio-Eonomico le Organizzazioni datoriali
maggiormente rappresentative, comprese quelle del credito, le Organizzazioni di rappresentanza dei
lavoratori, le Organizzazioni di rappresentanza del “terzo settore”, del volontariato e del no-profit, le
Organizzazioni ambientaliste e quelle di promozione delle pari opportunità.
La Regione ha assunto e intende rafforzare, anche attraverso specifici interventi legislativi, i meccanismi
del partenariato istituzionale e della concertazione con le forze sociali ed economiche, in particolare per
quanto riguarda la programmazione e l’attuazione degli interventi per lo sviluppo e la coesione socioeconomica
regionale.
A tal fine la Regione istituisce il Comitato per le Politiche Regionali Unitarie di Sviluppo e Coesione
2007 – 2013. Al Comitato partecipano con propri Rappresentanti:
- la Regione Calabria;
- le Province e i Comuni Capoluogo;
- gli Organismi di Rappresentanza degli Enti Locali (ANCI, UNCEM, UPI);
- le Organizzazione di rappresentanza dei lavoratori e delle imprese;
- le Università regionali;
- gli Organismi di Rappresentanza delle Associazioni Ambientalistiche;
- gli Organismi di Rappresentanza del Volontariato e del Terzo Settore;
- gli Organismi di Rappresentanza delle Pari Opportunità;
- i Prefetti delle cinque Province calabresi;
- la Corte dei Conti Regionale;
- altri Soggetti rilevanti a livello regionale per lo politiche di sviluppo e coesione.
Il Comitato per le Politiche Regionali Unitarie di Sviluppo e Coesione 2007-2013 ha un ruolo di indirizzo
e di confronto generale sull’evoluzione delle politiche di coesione nazionali e comunitarie e opera in
stretto coordinamento con il CREL – Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro235, con la Consulta
Regionale delle Autonomie Locali per il Partenariato Istituzionale, con il Forum del Partenariato
Economico e Sociale e con gli altri Organismi partenariali già istituiti, sia a livello regionale che locale.
Il Comitato è chiamato a:
- partecipare alla formulazione, alla elaborazione e alla concertazione delle linee strategiche ed
operative della programmazione unitaria regionale;
- esprimere il proprio parere sull’avanzamento e sui risultati conseguiti dalla programmazione
regionale unitaria;
- promuovere e portare a sintesi le attività più operative e di dettaglio svolte dalle istanze del
Partenariato istituzionale e di quello economico e sociale236.
- accompagnare e coordinare, in una piena prospettiva di sussidiarietà e decentramento, l’azione delle
proprie componenti a livello territoriale;
- verificare e promuovere l’efficienza e la trasparenza dell’azione amministrativa regionale e locale.
234 Art. 11 del Reg. (CE) del Consiglio n. 1083/2006.
235 Il CREL è stato istituito con Legge Regionale n. 17 del 21 agosto 2007.
236 A questo fine ogni anno sarà redatto dalla Autorità di Gestione in collaborazione le diverse componenti del Partenariato un breve
rapporto sullo stato del partenariato, il quale sarà poi discusso dal Comitato.
383/396
Il Comitato per le Politiche Regionali Unitarie di Sviluppo e Coesione è presieduto dal Presidente della
Regione Calabria e vede la partecipazione di tutti gli Assessori competenti. Il Comitato si riunirà almeno
una volta l’anno e dibatterà sulla base di documenti presentati dalla Regione Calabria e dalle altre istanze
partenariali.
Il Comitato per le Politiche Regionali Unitarie di Sviluppo e Coesione 2007-2013, per operare in maniera
efficace:
- nomina al proprio interno un Coordinatore ed una Segreteria Tecnica;
- definisce e approva un Regolamento interno che ne disciplina il funzionamento.
Le altre istanze partenariali (Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro, Consulta Regionale delle
Autonomie Locali e Forum del Partenariato Economico e Sociale) avranno propri momenti di
discussione, si doteranno di una propria agenda e concentreranno il proprio lavoro sugli aspetti strategici
ed operativi di loro pertinenza e interesse nelle varie fasi di attuazione della programmazione unitaria
regionale.
A tal fine le istanze partenariali, anche con il supporto di risorse professionali e strumentali messi a
disposizione dall’Amministrazione Regionale, potranno:
- costituire Gruppi di Lavoro specifici per:
- l’elaborazione di apporti conoscitivi sui fabbisogni e sulle istanze dei territori e dei settori
produttivi;
- l’elaborazione di indirizzi strategici ed operativi sugli Assi e sulle Priorità della programmazione
regionale unitaria;
- la predisposizione di strumenti e di documenti per l’interpretazione, la diffusione e la valutazione
delle realizzazioni, dei risultati e degli impatti degli interventi realizzati attraverso la politica
unitaria regionale di sviluppo e coesione;
- realizzare attività di informazione, formazione, animazione e sensibilizzazione all’interno delle
Organizzazioni rappresentate nel Comitato, per promuovere la più ampia partecipazione della società
calabrese ai processi di sviluppo regionali;
- realizzare lo scambio di buone pratiche sui processi di partecipazione e di concertazione con altre
realtà regionali e europee.
Il CREL esprimerà pareri al Consiglio regionale ed alla Giunta regionale sulle proposte concernenti gli
atti di programmazione e pianificazione generale e settoriale sulla base di quanto previsto dall’art. 4 della
Legge Regionale n. 17 del 21 agosto 2007.
La Consulta Regionale delle Autonomie Locali agirà all’interno del sistema di competenze predefinito ed
accompagnerà il processo di decentramento che interessa le diverse politiche di sviluppo. La Consulta
dovrà operare non solo a livello politico, ma soprattutto a livello tecnico e gestionale e all’interno delle
politiche di coesione il suo ruolo principale sarà quello di:
- assicurare il coordinamento strategico, operativo e temporale tra gli interventi regionali e subregionali;
- facilitare la progettazione, l’esecuzione e la spesa dei diversi interventi attraverso il raccordo
funzionale delle diverse amministrazioni, il trasferimento delle buone pratiche, l’identificazione di
scadenze e strategie gestionali condivise;
- attivare sistemi di monitoraggio comuni, verificare in modo congiunto i risultati conseguiti.
Il Forum delle Parti Economiche e Sociali avrà un fondamentale ruolo di supporto e indirizzo per le
politiche regionali. Esso assicura la rappresentanza degli interessi generali, la democraticità delle scelte e
per questa via assicura una maggiore partecipazione ed efficacia delle politiche di coesione. Il Forum
seguirà tutti gli aspetti strategici ed operativi della programmazione regionale e avanzerà proposte in
merito ad essi, esso inoltre verificherà i risultati conseguiti utilizzando i risultati delle attività di
monitoraggio e valutazione e partecipando ai processi di valutazione e autovalutazione e alle conseguenti
revisioni dei Programmi. Il forum articolerà il proprio lavoro in tavoli tematici e gruppi di lavoro secondo
le proprie esigenze.
384/396
Per assicurare un corretto ed efficiente funzionamento del Forum sarà stipulato un protocollo di intesa tra
la Regione e la Parti economiche e sociali, il quale definirà la partecipazione, le regole di funzionamento
e gli impegni reciproci.
L’Autorità di Gestione assicura il coordinamento e la partecipazione dell’Amministrazione Regionale alle
attività partenariali. L’Autorità di Gestione inoltre, garantisce, l’adeguatezza dei flussi informativi verso
gli attori del partenariato e la pubblicità degli atti delle attività partenariali, per questo si dota di un sito
internet per garantire efficacia e trasparenza delle attività partenariali.
L’Autorità di Gestione definisce, di concerto con il Comitato e le diverse istanze partenariali, le
necessarie azioni di supporto per l’acquisizione, da parte dei Soggetti del Partenariato, di adeguate
competenze relative ai contenuti delle politiche regionali unitarie di sviluppo e coesione e ai relativi
strumenti di attuazione.
Per una maggiore efficacia ed efficienza operativa, il Comitato e le diverse istanze partenariali sostengono
il rafforzamento del processo di interazione e concertazione fra il livello regionale e quello locale,
operando in stretto coordinamento con gli Organismi partenariali e tecnici impegnati nella progettazione
integrata.
5.4.4. Diffusione delle buone pratiche
Al fine di migliorare le condizioni di efficienza ed efficacia nell'attuazione delle politiche di coesione,
l’Amministrazione regionale promuove la ricerca di casi di successo, sia a livello di tipologie di
intervento che di procedure di attuazione, a cui ispirarsi nell'azione amministrativa.
L'identificazione e disseminazione di buone pratiche è un esercizio che coinvolge l’Amministrazione
contemporaneamente in qualità di fornitore e fruitore, sia al proprio interno che nei confronti di altri
territori e attori. A tale scopo l’Autorità di Gestione promuove la consultazione periodica dei responsabili
amministrativi, coinvolgendo la propria struttura deputata al controllo di gestione, il Nucleo di
valutazione degli investimenti pubblici e il Valutatore indipendente, per acquisirne i contributi e i bisogni
in materia di “buone pratiche”.
L’Amministrazione designa il Referente tecnico responsabile per l'attuazione delle attività e per la
diffusione dei risultati, sia nell’ambito regionale che in rapporto alle amministrazioni esterne e alle reti di
cooperazione, con particolare riferimento a quelle promosse dai programmi di cooperazione
interregionale finanziati in attuazione dell’art. 6, par. 3, punti a) e b) del Regolamento (CE) del Consiglio
N. 1080/2006 del 5 luglio 2006 (Regolamento FESR).
L’Amministrazione provvede a che sia il piano della valutazione in itinere del valutatore indipendente sia
il piano per l’assistenza tecnica assumano esplicitamente questa missione. Attraverso gli aggiornamenti
periodici della valutazione indipendente e i Rapporti di esecuzione annuali sono resi noti i risultati di
questo approccio e vengono forniti i suggerimenti di buone pratiche da diffondere e trasferire sia nelle
diverse componenti della esecuzione del Programma Operativo che all'esterno.
Il tema della diffusione delle buone pratiche sarà oggetto di attenzione particolare in occasione delle
riunioni del Comitato di Sorveglianza.
5.4.5. Cooperazione interregionale237
La Regione parteciperà a reti di cooperazione interregionale promosse dai programmi di cooperazione
interregionale finanziati in attuazione dell’art. 6, par. 3, punti a) e b) del Regolamento (CE) n. 1080/2006
del 5 luglio 2006 (Regolamento FESR) e riporterà regolarmente in Comitato di Sorveglianza
l’andamento e gli esiti delle operazioni promosse e attuate da tali reti, anche facendo riferimento a quanto
previsto al precedente punto 5.4.4.
Nel caso specifico della partecipazione della Regione a reti che, in attuazione di tali programmi, facciano
ricorso alla Fast Track Option (corsia veloce) la Regione si impegna, inoltre, a definire, con modalità e
strumenti operativi che verranno proposti dall’Autorità di Gestione e discussi e approvati dal Comitato di
Sorveglianza, a trasferire nell’attuazione del Programma Operativo le buone pratiche individuate dalle reti
di cooperazione sostenute dalla Fast Track Option.
237 Art. 37.7.b del Regolamento (CE) del Consiglio n. 1083/2006.
385/396
Nell’ambito dell’Asse IX del POR Calabria FESR 2007 - 2013, si prevede la realizzazione di un
Programma di Azioni di Cooperazione Interregionale che sarà coordinato ed attuato dal Settore
Programmazione del Dipartimento “Programmazione Nazionale e Comunitaria” che potrà avvalersi di:
- apporti specialistici, anche esterni, inclusa la nomina di un Coordinatore Tecnico,
- una struttura di assistenza tecnica,
per assolvere ai seguenti compiti:
- garantire il coordinamento del Programma di Azioni di Cooperazione Interregionale con i Progetti
finanziati nell’ambito dell’Obiettivo 3 – Cooperazione Territoriale Europea.;
- definire, promuovere, coordinare, attuare, monitorare e valutare il Programma di Azioni di
Cooperazione Interregionale 2007 – 2013.
- promuovere la partecipazione al Programma di Azioni di Cooperazione Interregionale dei soggetti
del territorio regionale eleggibili e responsabili dell’attuazione delle attività del POR Calabria FESR
2007 - 2013, strutturando l’azione di coordinamento dei diversi partner regionali e fornendo il
supporto tecnico e amministrativo nella fase di attuazione per migliorare la ricaduta delle azioni di
partnership sulle strategie regionali.
Il Comitato di Sorveglianza sarà periodicamente informato sulle attività regionali di cooperazione e delle
integrazioni con quelle del mainstreaming. Il Partenariato Istituzionale ed Economico – Sociale
parteciperà attivamente alla definizione, al monitoraggio e alla valutazione delle azioni di cooperazione
interregionale secondo le modalità descritte nel precedente Paragrafo 5.4.3.
Il Settore Programmazione del Dipartimento “Programmazione Nazionale e Comunitaria” parteciperà,
inoltre, agli Organismi nazionali di coordinamento strategico, proposti nel QRSN come strumenti di
governo dell’Obiettivo Cooperazione Territoriale.
5.4.6. Modalità e procedure di coordinamento238
L'Autorità di Gestione assicura il coordinamento dell'intervento del Programma Operativo con altri
strumenti di intervento della politica regionale comunitaria e ne riferisce al Comitato di Sorveglianza
attraverso la:
- costituzione del Comitato di Coordinamento del POR Calabria FESR 2007 – 2013;
- costituzione del Comitato Regionale di Coordinamento della Programmazione Unitaria 2007 – 2013.
Comitato di Coordinamento del POR Calabria FESR 2007 - 2013
Il Comitato di Coordinamento del POR Calabria FESR 2007 – 2013 è presieduto dall’Autorità di
Gestione ed è composto da:
- Direttori Generali dei Dipartimenti regionali direttamente coinvolti nella gestione del POR.
- Direttori della Programmazione delle Province calabresi.
- Responsabili dei Settori degli Assi Prioritari.
- Autorità di Certificazione.
- Autorità di Audit.
- Responsabile Regionale del Servizio Monitoraggio.
- Autorità Ambientale Regionale.
- Autorità per le Politiche di Genere.
- Responsabile Regionale per la Comunicazione.
238 Artt. 9, 36 e 37.1.f del Regolamento (CE) del Consiglio n. 1083/2006 e Art. 9 del Regolamento (CE) del Consiglio n.
1080/2006.
386/396
Al Comitato possono partecipare, su invito dell’Autorità di Gestione, nei casi in cui gli argomenti
all’Ordine del Giorno lo richiedono:
- Il Direttore del Nucleo Regionale di Valutazione.
- Il Valutatore Indipendente.
Il Comitato ha il compito di supportare l’Autorità di Gestione del POR Calabria FESR 2007 – 2013
nell’attuazione del Programma, garantendo il massimo livello di coordinamento e di responsabilizzazione
nell’attuazione, assicurando l’unitarietà di orientamento del complesso delle attività e delle azioni da
porre in essere per la corretta e tempestiva attuazione del POR. In particolare il Comitato:
- Approva, su proposta dell’Autorità di Gestione, le proposte di modifica del POR Calabria FESR
2007 - 2013 e del relativo Programma di Attuazione prima della loro presentazione al Comitato di
Sorveglianza ed alla Giunta Regionale per l’approvazione.
- Approva, su proposta dell’Autorità di Gestione, il Piano di Lavoro per l’attuazione del POR Calabria
FESR 2007 – 2013, a livello di Assi/Settori Prioritari, e ne verifica la corretta ed efficace
realizzazione.
- Approva, su richiesta dell’Autorità di Gestione, le proposte di Delibere della Giunta Regionale
relative al POR Calabria FESR 2007 - 2013.
- Approva, su richiesta dell’Autorità di Gestione, gli schemi di protocollo e gli schemi di convenzione
ed di ogni altro atto previsto dalle procedure di attuazione del POR Calabria FESR 2007 - 2013.
- Esamina, su richiesta dell’Autorità di Gestione, gli atti sospetti di irregolarità, segnalati all’Autorità
di Gestione, dall’Autorità di Certificazione, dall’Autorità di Audit, dai Responsabili dell’Attuazione
degli Assi/Settori Prioritari, al fine di rilevarne l’eventuale carattere sistemico.
- Approva, su richiesta dell’Autorità di Gestione, le metodologie e gli schemi organizzativi del sistema
di monitoraggio fisico, finanziario e procedurale del POR Calabria FESR 2007 - 2013.
- Approva, su richiesta dell’Autorità di Gestione, i criteri per la redazione dei bandi e la modulistica
per la presentazione di istanze di finanziamento a valere sul POR Calabria FESR 2007 - 2013.
- Approva, su richiesta dell’Autorità di Gestione, gli indirizzi e le priorità tematiche per la valutazione
del POR Calabria FESR 2007 - 2013.
- Approva, su proposta dell’Autorità di Gestione e di concerto con l’Autorità di Certificazione, le linee
guida e la modulistica finalizzate a rendere omogenee ed efficaci le procedure di controllo di 1°
livello e di certificazione della spesa nell’attuazione degli Assi/Settori Prioritari del POR Calabria
FESR 2007 - 2013.
Il Comitato di Coordinamento del POR Calabria FESR 2007 - 2013 si riunisce di norma una volta al mese
e le funzioni di segreteria sono svolte dalla segreteria del Comitato di Sorveglianza del POR. Le proposte
ed i pareri del Comitato sono deliberate secondo la prassi del consenso senza far ricorso alle votazioni. Il
Presidente può attivare la procedura di consultazione scritta dei membri del Comitato, se le circostanze lo
richiedono.
L’Autorità di Gestione garantisce un’adeguata informazione sui lavori del Comitato. Sulla sezione del
sito internet del POR Calabria FESR 2007 – 2013 della Regione Calabria verrà istituita una sezione ad
accesso riservato nella quale saranno disponibili la documentazione di lavoro, i verbali e le decisioni del
Comitato di Coordinamento. I verbali delle riunioni del Comitato di Coordinamento sono inviati alla
Presidenza della Giunta Regionale.
Comitato Regionale di Coordinamento della Programmazione Unitaria 2007 - 2013
Il Comitato Regionale di Coordinamento della Programmazione Unitaria 2007 – 2013 è presieduto dal
Direttore Generale del Dipartimento “Programmazione Nazionale e Comunitaria” della Regione Calabria
ed è composto da:
- Direttore Generale del Dipartimento Bilancio.
- Autorità di Gestione del POR Calabria FESR 2007 – 2013.
- Autorità di Gestione del POR Calabria FSE 2007 – 2013.
- Autorità di Gestione del PSR Calabria FEASR 2007 – 2013.
387/396
- Responsabile dell’Organismo Regionale al quale è demandata l’attuazione del Programma Nazionale
FEP 2007 - 2013.
- Responsabili dei PO Obiettivo 3 – Cooperazione Territoriale 2007 – 2013 attivati per la Calabria.
- Responsabili degli Accordi di Programma Quadro (Fondi FAS 2007 - 2013).
- Responsabili Regionali per i PON 2007 – 2013, i POIN 2007 – 2013, i PNM 2007 – 2013.
- Direttori della Programmazione delle Province calabresi.
- Autorità di Certificazione.
- Autorità di Audit.
- Dirigente del Settore “Monitoraggio, Verifiche e Controlli” del Dipartimento “Programmazione
Nazionale e Comunitaria”.
- Autorità Ambientale Regionale.
- Autorità per le Politiche di Genere.
- Responsabile Regionale per la Comunicazione.
Al Comitato possono partecipare, su invito dell’Autorità di Gestione, nei casi in cui gli argomenti
all’Ordine del Giorno lo richiedono:
- Il Direttore del Nucleo Regionale di Valutazione.
- I Valutatori Indipendenti dei singoli Programmi Operativi e/o Accordi di Programma Quadro.
Il Comitato ha il compito di supportare la Giunta Regionale nell’attuazione della Programmazione
Unitaria della Politica Regionale di Sviluppo 2007 - 2013, garantendo il massimo livello di
coordinamento e di responsabilizzazione nell’attuazione, assicurando l’unitarietà di orientamento del
complesso dei Programmi Operativi e degli Accordi di Programma Quadro. In particolare il Comitato:
- Individua, definisce e approva le modalità di integrazione tra i diversi Programmi Operativi e
Accordi di Programma Quadro a livello generale, a livello di Assi/Settori Prioritari e a livello
territoriale.
- Analizza, sulla base dei risultati delle attività di monitoraggio e di valutazione, i risultati e gli effetti
derivanti dall’attuazione dei Programmi Operativi e degli Accordi di Programma Quadro a livello
generale, a livello di Assi/Settori Prioritari e a livello territoriale.
- Definisce e approva, sulla base dei risultati di cui al punto precedente, indirizzi strategici e operativi,
da proporre alla Giunta Regionale, per l’adeguamento degli specifici strumenti di attuazione della
Politica Regionale di Sviluppo 2007 – 2013.
- Predispone e approva il Rapporto Annuale della Politica Regionale di Sviluppo 2007 – 2013.
- Approva linee guida comuni per le funzioni di monitoraggio, controllo e valutazione dei Programmi
Operativi e degli Accordi di Programma Quadro.
Il Comitato Regionale di Coordinamento della Programmazione Unitaria 2007 – 2013 si riunisce di
norma con periodicità trimestrale e le funzioni di segreteria sono svolte dalla segreteria del Comitato di
Sorveglianza del POR Calabria FESR 2007 - 2013. Le proposte ed i pareri del Comitato sono deliberate
secondo la prassi del consenso senza far ricorso alle votazioni. Il Presidente può attivare la procedura di
consultazione scritta dei membri del Comitato, se le circostanze lo richiedono.
Il Presidente garantisce un’adeguata informazione sui lavori del Comitato. Sulla sezione del sito internet
della Programmazione Unitaria 2007 – 2013 della Regione Calabria verrà istituita una sezione ad accesso
riservato nella quale saranno disponibili la documentazione di lavoro, i verbali e le decisioni del Comitato
di Coordinamento. I verbali delle riunioni del Comitato di Coordinamento sono inviati alla Presidenza
della Giunta Regionale.
388/396
5.4.7. Progettazione integrata
5.4.7.1. Progetti Integrati di Sviluppo Urbano
L’Amministrazione Regionale definirà specifiche Linee Guida per la predisposizione dei Progetti
Integrati di Sviluppo Urbano. Le Linee Guida definiranno in dettaglio:
- la struttura dei contenuti dei Progetti Integrati di Sviluppo Urbano;
- le tipologie di operazioni ammissibili;
- le linee metodologiche per la costruzione dei Progetti Integrati di Sviluppo Urbano;
- le modalità di coinvolgimento dei Soggetti Privati;
- i criteri di valutazione dei Progetti Integrati di Sviluppo Urbano;
- le modalità di presentazione, valutazione e negoziazione dei Progetti Integrati di Sviluppo Urbano;
- il testo dell’Accordo di Programma che regolerà i rapporti tra l’Amministrazione Regionale e i
Soggetti titolari dei Progetti Integrati di Sviluppo Urbano.
La definizione dei Progetti Integrati di Sviluppo Urbano deve essere realizzata attraverso la
partecipazione diretta dei cittadini interessati adottando adeguate forme di consultazione.
In parallelo la Regione Calabria, per favorire l’attivazione di Partenariati Pubblico-Privati per la
realizzazione dei Progetti, predisporrà una specifica funzione di affiancamento per le Amministrazioni
comunali. Gli strumenti che si potranno attivare per la realizzazione di Partenariati Pubblico-Privati sono
i seguenti:
- schemi di finanza di progetto per opere con sufficienti margini di redditività finanziaria;
- concessioni di costruzione e gestione, di bene pubblico, di servizio pubblico locale;
- strumenti societari: Società Miste e STU (Società di Trasformazione Urbana);
- schemi innovativi di urbanistica consensuale/perequativa, eventualmente rendendo disponili risorse
pubbliche non finanziarie di proprietà comunale o di altri Enti.
I Progetti che prevedono l’attivazione di Partenariati Pubblico-Privati dovranno, ove ritenuto necessario,
essere valutati attraverso specifici Studi di Fattibilità.
La selezione dei Progetti Integrati di Sviluppo Urbano sarà effettuata attraversi bandi. L’Amministrazione
Regionale definirà procedure univoche per la valutazione ex ante e la selezione dei Progetti Integrati di
Sviluppo Urbano. Saranno adottati i seguenti indirizzi e criteri generali:
- per le proposte di interventi infrastrutturali e immateriali, finalizzati alla creazione o ampliamento di
strutture per l’erogazione di servizi di interesse pubblico, sarà necessario predisporre
preliminarmente i relativi Piani di Gestione;
- per le proposte di interventi che prevedono investimenti significativi e/o per i quali è necessario
valutare diverse soluzioni progettuali, l’Amministrazione Regionale potrà richiedere l’elaborazione
di specifici Studi di Fattibilità239;
- sarà data priorità alle proposte di interventi che:
- completano e/o ottimizzano interventi che abbiano già dimostrato il raggiungimento di risultati
rilevanti;
- favoriscono la cooperazione tra Comuni della Città / Area Urbana e i Comuni della cintura, per
favorire il rafforzamento delle relazioni funzionali fra sistemi urbani e sistemi rurali;
239 Gli Studi di Fattibilità devono essere elaborati avendo come riferimento le Linee Guida elaborate e
inviate al CIPE in seguito alla Delibera 106/99.
389/396
- sostengono la maggiore partecipazione delle donne e/o di categorie svantaggiate ai progetti di
integrazione sociale (urban welfare);
- prevedono il cofinanziamento delle Città e dei Comuni delle Aree urbane e la partecipazione
finanziaria di Operatori privati.
In merito agli impatti previsti dalla realizzazione dei Progetti Integrati di Sviluppo Urbano dovranno
essere valutati ex-ante:
- gli effetti di medio periodo del potenziamento o sviluppo di funzioni di eccellenza o innovative
sull’assetto socio-economico della Città o dell’Area Urbana;
- l’eventuale impatto dei Progetti sull’apertura delle Città o delle Aree Urbane verso l’esterno e sulla
loro connessione a reti o dinamiche sovralocali;
- la capacità dei Progetti di innescare nuove dinamiche economiche in settori innovativi del terziario e
di produrre nuova occupazione;
- l’effetto diretto dei Progetti sul miglioramento della qualità urbana nelle aree di intervento;
- l’effetto diretto dei Progetti sul potenziamento e il miglioramento dei servizi sociali urbani;
- la capacità dei Progetti di alimentare effetti virtuosi sulla qualità insediativa e urbana e di propagarli
anche all’esterno delle aree di intervento;
- l’impatto dei Progetti sulla riorganizzazione funzionale delle Città o delle Aree Urbane;
- la capacità dei Progetti di mettere in rete i Soggetti istituzionali e di creare nuove reti di attori
pubblici e privati;
- la rilevanza e le modalità di sviluppo del Partenariato Istituzionale e Pubblico-Privato nell’attuazione
dei Progetti;
- la rispondenza dei Progetti ai principi delle pari opportunità;
- la capacità dei Progetti di alimentare lo sviluppo delle reti sociali, dell’economia sociale e di
miglioramento delle opportunità e dei servizi per gruppi sociali svantaggiati o emarginati;
- la rilevanza del principio di sostenibilità ambientale nel quadro di interventi previsti dai Progetti.
Al fine di garantire la concentrazione delle risorse e l’integrazione degli interventi in ciascuna Città / Area
Urbana sarà possibile realizzare un numero limitato di Progetti Integrati di Sviluppo Urbano per ciascun
Obiettivo Operativo.
L’efficienza amministrativa e gestionale del Soggetto proponente (misurata anche sulla base dei risultati
conseguiti nella programmazione 2000-2006) sarà considerata un elemento rilevante ai fini della
valutazione e approvazione dei Progetti Integrarti di Sviluppo Urbano.
Per la realizzazione di Progetti Integrati di Sviluppo Urbano di rilevanza strategica regionale, ampiamente
condivisi da tutti i Soggetti Istituzionali interessati, sarà possibile procedere attraverso procedure
negoziali finalizzate all’adozione di specifici Accordi di Programma che identificheranno gli obiettivi
strategici, i piani di investimento, la struttura e le fonti finanziarie, i meccanismi gestionali e
amministrativi dei Progetti.
5.4.7.2. Progetti Integrati di Sviluppo Regionali e Locali
L’esperienza di programmazione del POR 2000-2006, degli Accordi di Programma Quadro, dei Patti
Territoriali, della IC Leader Plus e dei PIT ha evidenziato la necessità di una maggiore cooperazione
strategica e operativa tra le Istituzioni.
L’Amministrazione Regionale ritiene necessario, nell’ambito del nuovo periodo di programmazione 2007
- 2013, avviare un nuovo percorso strategico per la Programmazione Territoriale e la Progettazione
Integrata al fine di:
- conseguire il massimo valore aggiunto, in termini di creazione di reddito e di nuova occupazione,
dagli investimenti, soprattutto materiali, sino ad oggi realizzati nei diversi territori e settori di
intervento in Calabria attraverso i differenti strumenti di finanziamento.
- creare le necessarie condizioni per utilizzare con efficacia le risorse finanziarie comunitarie e
nazionali che sono disponibili per la Calabria nel periodo di programmazione 2007-2013.
390/396
- sostenere e rafforzare i processi di cooperazione istituzionale e di partenariato tra gli attori dello
sviluppo locale, rilanciando la collaborazione attiva tra il partenariato socio-economico e quello
istituzionale
- costruire un nuovo sistema di competenze sui territori, anche allo scopo di elevare la qualità
progettuale degli interventi, rafforzare le capacità di coordinamento e di progettazione a livello
locale, garantire la qualità procedurale nell’attuazione degli interventi.
Organismi Partenariali e Tecnici
Per la realizzazione del nuovo processo di Progettazione Integrata, la Regione Calabria intende istituire
specifici Organismi Partenariali (Tavolo di Partenariato Regionale, Tavoli di Partenariato Provinciali) e
Tecnici (Gruppo Regionale di Coordinamento, Gruppi Tecnici Regionali, Laboratori Territoriali di
Progettazione).
Il Partenariato della Progettazione Integrata è dislocato su tre livelli: Livello Regionale (Tavolo di
Partenariato Regionale); Livello Provinciale (Tavoli del Partenariato Provinciale); Livello di Progetto
(Partenariato di Progetto).
Tavolo di Partenariato Regionale
Il Tavolo di Partenariato Regionale corrisponde, sostanzialmente, al Partenariato Istituzionale, Economico
e Sociale del Comitato di Sorveglianza del POR Calabria FESR 2007 - 2013. E’ presieduto dal Presidente
della Giunta regionale o da un suo delegato. Svolge, in via principale, le seguenti funzioni:
- approva e adotta la “Carta del Partenariato Regionale”;
- partecipa alla formulazione ed elaborazione delle linee strategiche di Programmazione e
Progettazione Integrata Regionale e Territoriale;
- partecipa alla valutazione generale e alla condivisione della progettualità espressa;
- partecipa attivamente alla valutazione degli effetti derivanti dall’esecuzione degli interventi,
discutendone risultati ed impatti alla luce dell’evoluzione dell’economia della regione e dei suoi
territori;
- da impulso alla formazione ed al funzionamento dei Tavoli Provinciali.
Tavoli di Partenariato Provinciale
I Tavoli di Partenariato Provinciale, uno per Provincia, sono presieduti dal Presidente della Provincia o da
un suo delegato e risultano composti dai rappresentanti del Partenariato Istituzionale, Economico e
Sociale in modo da essere rappresentativi degli interessi e delle specificità territoriali di ciascuna
provincia. Svolgono le seguenti funzioni principali:
- condividono l’analisi e l’interpretazione delle caratteristiche di contesto, delle tendenze evolutive e
delle progettualità per lo sviluppo realizzata in ogni territorio di riferimento.
- formulano e condividono strategie, orientamenti ed indirizzi per la programmazione territoriale dello
sviluppo e la progettazione integrata, in coerenza con le strategie regionali.
- promuovono e sostengono azioni di cooperazione fra i componenti del Tavolo.
- approvano o richiedono la modifica dei Progetti Integrati predisposti.
- concertano con la Regione contenuti e modalità di attuazione dei Progetti Integrati.
- valutano periodicamente, in fase di attuazione, i risultati di avanzamento finanziario, procedurale e
fisico delle operazioni dei Progetti Integrati.
Partenariati di Progetto
I Partenariati di Progetto elaborano i Progetti integrati a seguito della pubblicazione del Bando pubblico
per la presentazione dei Progetti Integrati di Sviluppo. Ai Partenariati di Progetto possono partecipare
Enti Locali (in forma singola e/o associata), imprese (in forma singola e/o associata), associazioni di
categoria e datoriali, organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti, associazioni ambientaliste e
culturali, soggetti del privato sociale, università, centri di ricerca e tutti gli attori dello sviluppo interessati
a definire, progettare e attuare gli interventi.
391/396
I Partenariati di Progetto nominano un Comitato di Coordinamento in rappresentanza delle componenti
dei Soggetti Proponenti all’interno del quale è successivamente designato un Coordinatore. Il Comitato di
Coordinamento ha il compito di coordinare le attività durante la fase di predisposizione e presentazione
del Progetto Integrato e costituisce il referente del Partenariato di Progetto per l’Amministrazione
Regionale, l’Amministrazione Provinciale, il Tavolo di Partenariato Provinciale e il Tavolo di
Partenariato Regionale.
Le Strutture tecniche della Progettazione Integrata sono le seguenti: Laboratori Territoriali di
Progettazione (livello Provinciale); Unità Tecnica Regionale di Coordinamento; Gruppi Tecnici
Regionali.
Laboratori Territoriali di Progettazione
A livello Provinciale, operano delle strutture tecniche denominate Laboratori Territoriali di Progettazione.
I Laboratori Territoriali di Progettazione svolgono, nello specifico, le seguenti funzioni:
- predispongono e/o acquisiscono tutte le analisi (territoriali, socioeconomiche, finanziarie, ambientali,
ecc.) del territorio e i dati necessari alla ricostruzione del censimento della progettualità esistente ed
in corso;
- si interfacciano con i Partenariati di Progetto per la redazione dei documenti progettuali, sulla base
degli schemi e dei formulari condivisi con la Regione;
- elaborano i documenti intermedi più significativi, nonché i Rapporti d’Area e le Linee di Intervento
entro cui candidare i Progetti Integrati e li presentano per la discussione al Tavolo di Partenariato
Provincia, alla Regione e agli altri attori rilevanti;
- realizzano una forte attività di animazione “inclusiva” nell’ambito del territorio.
Unità Tecnica Regionale di Coordinamento e Gruppi Tecnici Regionali
A livello regionale sono istituiti la Unità Tecnica di Coordinamento della Progettazione Integrata e i
Gruppi Tecnici Regionali.
L’Unità Tecnica Regionale di Coordinamento è composta dal Direttore Generale del Dipartimento
Programmazione della Regione (o da un suo delegato), che la presiede, dai Coordinatori Regionali
Settoriali (interni all’Amministrazione Regionale ed individuati dal Dipartimento Programmazione), dai
Coordinatori Istituzionali dei Laboratori (di norma Dirigenti del Settore Programmazione, o omologo, di
ciascuna Provincia) e dai Coordinatori Tecnici dei Laboratori.
L’ Unità Tecnica Regionale di Coordinamento svolge, tra le principali funzioni, quelle di:impostare,
promuovere e coordinare il processo di attuazione dei Progetti Integrati Regionali e Territoriali che
saranno approvati nel quadro della Programmazione 2007-2013.
I Gruppi Tecnici Regionali operano a livello regionale e territoriale, affiancando sia i Laboratori di
Progettazione sia i Partenariati di Progetto per le tematiche/settori di propria competenza.
Percorso e fasi di attuazione
Il nuovo percorso della Programmazione Territoriale e della Progettazione Integrata prevede, a titolo
indicativo, la realizzazione delle seguenti fasi:
- Fase 1 - Costituzione degli Organismi Partenariali e delle Strutture Tecniche
L’avvio formale del processo è sancito dalla sottoscrizione di uno specifico Protocollo di Intesa con
le Province. In questa fase si procede alla costituzione degli organismi Partenariali e Tecnici per
come descritti in precedenza e si sottoscrive la “Carta del Partenariato Regionale”, ovvero l’impegno
congiunto tra Partenariato Istituzionale e Socio-Economico a costituire le condizioni per assicurare
che gli obiettivi assunti nell’ambito della programmazione territoriale e progettazione integrata per lo
sviluppo siano effettivamente perseguiti.
- Fase 2 - Analisi e Ascolto del Territorio ed Elaborazione dei Rapporti d’Area Provinciali
Una volta insediati i Laboratori e avviate le loro attività, sulla base di un Piano di Lavoro condiviso
dall’Unità Tecnica Regionale di Coordinamento, inizia la fase di analisi della caratteristiche
economiche e sociali territoriali e della progettualità esistente, finalizzate alla elaborazione dei
392/396
Rapporti d’Area Provinciali. I risultati delle attività di analisi permettono di formulare una prima
proposta di Priorità strategiche per lo sviluppo, coerenti con gli strumenti programmatici regionali e
provinciali, da sottoporre poi all’esame e alla valutazione dei Tavoli di Partenariato Provinciali. I
Rapporti d’Area, una volta redatti, sono inviati all’Amministrazione Regionale per l’approvazione.
- Fase 3 - Elaborazione del Quadro Unitario della Progettazione Integrata e degli Orientamenti
Strategici ed Operativi per la Predisposizione dei Progetti Integrati
L’Amministrazione Regionale, a seguito dell’approvazione dei Rapporti d’Area e a partire dai quadri
logici territoriali e settoriali da essi desunti, predispone il Quadro Unitario della Progettazione
Integrata che definisce lo schema di riferimento, in termini di articolazione territoriale e settoriale,
per la predisposizione dei Progetti Integrati. In questa fase vengono anche predisposti gli
Orientamenti Strategici ed Operativi per la Predisposizione dei Progetti Integrati che definiscono, tra
l’altro, per ciascun ambito di intervento, gli elementi di riferimento che devono essere utilizzati per la
predisposizione dei Progetti Integrati da parte dei Partenariati di Progetto. La Regione, con proprie
Delibere, individua il quadro delle risorse finanziarie per il finanziamento delle operazioni inserite
nei Progetti Integrati.
- Fase 4 – Pubblicazione del Bando per la Presentazione dei Progetti Integrati
L’Amministrazione Regionale, di concerto con le 5 Province, pubblica uno specifico Bando per la
presentazione dei Progetti Integrati di Sviluppo previsti dal Quadro Unitario della Progettazione
Integrata da parte di Partenariati di Progetto, in coerenza con gli obiettivi e le azioni prioritarie
individuate negli Orientamenti Strategici ed Operativi per la Predisposizione dei Progetti Integrati. I
Laboratori realizzano momenti di animazione territoriale, finalizzata ad allargare il livello di
comunicazione e conoscenza del processo e ad allargare il livello di inclusione ad un numero ampio
di attori.
- Fase 5 - Costituzione dei Partenariati di Progetto ed Elaborazione delle Proposte di Progetti
Integrati.
I Partenariati di Progetto sono costituiti da tutti i Soggetti proponenti il Progetto Integrato che
contribuiscono attivamente alla sua elaborazione e attuazione attraverso la realizzazione delle
specifiche operazioni previste. La costituzione dei singoli Partenariati di Progetto deve essere
formalizzata attraverso la stipula di un Protocollo d’Intesa tra i Soggetti che presentano le singole
Operazioni che costituiscono il Progetto Integrato.
I Partenariati di Progetto elaborano i Progetti Integrati, attenendosi agli indirizzi generali contenuti
nei Rapporti d’Area e nelle specifiche schede che definiscono gli Orientamenti Strategici ed
Operativi per la Predisposizione dei Progetti Integrati. I Laboratori di Progettazione Provinciale
supportano i Partenariati di Progetto nella predisposizione dei Progetti Integrati.
Le proposte dei Progetti Integrati sono presentate per l’approvazione ai Tavoli di Partenariato
Provinciali, per i Progetti Integrati di Sviluppo Territoriale, e al Tavolo di Partenariato Regionale, per
i Progetti Integrati di Sviluppo Regionale.
- Fase 6 - Valutazione e Approvazione dei Progetti Integrati
La valutazione dei Progetti Integrati è effettuata dal Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli
Investimenti Pubblici che potrà essere integrato con Esperti di valutazione di progetti complessi
anche individuati nell’ambito della Rete Nazionale dei Nuclei di Valutazione. La valutazione è
effettuata sulla base del modello di valutazione specifico e si conclude con una Relazione di
Valutazione che riporta le specifiche osservazioni e richieste di modifica o di integrazioni del Nucleo.
Sulla base della Relazione di Valutazione il Partenariato di Progetto:
- in caso di condivisione delle osservazioni e delle richieste del Nucleo, provvede ad elaborare la
versione finale del Progetto Integrato;
- in caso di non condivisione, anche parziale, delle osservazioni e delle richieste del Nucleo, avvia
un confronto tecnico-amministrativo.
Il Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici, a seguito della valutazione
e approvazione dei singoli Progetti Integrati e delle specifiche operazioni che li compongono,
assegna a ciascuna operazione approvata uno specifico punteggio.
393/396
I Progetti Integrati vengono successivamente approvati dalla Giunta Regionale.
- Fase 7 – Finanziamento delle Operazioni dei Soggetti Pubblici.
Le Operazioni proposte dai Soggetti Pubblici saranno finanziate sulla base delle risorse disponibili e
dei punteggi attribuiti a ciascuna operazione.
- Fase 8 – Pubblicazione dei Bandi pubblici per i Soggetti Privati e assegnazione delle risorse
disponibili
Le Operazioni proposte da Soggetti Privati saranno finanziate a seguito della pubblicazione di Bandi
pubblici specifici. Nella formulazione della graduatoria sarà attribuito alle Operazioni approvate
all’interno dei Progetti Integrati, in aggiunta agli altri punteggi previsti nel bando, il punteggio di cui
alla precedente Fase 6.
Il cronoprogramma indicativo di attuazione delle Fasi della Progettazione Integrata è riportata di seguito.
Fase 1 220 07 3 1 220 08 3 1 220 09 3 1 220 10 3 1 220 11 3 1 220 12 3 1 220 13 3
Fase 1
Fase 2
Fase 3
Fase 4
Fase 5
Fase 6
Fase 7
Fase 8
5.4.8. Stabilità delle Operazioni
L’Autorità di Gestione si impegna, a svolgere i controlli in merito alla stabilità delle operazioni di cui
all’art. 57 del Regolamento (CE) n. 1083/2006, cioè al mantenimento per cinque anni ovvero tre laddove
lo Stato membro eserciti l’opzione di ridurre il termine, dal completamento delle operazioni finanziate dal
Programma Operativo del vincolo di destinazione.
394/396
5.5. Rispetto della normativa comunitaria240
Normativa comunitaria in materia di ambiente.
Le operazioni finanziate dal POR sono attuate nel pieno rispetto della normativa comunitaria in materia di
ambiente, e, segnatamente nel rispetto dei principi espressi dal Trattato CE.
Regole della concorrenza
Gli aiuti di Stato previsti nel Programma Operativo sono concessi in conformità alle rispettive decisioni di
autorizzazione (nel caso di aiuti notificati) nonché alle condizioni previste dai regolamenti di esenzione
(nel caso di aiuti esentati dall’obbligo di notificazione) e comunque, in ogni caso, nel rispetto della
vigente normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato applicabile al momento della concessione
dell'aiuto.
Appalti pubblici
Le operazioni finanziate dal Programma Operativo sono attuate nel pieno rispetto della normativa
comunitaria in materia di appalti pubblici, e segnatamente delle pertinenti regole del Trattato CE, delle
Direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, della Comunicazione
interpretativa della Commissione sul diritto comunitario applicabile agli appalti non disciplinati o solo
parzialmente disciplinati dalle direttive "appalti pubblici" C(2006)3158 del 24.07.2006, di ogni altra
normativa comunitaria applicabile, nonché della relativa normativa di recepimento nazionale e regionale.
Negli atti di concessione dei contributi a titolo del Programma Operativo ai soggetti responsabili
dell'aggiudicazione delle operazioni è inserita la clausola che li obbliga al rispetto della normativa in
materia di aiuti di Stato e appalti pubblici. La responsabilità diretta per l‘affidamento delle attività da
parte dell'Amministrazione regionale e quella del controllo sugli affidamenti da parte degli organismi
intermedi è in capo all’Autorità di Gestione; le check-list / procedure interne utilizzate per la verifica
dell’Autorità di Gestione e dell’Autorità di Certificazione prevedono al riguardo uno specifico riscontro.
Le comunicazioni destinate alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea e/o sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e/o sul Bollettino Ufficiale della Regione specificano gli
estremi dei progetti per i quali è stato deciso il contributo comunitario.
Modalità di accesso ai finanziamenti FSE.
Le Autorità di Gestione ricorrono sempre a procedure aperte di selezione dei progetti relativi ad attività
formative. Al fine di garantire la qualità delle azioni finanziate agli utenti, l’accesso ai finanziamenti per
le attività formative - fermo restando il rispetto delle norme in materia di concorrenza richiamate nel
presente paragrafo 5.5 – è in linea con il sistema di accreditamento, secondo la normativa comunitaria,
nazionale e regionale vigente.
Nel rispetto delle norme e dei principi nazionali e comunitari in materia di appalti pubblici e di
concessioni, eventuali situazioni specifiche di rilevanza generale sono preventivamente esaminate e
sottoposte all’approvazione del Comitato nazionale del QSN dedicato alle risorse umane, d’intesa con la
Commissione Europea. Laddove abbiano una dimensione solo regionale, sono preventivamente esaminate
e sottoposte all’approvazione del Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo interessato, d’intesa
con la Commissione Europea.
Per l’attività diverse dalla formazione, si applicano le norme in materia di concorrenza e appalti pubblici,
richiamate nel presente paragrafo 5.5, nel rispetto delle direttive comunitarie e nazionali in materia di
appalti, ivi compresa la giurisprudenza europea in materia.
240 Art. 9 del Regolamento (CE) del Consiglio n. 1083/2006.
395/396
6. DISPOSIZIONI FINANZIARIE
6.1. Struttura del Piano Finanziario
Il piano finanziario del POR FESR 2007-2013 viene esplicitato da due tabelle così come previsto nel
Regolamento (CE) n. 1083/2006 (artt. da 52 a 54, e art. 37.1), nonchè dal Regolamento (CE) n.
1828/2006 (Regolamento di Attuazione - Allegato XVI).
La Tabella 6.1 ripartisce annualmente, in conformità con gli articoli 52, 53 e 54, l’importo della dotazione
finanziaria complessiva prevista per il contributo del FESR.
La Tabelle 6.2 specifica l’importo della dotazione finanziaria complessiva del POR per l’intero periodo di
programmazione e per ciascun Asse prioritario.
Tabella 6.1. Ripartizione risorse FESR per anno nel periodo 2007-2013 (Prezzi 2004)
Riferimento del Programma Operativo - Numero CCI: 2007 IT 161 PO 008
Anno per Fonte di Finanziamento del Programma (in EUR).
Fondi
Strutturali
(FESR)
Fondo di
Coesione Totale
(1) (2) (3) = (1) + (2)
2007
Regioni senza sostegno transitorio 201.649.567 0 201.649.567
Regioni con sostegno transitorio 0 0 0
Totale 2007 201.649.567 0 201.649.567
2008
Regioni senza sostegno transitorio 205.682.557 0 205.682.557
Regioni con sostegno transitorio 0 0 0
Totale 2008 205.682.557 0 205.682.557
2009
Regioni senza sostegno transitorio 209.796.210 0 209.796.210
Regioni con sostegno transitorio 0 0 0
Totale 2009 209.796.210 0 209.796.210
2010
Regioni senza sostegno transitorio 213.992.133 0 213.992.133
Regioni con sostegno transitorio 0 0 0
Totale 2010 213.992.133 0 213.992.133
2011
Regioni senza sostegno transitorio 218.271.977 0 218.271.977
Regioni con sostegno transitorio 0 0 0
Totale 2011 218.271.977 0 218.271.977
2012
Regioni senza sostegno transitorio 222.637.417 0 222.637.417
Regioni con sostegno transitorio 0 0 0
Totale 2012 222.637.417 0 222.637.417
2013
Regioni senza sostegno transitorio 227.090.165 0 227.090.165
Regioni con sostegno transitorio 0 0 0
Totale 2013 227.090.165 0 227.090.165
Totale delle Regioni senza sostegno transitorio
(2007 - 2013) 1.499.120.026 0 1.499.120.026
Totale delle Regioni con sostegno transitorio
(2007 - 2013) 0 0 0
Totale complessivo 2007 - 2013 1.499.120.026 0 1.499.120.026
Tabella 6.2 - Riparto Finanziario tra Assi Prioritari
Riferimento del Programma Operativo - Numero CCI: 2007 IT 161 PO 008
Assi Prioritari per Fonte di Finanziamento del Programma (in EUR).
Ripartizione Indicativa della
Contributo Controparte Nazionale Per Informazione
Comunitario
(FESR)
Controparte
Nazionale Finanziamento
Nazionale
Pubblico
Finanziamento
Nazionale
Privato
Finanziamento
Totale
Tasso di
Asse Prioritario Cofinanziamento
(a) (b) =(c) + (d) ( c ) ( d ) (e) = (a) + (b) (f) = (a) / (e)
Contributo
BEI
Altri
Finanziamenti
1 – Ricerca Scientifica,
Innovazione Tecnologica e
Società dell’Informazione.

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