venerdì 27 febbraio 2009

Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Calabria, Parte 3



La governance nelle aree Leader
Lo scioglimento della Cassa del Mezzogiorno, agli inizi degli anni Novanta, ha creato in
Calabria un vuoto di governance a livello locale in termini di politica di sviluppo di carattere
settoriale, pensata e gestita dall’alto. La classe dirigente locale, infatti, era completamente
estranea sia nella fase di programmazione sia nella fase di gestione delle politiche, mentre alla
società civile non era stato riconosciuto fino ad allora alcun ruolo nella programmazione dello
sviluppo. Tuttavia, proprio negli anni novanta in Calabria un’indagine sui valori associati allo
sviluppo ha mostrato un buon risultato della cultura dell’autonomia responsabile situandosi
tra le regioni più dinamiche del Mezzogiorno in termini di atteggiamenti funzionali alla
crescita economica. L’I.C. Leader, che trova attuazione in questo contesto di transizione, ha
costituito per le aree rurali calabresi lo strumento per pensare in modo innovativo al territorio
e al suo sviluppo. Essa ha permesso meglio di altri programmi di non escludere i soggetti
della società civile nella programmazione e attuazione dello sviluppo rurale e di sperimentare
un metodo per la formazione della capacità organizzativa della comunità rurale
(rafforzamento della gestione locale e della capacità di sviluppo di progetti). Gli studi
esistenti sul tema e i rapporti di valutazione ne evidenziano gli effetti positivi sulla capacità di
governance delle aree rurali in termini di:
· Aumento della cooperazione orizzontale e verticale. La cooperazione orizzontale, cioè
quella con soggetti posti allo stesso livello di governo del Gal (istituzioni e soggetti
economici e sociali locali) sembra aver funzionato efficacemente. Ciò può essere
considerato senz’altro un aspetto positivo, poste le criticità tradizionalmente
riscontrate nell’instaurazione di rapporti di cooperazione e partenariato tra soggetti ed
istituzioni. Tuttavia, risultati migliori debbono essere raggiunti in termini di ampiezza
e di complessità dei partenariati. I partenariati locali, infatti, non coinvolgono tutti i
partner potenziali. L’esperienza passata, che ha visto l’allargarsi dei partenariati nel
passaggio dal Leader I al Leader II e al Leader+, mostra però che un partenariato
diffuso è frutto dell’accumulazione di capitale sociale nel tempo. Lo stesso vale per la
difficoltà di creare partenariati più complessi estendendendo la cooperazione al di
fuori dell’ambito strettamente locale in direzione delle istanze a livello provinciale,
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regionale, interregionale, nazionale e internazionale. La cooperazione verticale, cioè
quella tra Gal e Regione, sembra aver funzionato solo in parte sia sotto il profilo
dell’avanzamento del PLR sia sotto il profilo dell’integrazione tra i PSL e gli altri
strumenti di programmazione negoziata disponibili sui territori interessati. Sotto
quest’ultimo profilo, si è avuta una proliferazione di partenariati su uno stesso
territorio a seconda del programma di sviluppo di riferimento. Inoltre non sempre la
capacità di apprendimento dei soggetti istituzionali è stata tale da comportare la
diffusione e il radicamento dell’approccio Leader nella pubblica amministrazione e
una ristrutturazione dei comportamenti e del modello organizzativo.
· Rendimento istituzionale e organizzativo del partenariato. Nelle aree con scarso
sviluppo sia economico che sociale il Leader ha permesso la formazione di un
partenariato che ha acquisito capacità strategiche per quelle aree: conoscenza del
territorio, competenza professionale degli operatori, capacità di creare relazioni al di
fuori dei territori, maggiore articolazione nell’interpretazione dei problemi del
territorio, maggiore capacità di individuazione di specificità, di opportunità di
integrazione.
· PSL caratterizzati da buoni livelli di integrazione, nel senso della compartecipazione
di più tipologie di attori al progetto, di multisettorialità, d’integrazione di risorse e di
concentrazione, nel senso di definizione di priorità significative per il contesto. Questi
risultati sono stati raggiunti grazie all’animazione territoriale con la quale sono stati
coinvolti i soggetti e le zone più deboli fornendo loro la necessaria assistenza tecnica,
aiutando a superare le situazioni di conflittualità, consentendo la realizzazione di
nuove idee. Questo processo, sedimentatosi nel tempo, ha portato così a PSL non più
mera espressione delle competenze presenti nei gruppi promotori ma più orientati a
valorizzare le specificità territoriali, a operare delle scelte e a concentrare le risorse.
Tuttavia, non tutti i territori sono stati coinvolti dall’iniziativa in quanto i programmi
presentati non hanno superato la fase di selezione. Occorre pertanto coinvolgere anche questi
territori soprattutto nella fase di animazione e acquisizione di competenze.
Pertanto, l’iniziativa va ulteriormente consolidata e diffusa in modo che il capitale sociale nei
territori che hanno conosciuto l’iniziativa si rafforzi e possa costituire la leva per innescare lo
sviluppo endogeno di quelle aree.
Si tratta di individuare in primo luogo modalità di attuazione dell’approccio Leader che ne
garantiscano le specificità e ne assicurino una adeguata massa critica. Occorre, inoltre,
definire partnership adeguate agli obiettivi e prevedere azioni di animazione,
accompagnamento e assistenza tecnica in grado di supportare la progettualità locale e favorire
la complementarietà dei programmi a livello locale.
A questo riguardo si pone sicuramente l’esigenza di regolamentare la proliferazione di
soggetti e agenzie al livello locale valorizzando le esperienze passate e il ruolo dei soggetti già
operanti sul territorio. Concretamente per sviluppare la complementarietà a livello locale,
occorre puntare anche su azioni di animazione territoriale e di assistenza tecnica alla
progettazione degli enti locali. Tali processi a livello regionale possono essere favoriti dalla
definizione di aree prioritarie su cui concentrare gli interventi e includere nella
programmazione degli interventi gli enti gestori che hanno operato in passato come potenziali
promotori della programmazione integrata. Infatti, ci vuole tempo per riuscire a formare e
sviluppare l’esperienza di un buon partenariato e di una buona squadra locale. Per questo, in
contesti in cui è necessario il miglioramento della propria capacità amministrativa, i
partenariati rappresentano un patrimonio fondamentale.
Dall’esperienza del passato si evince che favorendo l’interazione tra diversi soggetti,
incentivando un aumento del capitale sociale, favorendo forme di reciprocità sono condizioni
necessarie, ma non sufficienti, per costruire sistemi forti e capacità di governance.
Determinante, in questo senso, appare la capacità di risposta e di adattamento del contesto
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istituzionale rispetto ai nuovi strumenti. Da questo punto di vista, va ulteriormente rafforzata
la cooperazione orizzontale e verticale. A tal fine l’approccio Leader rappresenta il metodo
attraverso il quale diffondere comportamenti virtuosi nella pubblica amministrazione.
Analisi SWOT delle aree Leader
Punti di debolezza Minacce
Capacità di governance non ancora adeguata
Proliferazione partenariati
Ampiezza del partenariato non ancora adeguata
Semplicità delle reti di relazione in termini di apertura a
dimensioni oltre il locale
Territori che non hanno sperimentato l’iniziativa
all’iniziativa
Declino socio-economico
Inefficacia ed inefficienza della spesa
Isolamento
Punti di forza Opportunità
Accumulo di capitale sociale nei territori che hanno
sperimentato l’iniziativa
Diffusione sul territorio regionale
Creazione e consolidamento della cooperazione
verticale orizzontale
Miglioramento efficacia ed efficienza della spesa
Diffusione del metodo nella PA
Rottura dell’isolamento
Bisogni
Estendere l’approccio Leader a tutti i territori;
Valorizzare le risorse endogene;
Coinvolgere la popolazione nelle decisioni;
Rompere l’isolamento.
3.2 La strategia scelta sulla base dei punti di forza e debolezza
La definizione della strategia di sviluppo del PSR Calabria ha tenuto conto:
· degli Orientamenti Strategici Comunitari per lo Sviluppo Rurale;
· del Piano Strategico Nazionale;
· delle scelte indicate nel DSR della Calabria per le politiche di coesione;
· dei risultati conseguiti dai Programmi in corso di attuazione (POR 2000-2006, PSR
2000-2006, LEADER + 2000-2006);
· della realtà agricola, forestale, agroalimentare ed ambientale;
· delle caratteristiche specifiche delle aree rurali calabresi.
In particolare, per gli interventi forestali la strategia scelta risulta coerente con gli obiettivi
individuati dai seguenti programmi:
· Strategia Forestale dell’Unione Europea;
· Programmazione nazionale: Piano Forestale Nazionale, D. Lgs n. 227/2001
“Orientamento e modernizzazione del settore forestale”;
· Piani di Protezione Forestale per le zone classificate a medio o alto rischio di incendio,
individuate ai sensi del Regolamento (CEE) n. 2158/92 del 1992;
· Sistema Informativo Europeo sugli Incendi Forestali nel quadro del regolamento (CE)
n. 2152/2003 del Parlamento e del Consiglio;
· Programma autosostenibile di sviluppo nel settore forestale regionale.
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Da quest’ultimo programma partono le linee di indirizzo del Piano Forestale regionale, oggi
in fase di approvazione della Giunta.
Con la vecchia programmazione finisce la fase dell’indagine e acquisizione di esperienze e si
vuole passare con la nuova ad una fase di attuazione il cui obiettivo primario è quello di
amplificare la capacità di utilizzo delle risorse endogene.
L’obiettivo prioritari della nuova programmazione è quello di creare un modello di sviluppo
competitivo, sostenibile, integrato, autonomo e duraturo.
Gli obiettivi della nuova programmazione sono relativi agli assi previsti:
· migliorare la competitività del settore agricolo e forestale (Asse I);
· migliorare l’ambiente e lo spazio naturale (Asse II);
· migliorare la qualità della vita delle aree rurali e diversificare l’economia rurale (Asse
III);
· migliorare la governance locale (Asse IV).
ASSE I
Dall’analisi di contesto e delle filiere emerge “l’importanza della produzione regionale su
quella nazionale di alcuni prodotti calabresi (agrumi, olio, ortive)”; la produzione agricola ha
un “forte legame con il territorio” e “ampio è il paniere di produzioni tipiche”; infine, “vasta
è la superficie agricola a bassa intensità di produzione”. Quest’ultimo aspetto potrebbe essere
annoverato fra i punti di debolezza, se non fosse per il basso grado di inquinamento che ne
deriva. La presenza di tali punti di forza vale a sostenere che esistono le basi perché,
attraverso le misure attivate (dalla formazione, all’ammodernamento, alle misure volte al
miglioramento della qualità) possa innalzarsi il livello di competitività del settore agricolo e
forestale, l’immagine del “sistema Calabria” e, quindi, la collocazione nei mercati di prodotti
di qualità. L’obiettivo è di evitare che le imprese agroalimentari possano intraprendere la
strada del declino, anche in considerazione dei rischi legati all’incapacità da parte dei
produttori calabresi di affrontare la nuova PAC.
ASSE II
L’ambiente e lo spazio rurale del territorio calabrese soffrono di problemi legati sia alla
struttura stessa del territorio (prevalenza di aree montane e collinari), sia a difficoltà storiche
legate alla deforestazione, sia alla scarsa attenzione verso le risorse ambientali. Il rischio
maggiore che si corre è l’abbandono di aree a forte valenza ambientale come testimoniano la
presenza di numerose aree protette, parchi e siti Natura 2000. Attraverso le misure di sostegno
agli operatori agricoli e forestali, l’asse II punta a preservare il valore ambientale dei territori
facendo si che gli operatori stessi fungano da gestori del territorio secondo una visione di
sostenibilità.
ASSE III
Quasi la metà dei Comuni rurali calabresi sono in declino e, fatta eccezione per le aree urbane
o urbanizzate, hanno un’ampiezza demografica inferiore ai 5.000 abitanti. Su tali aree
incombe la minaccia dello spopolamento con la conseguente perdita di un ampio patrimonio
rurale e architettonico. La creazione di nuove opportunità di occupazione, attraverso il
sostegno allo sviluppo delle microimprese, la diversificazione dell’economia, l’incentivazione
dell’attività turistica ecc., l’offerta di servizi, costituiscono, al contempo, misure e opportunità
da cogliere.
ASSE IV
Quest’asse viene attuato nei territori rurali in ritardo di sviluppo o intermedi dove è
importante rafforzare la capacità progettuale e gestionale a livello locale e migliorare la
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partecipazione delle popolazioni rurali alla definizione delle politiche. Queste politiche
devono essere indirizzate alla valorizzazione delle risorse endogene di cui è ricco il territorio
calabrese e anche a rompere la condizione di isolamento.
Accanto a questi obiettivi generali il PSR si pone degli obiettivi specifici per ogni asse.
Relativamente all’Asse I gli obiettivi specifici sono:
· Accrescere la competitività delle aziende agricole e forestali e delle filiere
agroalimentari;
· Sostenere l’ammodernamento e l’innovazione;
· Migliorare la qualità dei prodotti nelle diverse fasi delle filiere (dalla produzione alla
trasformazione);
· Qualificare e aggiornare i profili professionali;
· Valorizzare e promuovere i prodotti tipici di qualità e il loro legame con il territorio;
· Potenziare le infrastrutture e migliorare la gestione dei sistemi irrigui;
· Favorire il ricambio generazionale.
L’Asse II prevede i seguenti obiettivi specifici:
· Mantenere l’attività agricola nelle zone svantaggiate con funzione di presidio;
· Tutela dell’ambiente e conservazione della biodiversità nei siti Natura 2000;
· Investimenti finalizzati alla valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio nei sistemi
agricoli e forestali;
· Migliorare del livello di benessere degli animali;
· Ripristino del potenziale produttivo e prevenzione degli incendi;
· Tutela e ricostituzione del potenziale forestale;
· Introduzione e diffusione di tecniche di coltivazione biologica e integrata;
· Favorire l’introduzione di tecniche agronomiche per la difesa quali-quantitativa delle
acque;
· Aumentare la disponibilità di biomassa attraverso l’incremento della superficie
investita.
All’interno dell’Asse III vanno perseguiti i seguenti obiettivi specifici:
· Diversificare l’economia rurale;
· Creare nuove opportunità occupazionali;
· Formazione di nuovi profili professionali;
· Recupero del patrimonio rurale per migliorare l’attrattività turistica.
Infine, gli obiettivi specifici dell’Asse IV sono:
· Rafforzamento della capacità progettuale e gestionale locale;
· Miglioramento della partecipazione locale alla definizione delle politiche;
· Rottura dall’isolamento.
La scelta degli obiettivi prioritari e specifici deriva dall’individuazione dei bisogni scaturiti
sin dalla fase iniziale dalle analisi del contesto agricolo, forestale, ambientale e dei territori
rurali.
Di seguito si riportano i collegamenti tra i bisogni individuati per ogni asse, le misure ad essi
corrispondenti e gli obiettivi specifici.
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Asse I – Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale
BISOGNI OBIETTIVI SPECIFICI
PSR MISURE
Superamento della debolezza strutturale
delle aziende agricole e forestali
Riduzione costi di produzione
Favorire l’innovazione tecnologica
Aumentare il valore aggiunto della fase
agricola
Adeguare le strutture della
trasformazione
Diversificazione produzione
Adeguamento offerta alla domanda
Favorire la creazione di filiere sul
territorio
Sostituire le specie alloctone con
quelle autoctone
Migliorare gli impianti esistenti al
fine di aumentare le rese e la
resistenza ai parassiti
Ridurre l’impatto ambientale e
benessere degli animali
Concentrazione dell’offerta
Accrescere la
competitività delle
aziende agricole e
forestali e delle filiere
agroalimentari
Sostenere
l’ammodernamento e
l’innovazione
114 - Utilizzo di servizi di
consulenza
115 - Avviamento di servizi di
consulenza aziendale, di
sostituzione e di assistenza alla
gestione delle aziende agricole,
nonché di servizi di consulenza
forestale
121- Ammodernamento delle
aziende agricole
122 - Accrescimento del valore
economico delle foreste
123 - Accrescimento del valore
aggiunto dei prodotti agricoli e
forestali
124 - Cooperazione per lo
sviluppo di nuovi prodotti,
processi e tecnologie nei settori
agricolo ed alimentare e in quello
forestale
126 - Ripristino del potenziale
produttivo agricolo danneggiato
da calamità naturali e
introduzione di adeguate misure
di prevenzione
133 - Azioni di informazione e
promozione
132 - Sostegno agli agricoltori che
partecipano ai sistemi di qualità
alimentare
131- Sostegno agli agricoltori per
conformarsi alle norme rigorose
basate sulla legislazione comunitaria
Migliorare la qualità dei prodotti
Miglioramento della qualità
dei prodotti nelle diverse fasi
delle filiere (dalla produzione
alla trasformazione)
133 - Azioni di informazione e
promozione
111 - Azione nel campo della
formazione professionale e
dell'informazione
114 - Utilizzo di servizi di
Migliorare la professionalità degli consulenza
operatori
Qualificare e aggiornare i
profili professionali 115 - Avviamento di servizi di
consulenza aziendale, di
sostituzione e di assistenza alla
gestione delle aziende agricole,
nonché di servizi di consulenza
forestale
Migliorare la promozione delle
tipicità e l’immagine dei prodotti
Valorizzazione e
promozione dei prodotti
tipici di qualità e del loro
legame con il territorio
133 - Azioni di informazione e
promozione
Migliorare la logistica e
l’infrastrutturazione
Potenziare le infrastrutture
e migliorare la gestione
dei sistemi irrigui
125 - Miglioramento e sviluppo
delle infrastrutture in parallelo
con lo sviluppo e l'adeguamento
dell'agricoltura e della
silvicoltura
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112 - Insediamento di giovani
agricoltori
111 - Azione nel campo della
formazione professionale e
dell'informazione
Ricambio generazionale Favorire il ricambio
generazionale
113 - Prepensionamento degli
imprenditori e dei lavoratori agricoli
Asse II - Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale
BISOGNI OBIETTIVI SPECIFICI PSR MISURE
211 -Indennità compensative degli
svantaggi naturali a favore degli
Favorire la permanenza degli agricoltori agricoltori delle zone montane
nelle aree rurali in funzione del loro
ruolo di presidio e salvaguardia del
territorio
Mantenimento dell'attività agricola
nelle zone svantaggiate (ai sensi della
Dir. 268 del 1975) con funzione di
presidio
212 -Indennità a favore degli
agricoltori delle zone caratterizzate da
svantaggi naturali diverse dalle zone
montane
Tutela ambientale e conservazione
della biodiversità nei siti Natura
2000
213 e 224 -Indennità Natura 2000 e
indennità connesse alla direttiva
2000/60/CE
Introduzione e diffusione di
tecniche di coltivazione biologica
ed integrata
214 - Pagamenti agroambientali
216 - Sostegno agli investimenti non
produttivi
Investimenti finalizzati alla
valorizzazione dell’ambiente e del
paesaggio nei sistemi agricoli e
forestali
227 - Sostegno agli investimenti non
produttivi
Tutelare le risorse naturali e la
biodiversità
Miglioramento del livello di benessere
degli animali
215 – Pagamenti per il benessere degli
animali
Contrastare il fenomeno degli
incendi
Ripristino potenziale produttivo e
prevenzione incendi
226 - Ricostituzione del potenziale
produttivo forestale e interventi
preventivi
221 - Imboschimento di terreni
Contrastare il dissesto agricoli
idrogeologico
Tutela e ricostituzione del patrimonio
forestale 223 - Imboschimento di terreni non
agricoli
214 - Pagamenti agroambientali
227 - Sostegno agli investimenti
Contrastare l’inquinamento delle falde non produttivi
e il degrado del suolo
Favorire l’introduzione di tecniche
agronomiche per la difesa qualiquantitativa
delle acque 221 – imboschimento di terreni
agricoli
223 – imboschimento di terreni
non agricoli
221 - Imboschimento di terreni
Sostenere la produzione dell’energia agricoli
rinnovabile
Aumentare la disponibilità di biomassa
attraverso l’incremento della superficie
investita 223 - Imboschimento di terreni non
agricoli
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Asse III – Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale
BISOGNI OBIETTIVI SPECIFICI PSR MISURE
Diversificazione dell'economia rurale
Nuove opportunità
occupazionali
Contrastare l’esodo Creazione di nuove opportunità
occupazional
311 - Diversificazione in attività non
agricole
312 – Sostegno alla creazione e
allo sviluppo di micro-imprese
nell'intento di promuovere
l'imprenditorialità e rafforzare il
tessuto economico
313 - Incentivazione di attività
turistiche
Formazione di nuovi profili
professionali
Formazione di nuovi profili
professionali
331 - Formazione e informazione
rivolta agli operatori economici
impegnati nei settori che rientrano
nell'Asse 3
Dotazioni infrastrutturali
primarie, sociali e
tecnologiche
Migliorare l’offerta dei servizi
321 - Servizi essenziali per
l'economia e la popolazione
rurale
Valorizzazione risorse
naturali, storiche e culturali
Recupero del patrimonio rurale per
migliorare l’attrattività turistica
323 - Tutela e riqualificazione del
patrimonio rurale
Maggiore cooperazione
economica e istituzionale
Rafforzamento del
capitale sociale
Rottura isolamento
Asse IV – Approccio Leader
Asse IV – Leader
BISOGNI OBIETTIVI SPECIFICI PSR MISURE
Estendere l’approccio
leader a tutti i territori
Valorizzare le risorse
endogene
Rafforzamento della capacità
progettuale e gestionale locale
Coinvolgere la
popolazione nelle
decisioni
Miglioramento della partecipazione
locale alla definizione delle politiche
410 - Strategie di sviluppo locale (411-
412-413)
431 - Costi di gestione, animazione e
acquisizione di competenze
Rompere l’isolamento Rottura dell'isolamento 421 - Cooperazione
transanazionale e interregionale
Gli obiettivi di ciascun Asse si raggiungono valorizzando la programmazione precedente,
proponendo e rafforzandone le strategie (filiera e piani integrati) e i principi (approccio
integrato, dal basso, ecc.) e creando, nel contempo, discontinuità con la fase di gestione,
attuazione e controllo.
Le strategie adottate per raggiungere questi obiettivi sono relative a:
· favorire la concentrazione degli interventi attraverso meccanismi di priorità e di
premialità, nonché elaborando una territorializzazione, al fine di migliorare la qualità e
l’efficacia della spesa;
· promuovere l’approccio integrato tra assi, misure e programmi;
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· promuovere l’approccio Leader sul territorio basato sulla creazione di partenariati e su
un approccio allo sviluppo che parte dal basso.
Per cercare di incidere fortemente sul tessuto produttivo agricolo e forestale si è scelto di
concentrarsi sul potenziale umano (misure quali l’utilizzo dei servizi di consulenza e il
pacchetto giovani) e sullo sviluppo delle capacità produttive delle aziende (misure per
l’ammodernamento e il miglioramento fondiario). Si è puntato, inoltre, al sviluppare le
infrastrutture dei comprensori da parte degli enti pubblici locali.
Si è deciso di puntare anche sul miglioramento della qualità e sul consolidamento delle
produzioni agricole di pregio sia con risorse per il sostegno agli agricoltori che partecipano ai
sistemi di qualità sia con le misure dell’Asse II per la promozione e l’utilizzo sostenibile dei
terreni agricoli.
Per consentire la rivitalizzazione delle aree interne in ritardo di sviluppo si è scelto di
concentrarsi sulla diversificazione delle attività agricole, sui servizi essenziali per le
popolazioni e sulla promozione turistica.
Tutte queste azioni sono integrate tra loro grazie all’esperienza avuta con l’approccio Leader.
Questo allo scopo di ottenere un effetto moltiplicatore di tutti gli interventi.
Il Programma mette in campo una strategia strettamente coerente con la strategia di
rinnovamento economico e sociale e di sviluppo sostenibile dell’Europa definita dal
Consiglio Europeo di Lisbona e dal Consiglio Europeo di Göteborg. Questo al fine di
contribuire, anche, al perseguimento dei relativi obiettivi globali e specifici e all’attivazione
di processi e dinamiche di sviluppo suscettibili di generare una nuova stagione di innovazioni,
investimenti, crescita e occupazione.
La strategia che si è inteso adottare è dunque quella dello sviluppo endogeno sostenibile e
della valorizzazione integrata delle risorse locali.
L’indicazione delle misure da attivare è motivata dalla priorità di intervenire sui punti di
debolezza. Tuttavia è presente, nella visione strategica, l’obiettivo più ampio di spingere
anche sui punti di forza, cogliere le opportunità e scongiurare le minacce individuate
nell’analisi di contesto e sintetizzate nell’analisi swot.
Misura/Asse % sul totale % per asse
Misura 111 - Azione nel campo della formazione professionale e dell'informazione 0,71 1,73
Misura 112 - Insediamento di giovani agricoltori 3,78 9,22
Misura 113 – Prepensionamento degli imprenditori e dei lavoratori agricoli 0,18 0,45
Misura 114 - Utilizzo di servizi di consulenza 0,74 1,80
Misura 115-Avviamento di servizi di consulenza aziendale, di sostituzione e di
assistenza alla gestione delle aziende agricole, nonché di servizi di consulenza forestale 0,83 2,02
Misura 121 - Ammodernamento delle aziende agricole 16,12 39,32
Misura 122 - Accrescimento del valore economico delle foreste 1,84 4,50
Misura 123 - Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali 5,53 13,50
Misura 124 - Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei
settori agricolo ed alimentare e in quello forestale 0,37 0,90
Misura 125 - Miglioramento e sviluppo delle infrastrutture in parallelo con lo sviluppo e
l'adeguamento dell'agricoltura e della silvicoltura 7,38 18,00
Misura 126 - Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità
naturali e introduzione di adeguate misure di prevenzione 0,37 0,90
Misura 131 - Sostegno agli agricoltori per conformarsi alle norme rigorose basate sulla
legislazione comunitaria 0,37 0,90
Misura 132 - Sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità alimentare 0,37 0,90
Misura 133 - Azioni di informazione e promozione 2,40 5,85
TOTALE ASSE I 41,00 100,00
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90
Misura 211 - Indennità compensative degli svantaggi naturali a favore degli agricoltori
delle zone montane 3,51 8,55
Misura 212 - Indennità a favore degli agricoltori delle zone caratterizzate da svantaggi
naturali diverse dalle zone montane 0,37 0,90
Misura 213 - Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva 2000/60/CE 0,37 0,90
Misura 214 - Pagamenti agroambientali 27,35 66,70
Misura 215 - Pagamenti per il benessere degli animali 0,37 0,90
Misura 216 - Sostegno agli investimenti non produttivi 0,28 0,67
Misura 221 - Imboschimento di terreni agricoli 1,84 4,50
Misura 223 - Imboschimento di superfici non agricole 0,55 1,35
Misura 224 - Indennità Natura 2000 0,37 0,90
Misura 226 - Ricostituzione del potenziale produttivo forestale e interventi preventivi 2,77 6,75
Misura 227 - Sostegno agli investimenti non produttivi 3,23 7,87
TOTALE ASSE II 41,00 100,00
Misura 311 - Diversificazione di attività non agricole 5,48 54,80
Misura 312 - Sostegno alla creazione e allo sviluppo di micro-imprese nell'intento di
promuovere l'imprenditorialità e rafforzare il tessuto economico 0,46 4,61
Misura 313 - Incentivazione di attività turistiche 0,55 5,53
Misura 321 - Servizi essenziali per l'economia e la popolazione rurale 1,94 19,37
Misura 323 - Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale 1,38 13,84
Misura 331 - Formazione e informazione rivolta agli operatori economici impegnati nei
settori che rientrano nell'Asse 3 0,18 1,84
TOTALE ASSE III 10,00 100,00
4.1 Strategie di sviluppo locale: 4,80 79,95
411.Competitività 0,92 15,37
412.Ambiente/Gestione del territorio 0,18 3,07
413.Qualità della vita/diversificazione 3,69 61,50
4.21 Cooperazione: 0,46 7,69
4.31 Costi di gestione, acquisizione delle competenze, animazione 0,74 12,37
TOTALE ASSE IV 6,00 100,00
Totale assi 1, 2, 3 e 4 98,00
511. Assistenza tecnica 2,00
Analizzando il peso finanziario di ogni singola misura, si evidenzia che all’interno dell’asse I
le misure con il maggior apporto sono quelle relative agli investimenti in azienda e agli
investimenti infrastrutturali. Nell’asse II maggiore attenzione viene data alla misura relativa ai
pagamenti ambientali. Nell’asse III le misure con le risorse finanziarie maggiori sono la tutela
del patrimonio rurale e l’offerta di servizi. A livello strategico le misure dotate di maggiori
risorse finanziarie sono quelle più adatte a risolvere i problemi più profondi di cui soffre il
sistema agricolo, forestale e agroalimentare calabrese. Alcune misure hanno una dotazione
finanziaria molto inferiore a quella delle misure appena citate. Il motivo non è da ricercarsi
nello scarso valore che si attribuisce agli obiettivi raggiungibili mediante le stesse, ma nella
naturale predisposizione di altre misure a concorrere nel raggiungere il medesimo obiettivo.
Ne è un esempio il caso delle azioni nel campo della formazione professionale e
dell’informazione (0.71%). Tale misura è funzionale al miglioramento della qualità del
capitale umano e della dotazione di conoscenza del territorio calabrese. Concorre al
raggiungimento di tale obiettivo accanto alle misure dell’insediamento giovani agricoltori,
quella del prepensionamento oltre che a quelle relative ai servizi di consulenza aziendale.
Anche le misure relative alla qualità dei prodotti e al rispetto della normativa comunitaria
sarebbero dotate di risorse finanziarie scarse se non fosse che attraverso le misure relative
all’asse II (soprattutto attraverso i pagamenti agroambientali) si sostiene e rafforza sia la
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
91
produzione di prodotti di qualità che il rispetto degli obblighi comunitari utili ai fini della
tutela ambientale.
Si ritiene opportuno, inoltre, precisare che lo squilibrio che si riscontra nella distribuzione
delle risorse tra le misure dell’ammodernamento e della trasformazione dell’Asse I è solo
apparente. Bisogna, infatti, considerare che il numero di aziende di trasformazione in Calabria
nel 2001 è pari a 3.394 unità mentre le aziende agricole contano 13.000 unità (vedi contesto).
Inoltre, la differenza di valore aggiunto tra le due fasi sostiene l’ipotesi che gli investimenti
attivati nel settore della trasformazione producono un valore aggiunto maggiore rispetto a
quelli intrapresi in termini di ammodernamento (vedi contesto). In realtà, questo accade in
Italia e nelle altre aree, ma non accade in Calabria poiché il settore della trasformazione è
penalizzato da una scarsa valorizzazione dei prodotti. Sulla base di tale presupposto si
giustificano anche le ingenti risorse assegnate alla misura relativa all’informazione e alla
promozione.
Quest’ultima presenta una dotazione di risorse solo in apparenza squilibrata rispetto alla
misura 132 relativa al sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità. La misura
133 infatti contempla la volontà della Regione Calabria di intraprendere un’azione a carattere
regionale in grado di promuovere tutti i prodotti di qualità. Un intervento di tali proporzioni
richiederà investimenti rilevanti e secondo quanto sostenuto sopra sosterrà la crescita del
valore aggiunto nel settore della trasformazione.
In riferimento all’Asse III si vuole sottolineare che la scelta di concentrare il 70% circa delle
risorse finanziarie sull’obiettivo del mantenimento e/o creazione di nuove opportunità
occupazionali in aree rurali e una quota pari a circa il 30% all’obiettivo del miglioramento
dell’attrattività dei territori rurali per le imprese e la popolazione deriva da una molteplicità di
considerazioni di seguito descritte:
- migliorare le condizioni di reddito attraverso la diversificazione la differenziazione
delle attività economiche nelle aree rurali è considerato un obiettivo prioritario per
aree a spiccata ruralità quali quelle Calabresi. Come emerge dall’analisi di contesto ,
infatti, il problema dell’occupazione e dei bassi livelli di reddito in tali aree è
rilevante e, nonostante l’importanza riconosciuta all’obiettivo dell’attrattività dei
territori rurali, si è considerato prioritario agire attraverso interventi in grado di
favorire la permanenza della popolazione nelle aree in questione(sopratutto in
riferimento alle problematiche giovanili e di genere) . Redditi insufficienti spingono
necessariamente verso l’abbandono dei territori e innescano circoli viziosi non
contrastabili con investimenti a favore dell’attrattività. Questo il motivo di uno sforzo
maggiore a favore del sostegno dei redditi e dell’occupazione.
- La misura 311 relativa alla diversificazione in attività non agricole possiede una
dotazione finanziaria cospicua anche in considerazione del fatto che prevede il
sostegno alla costruzione di impianti di produzione di energia elettrica da biomassa. Si
tratta, chiaramente, di investimenti rilevanti in termini finanziari che implicano
l’assegnazione di una quota di risorse coerente. Inoltre, la Regione intende canalizzare
le risorse dedicate alla produzione di energia pulita all’interno del PTS energia.
Assunto tale presupposto e considerato il valore degli investimenti, le risorse attribuite
alle misure a sostegno dell’attrattività sono, in proporzione, equilibrati rispetto a quelli
attribuiti alla misura a sostegno della diversificazione
- Infine, vista e riconosciuta la rilevanza che comunque giocano la presenza di servizi
essenziali per l’economia e la popolazione e la valorizzazione del patrimonio rurale
anche ai fini turistici si è definito in fase di integrazione e demarcazione con il
Programma FESR 2007-2013 che quest’ultimo dedicherà particolare attenzione alle
problematiche rurali in termini di valorizzazione del patrimonio rurale.
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
92
Altre misure, inoltre, saranno attivate tramite i Progetti Tematici Strategici che, come
illustrato più avanti, avranno carattere regionale. Ciò vuol dire che risorse minime rispetto al
valore complessivo dell’asse diventano risorse rilevanti per mezzo della concentrazione in un
unico progetto. L’attenzione, dunque, è da porsi sull’efficacia e sulla qualità del progetto e
non sulla distribuzione delle risorse. In quest’ottica, misure che hanno un peso percentuale
basso se confrontate con le altre misure dispongono di risorse che in valore assoluto sono
sufficienti a ottenere risultati rilevanti e significativi.
In tale quadro, la definizione programmatica del PSR è sviluppata tenendo conto di due
strategie di fondo:
· la territorializzazione, ovvero la consapevolezza della non omogeneità in termini
territoriali e di settori produttivi della Calabria e quindi la necessità di differenziare
l’offerta di politiche su base territoriale;
· l’integrazione tra le misure del PSR e tra queste e gli altri strumenti d’intervento
deriva dalla consapevolezza che l’efficacia delle politiche per lo sviluppo delle aree
rurali e delle filiere agroalimentari è condizionata da fattori ambientali, organizzativi e
di contesto che possono essere efficacemente valorizzati (punti di forza) o rimossi
(punti di debolezza) favorendo la complementarietà degli obiettivi del PSR con quelli
del POR.
In altre parole, dal punto di vista della “domanda di politiche”, i fabbisogni d’intervento delle
filiere produttive agroalimentari e delle aree rurali sono condizionati dalle caratteristiche
distintive e dagli elementi di contesto organizzativo, strutturale e vocazionale dei territori.
Dal punto di vista dell’”offerta di politiche” (e dei relativi strumenti), oltre al campo d’azione
del FEASR e agli obiettivi prioritari degli Assi, si è tenuto conto delle opportunità offerte
dalle politiche di coesione funzionali al completamento delle strategie per lo sviluppo rurale.
3.2.1 Priorità territoriali.
Per la localizzazione delle microaree che ricadono in ciascuna delle macroaree di seguito
descritte e delle caratteristiche distintive di ciascuna di esse si rimanda all’allegato 3.
Quest’ultimo individua i Comuni ricadenti in ogni sub-area e i Comuni ricadenti nelle aree
protette, nei SIC e nei ZPS, nonché i Comuni montani e svantaggiati (direttiva n. 268/75).
Aree urbane
Ricadono in questa tipologia le aree urbane di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria che
presentano una densità abitativa molto elevata. In queste aree l’attività agricola è molto
limitata. Fa eccezione, per una vivace e dinamica attività agrumicola, l’area del reggino che
ancora persiste e rimane redditiva.
I punti di debolezza si riscontrano proprio negli effetti negativi dell’accentuata urbanizzazione
e nell’inquinamento generato dalla concentrazione urbanistica. L’apparato produttivo è
caratterizzato da attività extragricole e di servizi.
Il PSR, in questa tipologia di aree, avrà un impatto quasi nullo pur non escludendo che alcuni
interventi possano essere effettuati (es.nell’area reggina dove è presente un’agricoltura
intensiva e specializzata). Queste aree più ricche possono essere quelle che cooperando con le
aree rurali limitrofe più deboli possono aiutare queste ultime a migliorare la loro condizione.
Quest’opportunità è resa possibile dalla modalità di attuazione dell’asse IV.
Su queste aree l’intervento dei fondi strutturali potrà dare maggiore incisività a migliorare le
performance attuali.
Aree rurali urbanizzate e non ad agricoltura intensiva e specializzata
Le aree ad agricoltura intensiva e specializzata sono localizzate nelle pianure calabresi e sono
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
93
divise tra quelle urbanizzate:
· la piana di Sibari;
· la piana di Lamezia;
· la piana di Gioia Tauro;
e quelle rurali
· il crotonese.
Le prime tre si caratterizzano per il loro alto grado di urbanizzazione grazie alla presenza di
Comuni di grosse dimensioni al loro interno. Mentre la quarta è caratterizzata dalla presenza
di piccoli Comuni che circondano Crotone.
Il modello di agricoltura instauratosi in queste aree è basato sulla forte intensività dei fattori
produttivi. L’attività agricola qui provoca inquinamento per l’eccessivo sfruttamento delle
risorse e l’utilizzo di fertilizzanti ed antiparassitari chimici. In tali aree, inoltre, è concentrata
una quota significativa di imprese di trasformazione agroalimentare. Le filiere prevalenti sono
quella ortofrutticola, agrumicola e olivicola.
I punti i debolezza si riscontrano nell’inquinamento delle risorse utilizzate per l’attività
agricola. Inoltre la presenza di aziende di trasformazione e di produzione agricola molto
importanti sotto l’aspetto quantitativo e qualitativo, se da un lato consente una integrazione di
filiera del comprensorio e la creazione di un indotto economico collegato, dall’altro, a causa
della scarsa attenzione delle aziende stesse alla depurazione dei reflui produttivi, comporta un
elevato inquinamento che si riflette inevitabilmente sulla stessa agricoltura. Un fattore
negativo, per quanto concerne l’apparato produttivo agricolo, è la frammentazione dell’offerta
agricola e la quasi assente integrazione contrattuale e/o proprietaria delle filiere
agroalimentari esistenti, sia in linea orizzontale che verticale. Questa caratteristica determina
una bassa massa critica dell’offerta. Tale debolezza si riversa nella scarsa forza contrattuale
che il settore agricolo ha nei confronti della grande distribuzione organizzata e
nell’appropriazione del valore aggiunto. Inoltre non si riscontra la presenza di forme
alternative efficaci di collocazione del prodotto sui mercati (filiere corte). Le attività di
valorizzazione produttiva sono ancora poco sviluppate.
I punti di forza si evidenziano nell’ampia offerta di produzioni agricole ed alimentari presenti
in questa zona, alcune delle quali caratterizzate da elementi di tipicità e di qualità elevata.
L’apparato produttivo agricolo si caratterizza per la presenza di imprese le quali, nonostante
la piccola dimensione, riescono ad essere competitive e a realizzare redditi elevati. La
redditività elevata è assicurata dalla fertilità dei terreni, dalle tecniche agronomiche intensive
dei fattori produttivi e dalla buona conoscenza professionale e tecnica degli agricoltori. Inoltre
la diffusa presenza di aziende di trasformazione alimentare ha permesso la crescita in loco di
interessanti filiere competitive (ortofrutta). In queste filiere produttive molto spesso vi
operano aziende che posseggono una buona posizione di mercato anche nel panorama
nazionale ed internazionale. Molte sono anche le produzioni con denominazione d’origine.
Queste aree hanno una infrastrutturazione relativamente più elevata rispetto alle altre aree
della Regione, ma, comunque, necessitano di alcuni interventi per meglio competere e
valorizzare i loro prodotti.
Il PSR può incidere in queste aree con gli assi I e II al fine di valorizzare gli spazi agricoli e
difenderli dalle diverse fonti di inquinamento a cui questi sono sottoposti. Il Piano può,
inoltre, contreibuire al risanamento ambientale e alla valorizzazione delle produzioni
agroalimentari locali.
L’intervento del FEASR sarà prioritariamente finalizzato all’adeguamento delle strutture delle
aziende agricole con prospettive di mercato. Un risultato da raggiungere attraverso azioni di
sostegno ai processi di innovazione di prodotto/processo e l’adesione a sistemi di
certificazione della qualità ed il ricorso a pratiche sostenibili e adeguate alle normative vigenti
in materia di sicurezza alimentare, igiene e benessere degli animali, a salvaguardia della
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
94
qualità dei prodotti.
Gli interventi materiali saranno affiancati da azioni di rafforzamento del capitale umano, tesi
alla diffusione di pratiche meno invasive per l’ambiente ed alla sensibilizzazione in materia di
sicurezza alimentare.
L’implementazione del disegno strategico, in queste aree, sarà rafforzata attraverso la
realizzazione di Progetti Integrati di Filiera.
Il FESR dovrà affiancare gli interventi di settore attraverso azioni finalizzate alla bonifica
ambientale ed alla infrastrutturazione logistica. Sui temi relativi all’innovazione di
prodotto/processo, nonché sullo sviluppo di tecniche a ridotto impatto ambientale, dovranno
inoltre essere indirizzate le attività di ricerca applicata in agricoltura.
Attraverso il FSE, invece, dovranno essere incoraggiate azioni volte alla riqualificazione degli
addetti sui temi della commercializzazione, dell’internazionalizzazione e delle politiche di
marketing, ed azioni volte all’integrazione sociale dei lavoratori immigrati abbanstanza
presenti in queste aree.
Aree rurali intermedie
Rientrano in questa tipologia di area, quelle diversificate che fanno riferimento a:
· Alto Tirreno Cosentino;
· Basso Tirreno Cosentino;
· Basso Tirreno Reggino
· Asprogal;
e quelle agricole estensive:
· Valle Crati;
· Pollino;
· Sila.
Il sistema delle valli e delle colline interne, nonché della costa, e l’alta montagna della Sila e
del Pollino è caratterizzato da un modello di agricoltura che ben si integra con altri settori
produttivi (turismo lungo la costa, in Sila e sul Pollino; piccole e medie imprese nel campo
dell’artigianato lungo la Valle del Crati).
In queste aree, relativamente più sviluppate rispetto alle aree successive, si riscontra una
buona presenza di imprese agricole ed agroindustriali di medie dimensioni soprattutto nelle
aree montane. L’offerta agricola si caratterizza per una maggiore propensione alla produzione
di qualità, legata a produzioni tipiche, molte delle quali con denominazioni d’origine
riconosciute. Inoltre, alcuni dei Comuni di queste aree sono interni ad aree protette (Pollino,
Sila, Aspromonte) la cui valorizzazione può venire dalla stessa agricoltura. Ancora ampi
rimangono i margini di miglioramento e di riqualificazione produttiva e commerciale
dell’offerta agroalimentare, la cui funzione può costituire un volano per lo sviluppo delle
potenzialità turistiche locali (lungo le coste tirreniche). Rispetto a queste ultime, grazie anche
al sostegno dei fondi strutturali dell’UE, si osserva un processo di sviluppo economico locale
riconducibile proprio alla valorizzazione in chiave turistica ed ambientale del territorio.
Anche in questo caso, però, si è di fronte ad una potenzialità che viene sfruttata solo
parzialmente, poiché le carenze organizzative e culturali (qualità del capitale umano e assenza
di beni relazionali) non consentono di sviluppare azioni collettive volte a consolidare un
sistema di offerta turistica locale orientato alla qualità.
I principali punti di debolezza si possono rinvenire nella presenza di molti Comuni con
fenomeni di spopolamento, nella rete di infrastrutture a supporto dell’economia e della
popolazione residente, nella frammentazione aziendale, nella presenza di situazioni aziendali
marginali e nella carenza di servizi.
I punti di forza si riscontrano nelle buone qualità ambientali sulle quali far leva per lo
sviluppo agricolo e rurale dell’area. L’apparato produttivo si presenta ben strutturato e con
una buona diffusione nella cooperazione e nell’associazionismo tra produttori agricoli e di
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
95
filiera, con la presenza di aziende Leader (singoli o associati) che commercializzano con
marchi propri le loro produzioni sui mercati. Buona è la collocazione in questa area di attività
turistiche e artigianali di qualità.
Il PSR intende perseguire strategie di sviluppo finalizzate alla valorizzazione sinergica delle
filiere agroalimentari e del territorio rurale. Quest’ultimo spesso caratterizzato da pregio
naturalistico e paesaggistico. Occorre rafforzare la strutturazione delle filiere e costruire un
sistema relazionale complesso che concretizzi i vantaggi competitivi del territorio in una
prospettiva concreta di sviluppo diversificato.
Sul piano della competitività occorre sostenere la valorizzazione commerciale delle
produzioni a marchio su mercati extra-regionali.
Le vocazioni territoriali consentono anche di realizzare azioni di diversificazione delle attività
agricole in settori contigui, prospettando soluzioni per favorire lo sviluppo del turismo
ambientale ed enogastronomico ed organizzando una adeguata offerta di servizi turistici
complementari.
A supporto degli obiettivi di interventi occorre agire sul miglioramento del profilo
manageriale della classe imprenditoriale locale e sul rafforzamento delle reti relazionali a
supporto della governance locale, sostenendo iniziative sviluppate su base associazionistica.
L’implementazione del disegno strategico sarà rafforzata attraverso la realizzazione di
Progetti Integrati per le Aree Rurali, di Programmi di Sviluppo Locale e di Progetti Integrati
di Filiera.
Pertanto tutti gli assi possono dare un contributo importante alla crescita dell’area, soprattutto
con l’approccio integrato e, in particolare, con le strategie integrate di sviluppo.
Attraverso le risorse del FESR si dovrà favorire la logistica per la valorizzazione commerciale
delle produzioni di qualità e provvedere allo sviluppo di servizi territoriali a sostegno del
turismo sostenibile. Occorre inoltre finanziare il completamento dell’infrastrutturazione delle
reti di telecomunicazione. La ricerca (con il fondo FSE) dovrebbe suggerire modalità
organizzative innovative, relativamente alla gestione e all’erogazione di servizi turistici,
all’introduzione di tecniche produttive orientate alla innovazione di processo e di prodotto
delle produzioni agroalimentari.
Aree rurali in ritardo di sviluppo
Le aree che si collocano in questa tipologia sono:
· Alto Ionio Cosentino;
· Sila Greca;
· Savuto;
· Presila crotonese;
· Valle del Crocchio;
· Serre Calabresi;
· Monti Repentino;
· Vibonese;
· Alta Locride;
· Locride;
· Area Grecanica.
Il territorio montano e collinare è caratterizzato dalla presenza di vaste zone con forti elementi
di marginalità, amplificata da evidenti carenze nella dotazione di infrastrutture e da difficoltà
di accesso ai servizi essenziali. Queste aree sono interessate da un processo di spopolamento
abbastanza sostenuto in un contesto in cui, la ridotta capacità produttiva, la frammentazione
delle filiere e la bassa produttività dei terreni, non consentono alle attività agricole di
generare redditi soddisfacenti.
I punti di debolezza si riscontrano nel contesto socioeconomico di riferimento. In particolare
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
96
nell’isolamento fisico e culturale, nella scarsità dei servizi, nella bassa dotazione
infrastrutturale, nella desertificazione demografica e nell’invecchiamento della popolazione.
L’apparato produttivo si presenta caratterizzato da una debolezza strutturale ed organizzativa
e da un elevato invecchiamento della classe imprenditoriale con scarsa potenzialità di
ricambio generazionale. La produzione si esegue con un basso livello tecnologico e sono
assenti forme di valorizzazione delle produzioni. In tale area si riscontra inoltre un impatto
negativo conseguente (abbandono della produzione) alla riforma della Pac. Inoltre, nelle aree
più marginali ed in presenza di conduttori anziani si determina il rischio di abbandono
dell’attività agricola riducendo ulteriormente le prospettive di ricambio generazionale
dell’agricoltura in tali aree.
I punti di forza si riscontrano nella buona valenza naturalistica e paesaggistica sulla quale far
leva per uno sviluppo di attività legate al turismo rurale. Spiccato si presenta il ruolo
multifunzionale dell’agricoltura per la forte integrazione delle modalità produttive rispettose
dell’ambiente e dei territori. Elevate sono le potenzialità di sviluppo della diversificazione
agricola in attività legate all’artigianato locale ed in micro imprese e, più in generale, della
diversificazione economica attuata attraverso attività di “valorizzazione dei paesaggi e della
cultura locale”.
In questa tipologia di area è auspicabile e indispensabile sviluppare integrazioni e sinergie tra
settori produttivi in una logica multisettoriale, incoraggiando processi di diversificazione del
reddito agricolo e dell'economia rurale tesi alla valorizzazione delle specificità locali ed
all’avvio di iniziative che consentano all’agricoltura di qualità di supportare le forme di
turismo rurale e sostenibile.
Il PSR dovrà accompagnare le imprese agricole nella fase di transizione generata
dall’applicazione della riforma della PAC, sostenendo, attraverso interventi di adeguamento
strutturale, tecnologico ed organizzativo delle aziende, la riqualificazione ed il miglioramento
della qualità dell’offerta agroalimentare, e/o processi di riconversione produttiva in direzione
di nuovi prodotti e nuovi mercati, ivi comprese le produzioni di energia rinnovabile.
Tali indirizzi dovranno essere affiancati da azioni volte a tutelare e valorizzare la qualità
dell’ambiente e delle biodiversità, a diffondere pratiche di coltivazione biologica ed a
costruire reti e corridoi di connessione biologica.
A tale riguardo si inseriscono le azioni e gli interventi sul capitale umano e capitale
relazionale, funzionali alla costruzione di reti di attori locali e di progetti di sviluppo
endogeno. La formazione deve sostenere la qualificazione e/o la riconversione delle risorse
umane verso nuovi profili professionali, con particolare riguardo alla diffusione di una cultura
dell’accoglienza.
L’implementazione del disegno strategico sarà rafforzata attraverso la realizzazione di
Progetti Integrati per le Aree Rurali, di Programmi di Sviluppo Locale e di Progetti Integrati
di Filiera.
Pertanto, in aree in ritardo di sviluppo come queste, tutti gli assi dovranno dare un contributo
importante allo sviluppo dell’area, ma soprattutto è importante l’apporto degli altri programmi
e degli altri fondi.
Le politiche di coesione sostenute dal FESR dovranno contribuire a ridurre l’isolamento e le
condizioni di marginalità, principalmente attraverso l’infrastrutturazione del territorio
(mobilità, tecnologie dell’informazione, fonti energetiche rinnovabili) e la creazionerafforzamento
di servizi alle imprese ed alle popolazioni locali. La ricerca scientifica dovrà
produrre soluzioni organizzative e di gestione orientando i processi di riconversione
produttiva e ed individuando soluzioni per lo sfruttamento di energie rinnovabili.
Le azioni promosse dal FSE dovranno essere sviluppate sulla dimensione delle politiche
sociali e di genere, tese a favorire la partecipazione attiva delle donne e dei giovani nel mondo
del lavoro e dell’imprenditoria. Dovranno inoltre essere incoraggiati interventi nel campo
dell’economia sociale e dei servizi di sostegno sociale e di assistenza.
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
97
Di seguito viene evidenziata una tavola che rappresenta le priorità in termini di assi per ogni
area e raffigurata in modo crescente con delle X.
Asse
Aree I II III IV Altri
programmi
Aree urbane x x x xxx
Aree rurali urbanizzate ad agricoltura
intensiva e specializzata xxxxx xxxxx x xxx
Aree rurali ad agricoltura intensiva e
specializzata xxxxx xxxxx xx xxx
Aree rurali intermedie diversificate xxx xxx xxx xxx xxxx
Aree rurali intermedie ad agricoltura
estensiva xxxx xxxx xxxx xxxx xxxx
Aree rurali in ritardo di sviluppo xxx xxxxx xxxxx xxxxx xxxxx
E’ evidente, comunque, che una siffatta rappresentazione non potrà mai coprire i vari obiettivi
che ogni asse si propone. Una griglia di questo tipo può risultare più idonea per gli obiettivi
definiti in alcuni assi (asse III e IV), ma potrà trovare maggiori difficoltà per individuare le
zone dove intervenire con gli altri. Pertanto, è opportuno integrare la rappresentazione
territoriale precedente con ulteriori delimitazioni definite ad hoc.
Per tenere conto degli obiettivi dell’asse II finalizzati al miglioramento dell’ambiente e dello
spazio rurale, si dovrà tenere conto della seguente articolazione a norma del Reg. (CE)
1698/05 relativamente alle zone ammissibili al sostegno:
· dell’articolo 36 lettera a, punto i) relativo alle zone montane;
· dell’articolo 36, lettera a), punto ii) relativo alle zone diverse da quelle montane;
· dell’articolo 36, lettera a), punto iii) e lettera b) punto iv) relativo alle zone Natura
2000 e ai bacini idrografici ai sensi della direttiva 2000/60/CE;
· dell’articolo 36, lettera b), punti i) e iii) idonee all’imboschimento;
· dell’articolo 36, lettera b), punto vi) relative alle zone forestali classificate ad alto o
medio rischio.
Relativamente alla riduzione dell’uso degli input chimici si farà riferimento alla delimitazione
dei territori che presentano problemi di inquinamento delle attività agricole (in particolare le
ZVN – Zone Vulnerabili ai Nitrati) e quelli che hanno una particolare valenza paesaggistica
oppure naturalistica (in particolare, ZPS e SIC).
Inoltre si sta valutando l’opportunità di estendere le indennità compensative delle aree
svantaggiate anche alle aree a rischio di erosione a causa dei processi di urbanizzazione (ad
esempio le aree agricole intercluse in ambiti urbani con superficie inferiore ai 250 ettari).
E’ necessario rafforzare la Rete ecologica a livello territoriale a partire dai siti Natura 2000
potenziando lo sviluppo endogeno e le opportunità di gestione agraria e forestale di tali aree.
Gli imboschimenti dei terreni agricoli e non, dovrebbero essere prioritariamente concentrati
nelle aree a rischio di erosione e di dissesto idrogeologico. Mentre la tutela del patrimonio
boschivo dal rischio di incendi dovrebbe essere generalizzata a tutto il patrimonio forestale
regionale.
La territorializzazione sopra descritta, relativamente all’asse I, dovrà tenere conto delle analisi
di filiera allegate al PSR che individuano per ogni comparto produttivo le aree di intervento
prioritario che in alcuni casi coincidono con quelle individuate nella presente
territorializzazione (aree ad agricoltura intensiva e specializzata), ma in altri casi e per
particolari comparti (olivo e zootecnia), che sono ampiamente diffusi sul territorio calabrese,
le aree di intervento sono descritte nelle analisi di filiera.
3.2.2 Modalità di attuazione
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
98
Le diverse modalità di attuazione all’interno degli assi sono state individuate al fine di ridare
centralità all’impresa agricola e favorire, nel contempo, l’integrazione delle filiere produttive
e avendo cura sia dei settori produttivi che dei territori. Inoltre sono state definite con l’intento
di evitare le sovrapposizione di interventi.
Le modalità di attuazione delle misure all’interno degli assi sono:
· domande individuali a valere su singole misure o pacchetti di misure;
· Progetti Tematici Strategici (PTS);
· Progetti Integrati di Filiera (PIF);
· Piani Integrati per le Aree Rurali (PIAR);
· Progetti per le Strategie di Sviluppo Locale (PSL).
Di seguito si riportano le specifiche modalità di attuazione per tipologia di domanda.
3
Dalla programmazione agli strumenti:
Domande individuali e partenariati
PSL
Progetti di Sviluppo Locale con
approccio bottom up
PIF
Progetti Integrati di Filiera con
approccio bottom up
PTS
(Progetti Tematici di Sviluppo)
Progetti
Integrati
Domande
Individuali
Locali
Settoriali
(realizzati su tutto il
territorio regionale)
Interventi singoli e premi
Pacchetti di misura Aziende agricole
(PIA)
Collettivi
PIAR
Infrastrutture e servizi
Domande individuali
Questa modalità è relativa a domande che prevedono contributi o premi proposti da soggetti
singoli (imprese agricole e cooperative, imprese trasformazione, ecc.) a valere su singole
misure o pacchetti di misure.
La selezione avverrà attraverso bandi ancorati ai bisogni e alle priorità individuati nelle
filiere per gli investimenti in azienda, alle priorità individuate nelle misure per gli altri
interventi. Saranno finanziate le domande a contributo i cui interventi concorrono al
raggiungimento degli obiettivi prioritari.
I beneficiari per domande di investimento in azienda (misura 121, 123) dovranno dimostrare
fra l’altro:
· redditività dell’iniziativa (businnes plan per la misura 123 e PMA per la 121);
· collocazione del prodotto sul mercato (contratti di vendita, contratto di conferimento
vincolante, vendita diretta, filiera corta, ecc.).
Le aziende singole che non hanno la possibilità di dimostrare una capacità propria di stare sul
mercato potranno accedere ai finanziamenti a condizione che partecipino ad un progetto di
valorizzazione, promozione e commercializzazione tramite il PIF.
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
99
Le domande individuali potranno riguardare più misure (PIA) tra loro integrate che
affrontano in maniera complessiva l’esigenza dell’azienda, fermo restando i requisiti di cui
sopra.
Le domande individuali e i PIA attiveranno, inoltre, non solo le misure dell’ASSE I ma
anche tutte le misure a premi dell’Asse II previste dal PSR.
Le domande individuali ed i pacchetti di misura devono essere presentate a fronte di bandi
multimisura, vincolanti e selettivi coerenti con il PSR.
Le misure 311, 312, 321 sono attivate a domanda individuale solo nelle aree non coperte da
progetti di sviluppo locale tramite approccio Leader.
Progetti Tematici Strategici di sviluppo (PTS)
Questi interventi si caratterizzano per la loro trasversalità dello sviluppo rurale rispetto ai
PIAR, PIF e ai PSL. In sostanza hanno un carattere orizzontale e strategico per l’intero
sviluppo rurale calabrese affrontando singole tematiche nella loro globalità e complessità.
L’area ammissibile è l’intero territorio regionale e i temi e le relative misure saranno
individuati dal partenariato economico sociale del PSR, congiuntamente con gli altri
programmi comunitari con i quali si interfacciano per gli interventi comuni.
Finalità
I PTS costituiscono lo strumento attraverso cui saranno affrontate problematiche dello
sviluppo rurale che non ricadono tra quelle oggetto degli interventi a carattere collettivo o di
filiera, ma si caratterizzano per essere trasversali rispetto sia alle condizioni dello sviluppo e
sia alle peculiarità territoriali.
In questo senso i PTS saranno posti in essere con l’obiettivo di realizzare con adeguata
incisività iniziative di interesse più generale afferenti al sostegno delle attività produttive:
· valorizzazione dei territori e dei prodotti (internalizzazione);
· agroenergie;
· tutela risorse idriche;
· credito.
Altri PTS potranno essere suggeriti dal Partenariato e da altri soggetti nel prosieguo della
programmazione.
Area ammissibili
In relazione alla caratterizzazione del PTS, innanzi delineata, l’area di riferimento è costituita
dall’intero territorio regionale.
Modalità di attuazione
Il PTS è a titolarità regionale nel senso che è progettato direttamente dalla Regione o su
mandato della stessa. La Giunta Regionale, in conformità a quanto previsto dal PSR,
approverà il progetto, definirà le modalità di attuazione e le risorse finanziarie.
Soggetti Attuatori
I Soggetti che possono attuare gli interventi previsti dal PTS sono la Regione, gli Enti
strumentali, i Soggetti pubblici e privati titolari di competenze specialistiche in materia.
Misure attivabili
Per l’attuazione del PTS sarà realizzata una stretta integrazione tra misure del FEARS, del
FESR e del FSE e altri programmi nazionali e regionali.
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
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Scheda sinottica dei Progetti Tematici Strategici di sviluppo (PTS)
FINALITA’
I PTS costituiscono lo strumento attraverso cui saranno affrontate
problematiche dello sviluppo rurale che non ricadono tra quelle
oggetto degli interventi a carattere individuale, collettivo o di filiera,
ma si caratterizzano per essere trasversali rispetto sia alle condizioni
dello sviluppo e sia alle peculiarità territoriali.
SOGGETTO RESPONSABILE Regione
SOGGETTO ATTUATORE Regione, gli Enti strumentali, i Soggetti pubblici e privati titolari di
competenze specialistiche in materia
AMBITO TERRITORIALE DI
ATTUAZIONE Intero territorio regionale
STRUMENTO
ATTUATIVO Gestione diretta e/o bando pubblico
PROGRAMMAZIONE
La Giunta regionale approverà il progetto tematico strategico per ogni
area e definirà le procedure amministrative per l’attuazione che
potranno vedere coinvolti la stessa Regione o altri soggetti pubblici e
privati tramite bando pubblico.
BENEFICIARI Regione, Enti strumentali, Soggetti pubblici e privati titolari di
competenze specifiche
PAGAMENTI
ENTE PAGATORE
Autorità di Gestione/ENTE PAGATORE per i controlli di I° livello
ITER TECNICO-AMMINISTRATIVO
CONTROLLI
Struttura indipendente per i controlli di II° livello
Piani Integrati per le Filiere (PIF)
Definizione dei progetti integrati di Filiera
I Piani Integrati di Filiera (PIF) sono una modalità di attuazione del PSR. Essi favoriscono
l’aggregazione e la cooperazione integrando e concentrando gli interventi basati su
informazione e formazione, valorizzazione della produzione e servizi e logistica che i singoli
soggetti della filiera non sono in grado di affrontare. Inoltre consente di rendere più
competitivi i settori produttivi nell’affrontare il mercato della globalizzazione.
Sono programmi integrati, relativi ai comparti produttivi significativi (in termini di quantità
prodotta e/o di qualità e specificità del prodotto) del sistema agricolo calabrese. Essi
perseguono finalità specifiche e settoriali, quali quella di migliorare la competitività dei
sistemi agricoli ed agroindustriali in un contesto di filiera e in un’ottica di sviluppo integrato.
I comparti di riferimento oggetto dei piani di filiera sono prioritariamente quelli descritti
nell’allegato 2.
Copertura Geografica
I PIF riguardano l’intero territorio regionale poiché la strategia e gli obiettivi che perseguono
(massa critica dell’offerta di prodotto, cooperazione economica tra imprese, organizzazione
socio- economica della filiera, etc.) si basano non su un livello territoriale, ma su un livello di
comparto produttivo. Tuttavia essi possono avere carattere territoriale, se dall’analisi di
settore, risultano specificità territoriali a livello di comparto.
Soggetti abilitati a presentare i PIF
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
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Il PIF deve essere proposto da un soggetto giuridicamente riconosciuto (Partenariato),
costituito da singoli imprenditori agricoli e di imprese di trasformazione e
commercializzazione, organismi di natura privata rappresentativi di interessi collettivi
(Organizzazioni Professionali Agricole, Cooperative, Consorzi, Organizzazioni di Produttori,
Distretti, ecc.). Possono far parte del partenariato, qualora ritenuto utile per il conseguimento
degli obiettivi, anche gli Enti Pubblici. Il PIF, se esistono le condizioni, può essere presentato
da un singolo organismo. In quest’ultimo caso i proponenti devono essere rappresentativi
della filiera e dimostrare la disponibilità di una massa critica di prodotto adeguata e la
relativa collocazione sul mercato.
Soggetti destinatari dei finanziamenti assegnati ai PIF
Il PIF individua le misure, le azioni, i criteri e le modalità per l’individuazione dei
beneficiari. I destinatari delle risorse finanziarie, assegnate ad un piano integrato di filiera,
sono i soggetti individuati all’interno delle singole misure del PSR regionale. A seconda della
tipologia dell’intervento, i soggetti destinatari possono essere OO.PP.AA., Organizzazione
dei Produttori, Cooperative, imprese di trasformazione, lo stesso partenariato, il Distretto, i
consorzi, ecc.
Il contenuto dei Progetti Integrati di Filiera
Il piano dovrà contenere almeno i seguenti elementi descrittivi del progetto:
· Composizione del partenariato;
· Attività di animazione svolta;
· Coerenza con i piani di filiera di cui all’allegato 2;
· Idea strategica;
· Individuazione misure;
· Piano finanziario;
· Criteri e modalità di selezione dei destinatari;
· Criteri e modalità di gestione (controllo, monitoraggio);
· Risultati attesi.
Il Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione fornirà un format per la compilazione del
piano integrato di filiera.
Le risorse finanziarie
Il piano finanziario del PIF è articolato per l’intero periodo di programmazione (2007-2013).
L’esatta dotazione finanziaria di un PIF, in ogni caso, è determinata in seguito alla istruttoria
e alla valutazione del progetto.
La Giunta Regionale con proprio atto stabilirà le risorse stesse da assegnare ai PIF e la
ripartizione tra le filiere in funzione del peso economico della filiera e delle risorse
finanziarie previste dal PSR Calabria. La Regione, se necessario, di concerto con il
Partenariato, con proprio atto stabilirà le modalità per la rimodulazione del Piano finanziario
del PIF e le priorità di intervento.
Al Partenariato, viene riconosciuta una spesa per le attività di gestione non superiore al 2%
dell’importo complessivo del PIF approvato.
Le misure del PSR che concorrono al finanziamento dei PIF
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
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Le misure del PSR Calabria che possono contribuire all’attuazione dei PIF, sulla base delle
specifiche esigenze del progetto, della specificità del comparto produttivo interessato e del
piano regionale di settore sono le seguenti:
Scheda sinottica dei Piani integrati di filiera (PIF)
FINALITA’
Essi perseguono finalità specifiche e settoriali, quali quella di
migliorare la competitività dei sistemi agricoli ed agroindustriali in
un contesto di filiera e in un’ottica di sviluppo integrato. Sono
programmi integrati, relativi ai comparti produttivi significativi (in
termini di quantità prodotta e/o di qualità e specificità del prodotto)
del sistema agricolo calabrese.
SOGGETTO RESPONSABILE Regione
SOGGETTO ATTUATORE Partenariati PIF
AMBITO TERRITORIALE DI
ATTUAZIONE Intero territorio regionale
STRUMENTO
ATTUATIVO Bando pubblico
PROGRAMMAZIONE Partenariati PIF
BENEFICIARI Partenariati PIF
PAGAMENTI
ENTE PAGATORE
Autorità di Gestione/ENTE PAGATORE per i controlli di I° livello
ITER TECNICOAMMINISTRATIVO
CONTROLLI
Struttura indipendente per i controlli di II° livello
Per le misure non previste nella precedente tabella il PIF svolge un ruolo di sensibilizzazione
e informazione.
Progetti Integrati per le Aree Rurali (PIAR)
Finalità
I PIAR promuovono e realizzano interventi pubblici coordinati destinati ad adeguare le
dotazioni infrastrutturali per la mobilità, il miglioramento della fruibilità dei servizi essenziali
alle popolazioni locali, la diffusione delle tecnologie di comunicazione ed informazione.
Questi progetti sostengono inoltre iniziative finalizzate a prevenire i rischi ambientali ed a
valorizzare in chiave naturalistico-paesaggistica il territorio. Tutte le iniziative, nel loro
complesso, perseguono il miglioramento della qualità della vita e dell’attrattività delle aree
rurali.
Aree ammissibili
Le aree di riferimento per l’attuazione dei PIAR sono quelle rurali.
Modalità di attuazione
I PIAR saranno predisposti in attuazione degli specifici indirizzi del PSR con i quali sono
definiti gli obiettivi da perseguire, le risorse disponibili, la spesa massima ammissibile per
ciascun progetto, le modalità di concentrazione territoriale e finanziaria degli interventi e
l’iter di attuazione dei Progetti.
I PIAR presentati e oggetto di consultazione con le componenti agricole avranno priorità.
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
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Gli indirizzi indicheranno, altresì, le iniziative da porre a carico delle misure cofinanziate dal
FESR e dal FSE.
Soggetti Attuatori
Province, Comuni, Associazioni di Comuni, Comunità Montane, Enti pubblici
Misure attivabili
Le misure attivabili nell’ambito dei PIAR sono quelle destinate a migliorare le condizioni di
contesto dei territori interessati, sia sul versante ambientale, sia su quello dei servizi, sia,
infine, su quello delle infrastrutture rurali.
Scheda sinottica dei Piani integrati per le aree rurali (PIAR)
FINALITA’
I PIAR promuovono e realizzano interventi pubblici coordinati destinati ad
adeguare le dotazioni infrastrutturali per la mobilità, il miglioramento della
fruibilità dei servizi essenziali alle popolazioni locali, la diffusione delle
tecnologie di comunicazione ed informazione, nonché iniziative finalizzate a
prevenire i rischi ambientali ed a valorizzare in chiave naturalisticopaesaggistica
il territorio.
SOGGETTO RESPONSABILE Regione
SOGGETTO ATTUATORE Enti pubblici (Province, Comuni, Associazione di Comuni, Comunità
Montane)
AMBITO TERRITORIALE DI
ATTUAZIONE Intero territorio regionale escluse le aree urbane
STRUMENTO
ATTUATIVO Bando pubblico
PROGRAMMAZIONE Regione
BENEFICIARI Enti pubblici (Province, Comuni, Associazione di Comuni, Comunità
Montane)
PAGAMENTI
ENTE PAGATORE
Autorità di Gestione/ENTE PAGATORE per i controlli di I° livello
ITER TECNICOAMMINISTRATIVO
CONTROLLI
Struttura indipendente per i controlli di II° livello
Programmi di Sviluppo Locale (PSL)
Finalità
Attraverso i PSL si intende promuovere e realizzare interventi che, nel rispetto delle strategie
di sviluppo fissate per le diverse aree territoriali di riferimento ed in connessione ai PIF ed ai
PIAR, permettano di orientare, sostenere ed affiancare gli operatori nei processi di
diversificazione economica. Ma anche di implementare azioni di marketing territoriale
sviluppando il capitale relazionale delle aree interessate.
L’approccio Leader ha i suoi obiettivi globali e specifici come da tabella seguente.
SEZIONI OBIETTIVI GLOBALI OBIETTIVI
SPECIFICI
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
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Rafforzamento della capacità
progettuale e gestionale
locale
Rottura dell’isolamento
Valorizzare e rendere
attrattivo e fruibile il
patrimonio locale
Favorire la cooperazione
Migliorare la partecipazione
della popolazione locale alla
definizione di politiche
Promuovere e sostenere la
cooperazione tra imprese e
potenziare le filiere
produttive locali
STRATEGIE TERRITORIALI DI
SVILUPPO RURALE DI
CARATTERE INTEGRATO
Creare un sistema organizzato
tra i diversi settori dell’economia
rurale incentrato su uno sviluppo
integrato ed eco-compatibile al
fine di aumentare l’occupazione,
favorire la diversificazione
economica e ridurre lo
spopolamento delle aree
Diversificare l’economia
rurale
Per raggiungere gli obiettivi precedentemente descritti le misure attivabili per le strategie
locali di sviluppo sono quelle successivamente indicate.
Le misure sono attuabili solo all’interno delle strategie di sviluppo locale proposte dai gruppi
di azione locale. Questo per garantire una netta demarcazione degli interventi e per evitare
sovrapposizioni nelle modalità di attuazione.
Aree eleggibili
Le aree eleggibili all’Asse Leader sono le aree rurali ricadenti nelle seguenti macro aree:
· aree rurali intermedie diversificate;
· aree rurali intermedie ad agricoltura estensiva;
· aree rurali in ritardo di sviluppo.
E’ possibile includere all’interno dell’area del PSL uno o più Comuni, comunque limitrofi,
anche se non ricadenti nell’area individuata dal Programma, purché venga debitamente
giustificata la loro inclusione in area diversa e, comunque, evitando sovrapposizioni.
E’ possibile, inoltre, che due aree limitrofe presentino un solo Progetto evidenziandone
l’opportunità.
Infine, è possibile che le aree urbane (non comprese nelle aree eleggibili) possono essere
oggetto di intervento purchè lo stesso sia limitato al massimo al 20% dell’intero territorio.
Soggetti proponenti
Il PSL può essere proposto dai partenariati di cui all’art. 62 del reg. 1698/2005.
Il Dipartimento gestore verifica che il gruppo di azione locale seleziona un organismo
amministrativo e finanziario capace di amministrare i fondi pubblici e garantire soddisfacenti
operazioni del partenariato, o costituire legalmente una struttura comune che garantisce il
buon andamento del partenariato e la capacità di gestire fondi pubblici.
Inoltre, il PSL potrà attivare interventi di microfiliera (sulla base di quanto previsto dai PIF,
compreso la misura 121e riferite a filiere a carattere locale, quindi escluse quelle dell’allegato
2) e le seguenti misure non previste negli assi:
· Servizi alle imprese;
· Manifestazioni culturali.
Scheda sinottica dei Piani strategici di sviluppo locale (PSL)
FINALITA’ L’obiettivo del PSL è quello di orientare, sostenere ed affiancare gli
operatori nei processi di diversificazione economica, e di implementare
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
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azioni di marketing territoriale sviluppando il capitale relazionale delle aree
interessate.
SOGGETTO RESPONSABILE Regione
SOGGETTO ATTUATORE GAL
AMBITO TERRITORIALE DI
ATTUAZIONE
Intero territorio regionale escluse le aree urbane, le aree rurali urbanizzate ad
agricoltura intensiva e specializzata, le aree rurali ad agricoltura intensiva e
specializzata
STRUMENTO
ATTUATIVO Bando pubblico
PROGRAMMAZIONE Regione
BENEFICIARI GAL
PAGAMENTI
ENTE PAGATORE
Autorità di Gestione/ENTE PAGATORE/GAL per i controlli di I° livello
ITER TECNICOAMMINISTRATIVO
CONTROLLI
Struttura indipendente per i controlli di II° livello
3.2.3 L’approccio integrato
Gli obiettivi complessivi verso cui convergono le misure del Programma, sono delineati dalla
territorializzazione e dall’integrazione delle misure del PSR e tra queste e quelle previste
negli altri programmi. Tale approccio, visualizzato nella figura seguente, rappresenta
un’opportunità mirata all’incremento del valore aggiunto del PSR nei singoli contesti locali.
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
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Pur rimanendo l’azienda agricola l’elemento di riferimento della programmazione e degli
interventi, la strategia del PSR definisce modelli di sviluppo integrati anche orientati al
territorio e a filiere produttive. Una strategia da raggiungere attraverso inquadramento della
logica individuale degli interventi in un’ottica più generale di sviluppo del territorio. E'
opportuno favorire tale approccio alla programmazione (sviluppo territoriale per aree
agricole e rurali, per filiera produttiva, etc.) con strategie di incentivazione (dall'impresa alla
filiera, dal singolo al territorio, da progetti singoli a progetti collettivi, frutto della
concertazione tra gli attori locali, etc.).
A tal fine il programma precisa ambiti territoriali, in cui occorre individuare le vocazioni
prevalenti e più significative per lo sviluppo rurale, gli ostacoli da rimuovere e le strategie
particolari da adottare.
L’obiettivo principale rimane la valorizzazione dei prodotti e l’integrazione del reddito degli
agricoltori con parte del valore aggiunto conseguito nelle fasi di trasformazione e
commercializzazione, attraverso un sistema di aggregazione e commercializzazione
dell'offerta che favorisca una crescente e durevole partecipazione del settore primario
(agricolo e forestale). A tal fine, dovrà proseguire l’opera di ammodernamento delle aziende
agricole e forestali attraverso investimenti volti ad aumentare il valore aggiunto delle
produzioni e rendere più efficiente l’utilizzo dei fattori della produzione.
La strategia regionale per lo sviluppo delle filiere agro-alimentari e per le aree rurali sarà
attuata mediante due tipologie di strumenti:
· Progetti di investimento a carattere individuale attivabili da singoli operatori pubblici
e privati attraverso la partecipazione ai bandi regionali a carico:
- di singole misure;
- di pacchetti di misure da singoli operatori pubblici e privati. Il PSR regionale
prevede l’utilizzo congiunto di più misure (insediamento, investimenti aziendali,
formazione, servizi, ecc.) attraverso dei Progetti Integrati Aziendali (PIA).
· Progetti di investimento a carattere collettivo predisposti sulla base di un approccio
L’approccio integrato
L’approccio
integrato
I progetti
integrati
di filiera (PIF)
Territorializzazione
(priorità in base
alle
specificità
Integrazione tra
fondi e
politiche
Piano di sviluppo
locale
(PSL)
I progetti
tematici
strategici
(PTS)
I progetti integrati
per
le aree rurali
(PIAR)
Approccio
Leader
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
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integrato volto a garantire il miglioramento dei sistemi di governance locale ovvero
l’organizzazione di un sistema di relazioni realmente partecipato tra gli attori dello
sviluppo locale e/o settoriale. Questi vengono distinti in:
Progetti a carattere locale:
- Progetti Integrati per le Aree Rurali (PIAR)
- Piani di Sviluppo Locale (PSL)
Progetti a carattere settoriale:
- Progetti Integrati per le Filiere (PIF)
- Progetti Tematici Strategici (PTS).
Le modalità individuate tengono conto dell’esperienza maturata nella precedente
programmazione e in oltre 15 anni di attuazione delle Iniziative Comunitarie cofinanziate
dall’Unione Europea per il sostegno dello sviluppo rurale (Leader) e, per alcuni aspetti –
come in particolare i Progetti a carattere collettivo – costituisce un’evoluzione dei modelli
applicati in precedenza.
La programmazione regionale si pone come obiettivo strategico quello di supportare,
riconoscere, sviluppare e finanziare una progettualità territoriale promossa dai soggetti
istituzionali ed economico-sociali locali attraverso metodologie di approccio di tipo
integrato, capaci di “fare sistema” e con forti ricadute a livello territoriale.
I progetti vanno ancorati tuttavia a piani regionali di settore che individuano bisogni prioritari
ed azioni. L’attuazione dei PTS e dei PIF sarà a regia regionale. Tali modalità di attuazione e
gestione si pongono, da un lato l’obiettivo di esaltare il ruolo dei partenariati e, dall’altro,
quello di riportare le iniziative ad unicità e sintesi rispetto ai piani regionali di settore.
I modelli di sviluppo definiti dovranno consentire una più agevole attuazione delle politiche
previste dalla riforma della PAC, che rafforza ulteriormente l’obiettivo di innalzare i livelli
di performance economica del settore primario. Affidando l’accrescimento della
competitività anche alla valorizzazione dei prodotti di qualità, nonché alla migliore
organizzazione di mercato degli operatori agricoli.
Progetti integrati
PSL
Progetti di Sviluppo Locale
con approccio bottom up
PTS (Progetti Tematici Strategici)
Progetti
Integrati
Locali
Settoriali
PIAR (Enti pubblici)
PIF
Progetti Integrati di Filiera con
approccio bottom up
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
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Particolare attenzione è posta allo sviluppo sostenibile attraverso interventi che pongano il
rispetto dell’ambiente naturale (ed in alcuni casi la rinaturalizzazione) non come un vincolo
cui sottostare, ma come un’opportunità da valorizzare.Dovranno essere rafforzate azioni di
tipo orizzontale che dovrebbero incidere sulle esternalità del sistema produttivo locale. Si
tratta, in particolare, di interventi che puntano al rafforzamento dell’infrastrutturazione del
territorio, della ricerca ed innovazione tecnologica, delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione, delle competenze degli operatori agricoli e delle istituzioni coinvolte nello
sviluppo territoriale (formazione e assistenza tecnica), del ruolo del mercato locale del
credito (ingegneria finanziaria), nonché a favorire l’ammodernamento delle aziende agricole
ed il ricambio generazionale nelle stesse e nei territori rurali. Pertanto, occorre sviluppare
l’integrazione tra misure, tra assi e tra programmi, individuando, di concerto con altri
Dipartimenti deputati alla gestione degli altri fondi comunitari (FERS ed FSE) e nazionali,
meccanismi, criteri e procedure che concorrono alla creazione di sinergie e
complementarietà. Per gli investimenti nelle infrastrutture un principio guida è quello della
scala d’intervento. Ad esempio, per gli investimenti nel settore dei trasporti o della viabilità a
livello regionale oppure subregionale bisogna utilizzare gli strumenti della politica di
coesione. Mentre a livello locale si usano i servizi di base previsti dall’Asse I garantendo il
nesso tra i livelli locale e regionale. Sono previsti meccanismi di premialità per richieste di
infrastrutturazione presentate da gruppi di Comuni ricadenti in una stessa area.
Sulla base delle priorità stabilite in termini di strategia di competitività per l’agro-alimentare
dalla politica agricola comune e una volta individuate le filiere chiave, la politica regionale
potrebbe assicurare l’intervento più coerente possibile in termini di infrastrutture e logistica e
di diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione.
I punti fondamentali della strategia si confermano quelli indicati nel POR. Pur tuttavia,
l’esperienza di attuazione del programma suggerisce l’attivazione di un processo di
discontinuità circa gli strumenti di intervento, i metodi e le procedure attraverso:
· una maggiore selettività delle proposte tanto a livello settoriale che territoriale quanto
nella qualità progettuale;
· l’individuazione di meccanismi di priorità e di premialità;
· una semplificazione delle procedure;
· un rafforzamento della struttura di gestione e controllo del programma;
· un maggiore coordinamento ed organizzazione della gestione ed attuazione.
In Calabria sono individuabili realtà territoriali estremamente differenziate dal punto di vista
della dotazione delle risorse, delle caratteristiche strutturali ed economiche dell'agricoltura,
del grado di integrazione tra le componenti del sistema agroalimentare e del loro
collegamento con il contesto socioeconomico circostante, della vicinanza con le principali vie
di comunicazione e i mercati di sbocco, della qualità del tessuto istituzionale locale e del
grado di sviluppo del sistema extragricolo.
A tal fine il programma ha individuato ambiti territoriali e settoriali, fortemente condivisi sul
piano istituzionale e del partenariato economico-sociale. Questo per:
· individuare le vocazioni prevalenti e più significative per lo sviluppo rurale, gli
ostacoli da rimuovere e le strategie particolari da adottare;
· coordinare e vigilare l’insieme degli interventi;
· mirare gli interventi sulla base delle specificità locali e settoriali.
3.3 La valutazione ex-ante30
30 La versione completa del rapporto della valutazione ex ante del PSR Calabria è presente nell’allegato 4.
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
109
Il processo valutativo si è svolto in stretta integrazione rispetto al processo di costruzione del
programma. Le modalità di interazione sono state diverse e per alcuni argomenti le attività di
valutazione sono state condotte in parallelo al programmatore per poi verificarne la
corrispondenza e l’idoneità dei risultati e operare le eventuali integrazioni. E’ questo il caso
dell’individuazione dei problemi rispetto ai quali il programma intende intervenire, ed in
particolare dell’individuazione dei bisogni. Infatti, è nel corso delle diverse stesure che il
programma è arrivato a inquadrare i passaggi logici che servono a delineare la strategia di
intervento, una strategia che era già prefigurata nelle linee generali. Il valutatore ha
diversamente avviato le sue attività conducendo una analisi del contesto sia rispetto agli
aspetti già esaminati a quella data dal PSR, sia per gli aspetti che si ritenevano essere utili per
una migliore definizione della strategia e che il programmatore non aveva ancora osservato.
Al fine di accogliere la logica dell’accompagnamento del programma suggerita dalle linee
guida, il valutatore ha quindi rinunciato ad esprimersi soltanto su versioni complete e
definitive del PSR garantendo, attraverso le varie bozze di rapporti VEA messi a disposizione
del Programmatore, tempestività nella segnalazione delle proprie osservazioni.
A tal proposito si evidenzia che nel rapporto di valutazione ai paragrafi 2.4 “Alcune
riflessioni a supporto del programma” e 4.1 “Lezioni apprese…..” vengono riportate, anche
se a volte superate dalla versione definitiva del PSR, alcune delle osservazioni del valutatore.
Nella caso specifico tale approccio ha permesso al programmatore di recepire anche le
osservazioni che erano del valutatore. Il risultato positivo di questo processo, che si è svolto
attraverso percorsi diversi, è rappresento dalla sostanziale convergenza dei fabbisogni
generali individuati dal valutatore con i bisogni specifici declinati nel PSR, contribuendo a
rafforzare gli elementi alla base della strategia prevista. Il PRS ha individuato, inoltre, per
ciascun “bisogno di asse” il corrispondente obiettivo specifico.La valutazione ex ante
dell’individuazione dei fabbisogni dei territori e della rilevanza delle strategie proposte è
positiva. Infatti,come meglio specificato nei capitoli successivi, la costruzione delle strategie
da perseguire nell’ambito del PSR è in linea alle indicazioni derivanti dai risultati delle
analisi swot. Tali risultati consentono di individuare le priorità strategiche ed il ruolo affidato
ai singoli assi del PSR nel concorrere, all’interno della cornice strategica complessiva
adottata dalla Regione Calabria al raggiungimento degli obiettivi fissati per ciclo di
programmazione 2007-2013.
Di seguito si riporta uno schema che ricostruisce gli elementi di convergenza tra i bisogni
specifici che nel PSR sono aggregati per asse e i fabbisogni generali individuati dal
valutatore. Rispetto a quest’ultimi si è provveduto a distinguere quelli di medio e lungo
periodo.
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
110
Correlazione tra i fabbisogni generali individuati dalla valutazione ex ante e quelli specifici riportati nel PSR Calabria
Legenda:
Fabbisogni di medio termine
Fabbisogni di lungo termine
Salvaguardia della qualità
paesaggistica
Superamento della debolezza strutturale
delle aziende agricole e forestali
Riduzione costi di produzione
Favorire l’innovazione tecnologica
Aumentare il valore aggiunto della fase
agricola
Adeguare le strutture della trasformazione
Concentrazione dell’offerta
Diversificazione produzione
Adeguamento offerta alla domanda
Ridurre l’impatto ambientale e benessere
degli animali
Favorire la creazione di filiere sul territorio
Migliorare gli impianti esistenti al fine di
aumentare le rese e la resistenza ai parassiti
Sostituire le specie alloctone con quelle
autoctone
Migliorare la qualità dei prodotti
Migliorare la professionalità degli operatori
Migliorare la promozione delle tipicità e
l’immagine dei prodotti
Migliorare la logistica e l’infrastrutturazione
Ricambio generazionale
Asse I – Miglioramento della
competitività del settore agricolo e
forestale
Asse II - Miglioramento
dell’ambiente e dello spazio rurale
Favorire la permanenza degli agricoltori
nelle aree rurali in funzione del loro
ruolo di presidio e salvaguardia del
Tutelare le risorse naturali e la
biodiversità
Contrastare il fenomeno degli incendi
Contrastare il dissesto idrogeologico
Contrastare l’inquinamento delle falde e
il degrado del suolo
Sostenere la produzione dell’energia
rinnovabile
Asse III – Qualità della vita nelle
zone rurali e diversificazione
dell’economia rurale
Nuove opportunità occupazionali
Contrastare l’esodo
Sostegno all’innovazione
Dotazioni infrastrutturali primarie,
sociali e tecnologiche
Valorizzazione risorse naturali, storiche
e culturali
Maggiore cooperazione economica e
istituzionale
Rafforzamento del capitale sociale
Rottura isolamento
Asse IV – Leader
Estendere l’approccio leader a tutti i territori
Valorizzare le risorse endogene
Coinvolgere la popolazione nelle decisioni
Rompere l’isolamento
Fabbisogni genarli da
valutazione ex ante
Rafforzamento del livello di
integrazione orizzontale e verticale
Crescita del valore aggiunto delle
produzioni
Promozione dell'associazionismo per
concentrazione dell'offerta
Promozione del ricambio
generazionale
Incremento investimenti per
innovazione di prodotto/processo
integrazione del reddito
Promozione produzioni tipiche di
qualità. Certificazione di qualità
Miglioramento dei servizi all'agricoltura
Salvaguardia del territorio e sviluppo di
attività ecocompatibili
Sviluppo di pianificazione organica per
protezione del territorio
contrasto al dissesto idrogeologico
Promozione sistemi produttivi ad alto
valore ambientale
Sostegno allo sviluppo del tessuto
imprenditoriale
Sostegno allo sviluppo di microimprese
incentivazione di attività turistiche
Sviluppo di servizi essenziali per
l'economia e la popolazione rurale
diversificazione del reddito agricolo
tutela e riqualificazione patrimonio
rurale e rinnovamento villaggi
formazione ed informazione rivolta agli
operatori economici
rafforzamento della capacità
progettuale e gestione locale
miglioramento della partecipazione
locale a definizione politiche
strutturazione di sistemi economicoterritoriali
coesi ed integrati
Fabbisogni.
La prima parte del rapporto mira, tramite la descrizione e l’analisi del contesto socioeconomico,
alla rilevazione dei fabbisogni di medio e lungo termine che il PSR deve
soddisfare.
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
111
In merito al settore propriamente agricolo e forestale emerge la necessità di rafforzare il
livello di integrazione orizzontale e verticale per le colture di interesse ad alto potenziale di
sviluppo, al fine di incrementare il livello di concentrazione dell’offerta e di cooperazione.
La metodologia operativa viene individuata nella progettazione integrata.
La rilevazione e l’elaborazione delle caratteristiche del contesto ambientale e rurale
conferma la potenzialità del legame tra la strutturazione territoriale, la dotazione di risorse
naturali e paesaggistiche di alcune zone della Calabria e la necessità di porre in essere
strategie di gestione del territorio che rispettino tali ricchezze. In tale ottica il
Programmatore ha riconosciuto la necessità di favorire i livelli di interazione tra attività
economiche, ambientali e sociali in modo da favorire uno sviluppo sostenibile orientato alla
protezione del territorio.
In un contesto rurale caratterizzato da declino e marginalità e da un tessuto imprenditoriale
debole, diventa necessario porre in essere azioni volte alla diversificazione dell’economia per
il miglioramento della qualità della vita (sviluppo di microimprese, servizi essenziali per
l’economia e la popolazione rurale, attività turistiche, formazione, tutela e riqualificazione
del patrimonio rurale).
Infine, il territorio in questione è caratterizzato da aree con un buon sviluppo e aree
marginali. Una delle cause è da riscontrarsi nella bassa capacità dimostrata
dall’amministrazione locale anche nel supportare lo sviluppo di legami e collegamenti tra le
aree di eccellenza e nel saper sfruttare le opportunità derivanti dal lavoro in rete realizzato
anche con l’esperienza dei GAL. In linea con le indicazioni derivanti dalle valutazioni delle
precedenti programmazioni (2000-2006), le opportunità/fabbisogni di rilievo si individuano
nel rafforzamento della capacità progettuale e gestionale locale e nel miglioramento della
partecipazione locale alla definizione delle politiche di intervento.
Obiettivi e risultati del Programma.
Nel PSR si definisce obiettivo globale la creazione di un modello di sviluppo competitivo,
sostenibile, integrato e multifunzionale. Tale obiettivo si declina negli obiettivi generali
corrispondenti ai quattro assi di intervento: migliorare la competitività del settore agricolo e
forestale, migliorare l’ambiente e lo spazio naturale, migliorare la qualità della vita delle
aree rurali e diversificare l’economia rurale, migliorare la governance locale. La
competitività è tema centrale per l’attuale ciclo di programmazione ed è, in primo luogo,
obiettivo perseguito attraverso l’Asse I, ma anche secondo un approccio legato al sistema-
Calabria attraverso gli Assi II, III e IV. La sostenibilità fa riferimento alla tematica
ambientale, ma anche alla crescita economica e alla sostenibilità sociale da perseguire, in
primo luogo, mediante l’Asse II e l’Asse III. Con l’integrazione, il programma, promuove
una logica di intervento di filiera e favorisce le esperienze connotate da reti relazionali tra
pubblico e privato. L’integrazione tra gli strumenti di intervento diventa, inoltre, il principio
sul quale basare la stessa implementazione del PSR. Infine, l’elemento della
multifunzionalità fa riferimento all’obiettivo della diversificazione delle economie rurali
come occasione di sviluppo sostenibile, crescita economica, miglioramento dell’occupazione
e, conseguentemente, delle condizioni di vita delle popolazioni.
Gli impatti attesi dal perseguimento dell’obiettivo globale, mediante la successiva
declinazione degli obiettivi generali fino a quelli operativi, sono la crescita economica, la
creazione di impiego, l’aumento della produttività, il contrasto al depauperamento della
biodiversità, il mantenimento di un alto valore delle aree agricole e forestali, il
miglioramento della qualità delle acque, il contributo alla lotta ai cambiamenti climatici.
Valore aggiunto comunitario.
Il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Calabria, per la programmazione 2007-2013, mette
in campo una strategia di sviluppo endogeno sostenibile e di valorizzazione integrata delle
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
112
risorse locali, strettamente coerente con la strategia di rinnovamento economico e sociale e
di sviluppo sostenibile voluta a livello europeo.
La definizione della strategia di sviluppo del PSR Calabria, in particolare, ha tenuto conto:
· degli Orientamenti Strategici Comunitari per lo Sviluppo Rurale;
· del Piano Strategico Nazionale;
· delle scelte indicate nel Documento Strategico Regionale della Calabria per le
politiche di coesione;
· dei risultati conseguiti dai Programmi in corso di attuazione (POR 2000-2006, PSR
2000-2006, LEADER + 2000-2006);
· della realtà agricola, forestale, agroalimentare ed ambientale;
· delle caratteristiche specifiche delle aree rurali calabresi.
In tale contesto la proposta contemplata nel Programma regionale risulta essere
complementare e proporzionale rispetto agli obiettivi comunitari, in particolare, è possibile
evidenziare tre elementi chiave:
· lo sviluppo delle diverse aree regionali viene realizzata tramite la valorizzazione delle
specificità locali e il miglioramento dell’efficienza e della competitività territoriale;
· la logica dello sviluppo endogeno sostenibile rompe (in un’ottica di discontinuità) con
la tradizione del passato e, in particolare, con la formulazione di strategie di sviluppo
di tipo autocontenuto e caratterizzate da interventi a carattere esogeno. In tal senso, la
nuova programmazione sottolinea il passaggio dalla dipendenza al protagonismo
responsabile, attraverso l’accordo che si realizza tra i soggetti pubblici e privati per
l’individuazione di un programma di interventi di diversa natura ma tra loro integrati;
· il PSR non rappresenta un piano di sviluppo tradizionale né uno strumento per la
semplice ripartizione finanziaria ma un modello di sviluppo con una definizione
territoriale e temporale.
Nel rispetto della coerenza con gli obiettivi strategici comunitari, non solo riguardo allo
sviluppo rurale, la strategia di base proposta nel Programma tende a favorire la progettazione
integrata e l’approccio dal basso verso l’alto, visti anche i riscontri positivi registrati nella
programmazione precedente. In tal senso, i Gruppi di Azione Locale (GAL) potranno
efficacemente dare risposta alla necessità di applicare agli interventi per lo sviluppo rurale il
principio della sussidiarietà, attraverso l’esperienza accumulata negli anni riguardo alla
definizione delle strategie territoriali e alla mobilitazione del partenariato pubblico-privato,
stimolando la creatività e la solidarietà delle comunità rurali.
In termini di proporzionalità della proposta, va sottolineata, l’applicazione del metodo Leader
per la nascita di partenariati sul territorio e per il miglioramento della governance locale.
Misura in cui si è tenuto conto delle priorità comunitarie.
La definizione del PSR ha tenuto conto della cornice comunitaria sullo sviluppo rurale per
l’individuazione degli obiettivi generali e specifici. Inoltre, ciascun asse tematico corrisponde
ad uno dei tre obiettivi e relativi sub-obiettivi definiti dal Reg. CE 1698/05. E’ presente,
infine, il quarto asse orizzontale dedicato all’approccio Leader. Gli obiettivi specifici definiti
fanno riferimento a gruppi di misure integrate, in termini di attivazione, in modo da renderle
fortemente indirizzate riguardo all’obiettivo generale stabilito. Alcune misure possono essere
finalizzate a più obiettivi specifici ed operativi, ma al loro interno prevedono strumenti di
selezione e indirizzo degli interventi utili a dirigerne gli effetti verso i diversi obiettivi. Il
citato regolamento, inoltre, prevede all’articolo 9, paragrafo 1, l’adozione a livello
comunitario di Orientamenti Strategici in materia di sviluppo rurale per il periodo di
programmazione 2007-2013. Per quanto riguarda il “miglioramento della competitività del
settore agricolo e forestale” gli Orientamenti sottolineano come prioritari: il trasferimento
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
113
delle conoscenze, la modernizzazione, l’innovazione e la qualità della catena alimentare e gli
investimenti nel capitale umano e naturale. Gli obiettivi specifici e operativi dell’Asse I del
Programma accolgono tali priorità e riprendono le azioni chiave proposte negli orientamenti.
Le azioni chiave previste nell’ambito degli Orientamenti “migliorare l’ambiente e le zone di
campagna” vengono declinati negli interventi previsti dall’Asse II del PSR che riguardano il
miglioramento dell’ambiente. In particolare, gli interventi dell’Asse II operano per
promuovere l’utilizzo sostenibile dei terreni agricoli e delle aree forestali favorendo la
biodiversità, la preservazione e lo sviluppo dell’attività agricola, il rispetto del regime delle
acque e il cambiamento climatico. Per quanto riguarda le risorse da destinare all’obiettivo
“migliorare la qualità della vita delle aree rurali e diversificare l’economia rurale” le
priorità che gli Orientamenti mettono in evidenza riguardano la creazione di posti di lavoro e
l’innesco di condizioni per la crescita economica. Le varie azioni disponibili dovrebbero
essere sfruttate in particolare per promuovere lo sviluppo delle capacità, l’acquisizione di
competenze e l’organizzazione mirata allo sviluppo di strategie locali oltre che alla
conservazione dell’attrattiva delle zone rurali per le generazioni future. Nel promuovere la
formazione, l’informazione e l’imprenditorialità occorre tener conto in particolare delle
esigenze delle donne, dei giovani e dei lavoratori anziani. Anche in questo caso è possibile
evidenziare un contributo positivo degli interventi previsti nell’Asse III del Programma al
perseguimento degli orientamenti. Così come previsto dagli Orientamenti, anche per PSR
l’approccio Leader, è orientato a contribuire trasversalmente al soddisfacimento delle priorità
degli Assi I, II e III e al miglioramento della governance.
In coerenza con l’impostazione data dalla riforma dello sviluppo rurale a livello comunitario,
l’idea cardine del PSR della Regione Calabria è quella del passaggio dallo “sviluppo
molecolare” allo “sviluppo relazionale”, concetto che implica nello specifico la creazione di
un modello di sviluppo di tipo competitivo, sostenibile, integrato e indipendente. Da un punto
di vista concettuale, inoltre, le linee di intervento proposte nella nuova programmazione
regionale sono ispirate a logiche di sviluppo endogeno sostenibile, in quanto basate sulla
valorizzazione e integrazione delle risorse e competenze locali e sulla capacità di sviluppare
interdipendenze produttive a livello locale, oltre che sulla promozione dell’innovazione.
Non si evidenziano, tuttavia, effetti addizionali di rilievo generati dal Programma rispetto alle
linee guida stabilite a livello comunitario. Il PSR Calabria riprende pienamente tali linee,
calandole e modellandole rispetto a quella che è l’esigenza dei territori calabresi. Deve
comunque sottolinearsi come la nuova Programmazione sia dotata di una coerenza strategica
degli obiettivi, azioni ed interventi. Inoltre, la territorializzazione delle strategie e delle linee
di policy, data l’evidente estrema eterogeneità dello scenario regionale, porterà ad una
valorizzazione dei territori rurali, che da aree marginali diventano il catalizzatore degli
interventi di sviluppo. In tal senso il PSR Calabria supera l’idea dello “strumento” che
elargisce risorse al settore agricolo e agroalimentare, offrendo qualcosa in più rispetto al
PSN.
Le lezioni dal passato
Il Programmatore, prima della definizione delle misure da adottare per il raggiungimento
degli obiettivi del programma, ha provveduto a ripercorrere i primi risultati provenienti dalla
precedente programmazione 2000-2006. In particolare, ha esaminato i principali dati
disponibili (prevalentemente avanzamento fisico e finanziario) relativamente al POR
Calabria (parte Feoga) al PSR Calabria, all’I.C: Leader + Calabria, per poi estrapolare i
maggiori elementi di criticità soprattutto in merito agli aspetti procedurali e attuativi.
Da questi interventi il Programmatore ha tratto spunti di riflessione utili alla programmazione
2007-2013. Elementi concernenti sia gli aspetti interni ed esterni al Dipartimento Agricoltura
sia gli aspetti tecnico-amministrativi e gestionali, nonchè di contenuto e qualitativi.
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
114
Tale attività si è conclusa con una schematizzazione delle debolezze, delle criticità e delle
possibili soluzioni da adottare nella programmazione 2007-2013 in linea con le riflessioni del
valutatore.
Si può sostanzialmente affermare che nella programmazione del PSR Calabria si sono prese a
riferimento:
· le maggiori riflessioni emerse, soprattutto in termini di criticità, dalla precedente
programmazione (POR-Leader-PSR);
· i contributi derivanti dal Partenariato economico e sociale e dai Tavoli tecnici attivati;
· le riflessioni proprie del valutatore.
Implementazione del sistema di monitoraggio e valutazione.
La disciplina comunitaria di recente emanazione, risultante dal combinato disposto dei Reg.
CE n. 1290/2005, Reg. CE n. 1698/2005, e Reg. CE n. 885/2006, ha innovato profondamente
l’architettura del sistema di gestione e controllo del PSR rispetto al precedente periodo di
programmazione comunitaria. Essa prevede, per ciascun programma di sviluppo rurale:
· la designazione delle autorità competenti e organismi responsabili: art. 16 e art. 74 del
Reg. (CE) n. 1698/2005;
· la descrizione dei sistemi di sorveglianza e valutazione: art. 16 del Reg. (CE) n.
1698/2005;
· la composizione del comitato di sorveglianza: art. 16 del Reg. (CE) n. 1698/2005;
· la designazione di un organismo pagatore: Reg. CE n. 1290/2005 e Reg. CE
n.885/2006;
· l’individuazione di un organismo che certifichi l’organismo pagatore: art. 7 del Reg.
(CE) n. 1290/2005
Rispetto la designazione delle autorità competenti e degli organismi responsabili
dell’attuazione del PSR Calabria, il documento di programmazione contiene indicazioni
riguardo:
· l’Autorità di Gestione,
· il Comitato di Sorveglianza,
· l’Organismo Pagatore,
· l’Organismo di certificazione dell’organismo pagatore,
· l’Organismo per i controlli di II livello.
3.3.1 Principali risultati della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e conseguenti
azioni intraprese
La Valutazione Ambientale Strategica: processo ed esiti.
La Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e
programmi sull’ambiente (Direttiva VAS) stabilisce che i programmi cofinanziati dalla
Comunità europea debbano rispondere agli obblighi ed agli adempimenti da essa previsti. Il
Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, di seguito PSR (Regolamento CE n. 1698/2005)
rientra, per le caratteristiche che presenta, tra quelli da assoggettare a VAS ai sensi dell’art. 3,
paragrafo 2, punto a) della Direttiva 2001/42/CE.
Per adempiere agli obblighi della Direttiva è stato, perciò, impostato, secondo quanto
indicato dagli indirizzi procedurali e metodologici stabiliti a livello comunitario e
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
115
nazionale31, un processo integrato di programmazione e valutazione ambientale strategica.
L’Autorità di Programmazione del FEASR 2007-2013 ha deciso di costituire un gruppo di
lavoro32 per l’applicazione della VAS al PSR.
L’impostazione della VAS come processo integrato e cooperativo consente di massimizzare
l’integrazione di obiettivi di sostenibilità ambientale nella fase decisionale e di minimizzare i
possibili impatti negativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione. Questo in coerenza con gli
orientamenti strategici comunitari33 che prevedono la predisposizione di programmi che
tengano conto della protezione dell’ambiente e sulle sinergie tra le dimensioni economiche,
sociali ed ambientali.
La Valutazione Ambientale Strategica prevede, fondamentalmente, cinque momenti
significativi:
· elaborazione di un Rapporto Ambientale;
· svolgimento di consultazioni34 con le autorità con competenze ambientali, sia al
momento della decisione sulla portata delle informazioni da includere nel Rapporto
Ambientale e sulla proposta di piano/programma sia sul Rapporto Ambientale nella
stesura definitiva, comprendendo in quest’ultimo caso anche il pubblico;
· integrazione delle risultanze del Rapporto Ambientale e degli esiti delle consultazioni
nel programma;
· messa a disposizione del pubblico delle informazioni relative al processo di decisione
adottato;
· predisposizione di un piano di attività di monitoraggio.
Per quanto riguarda la definizione dei soggetti individuati per la consultazione si rimanda
all’elenco completo riportato nel Rapporto Ambientale; ai sensi della Direttiva, sono stati
definiti i soggetti in relazione a tre categorie: autorità con competenze ambientali ai sensi
dell’art. 6, paragrafo 3., soggetti del pubblico portatori di interessi ambientali ai sensi
dell’art. 6, paragrafo 4. e, per la consultazione finale, sono stati inclusi i componenti del
partenariato socioeconomico istituzionale del PSR.
Esiti delle consultazioni
La consultazione svolta nella fase di scoping, finalizzata alla definizione della portata delle
informazioni da includere nel rapporto Ambientale è stata avviata il 27 novembre 2006 con
l’invio, tramite posta elettronica, del documento ai soggetti di cui ai punti a) e b). I contributi
sono pervenuti tra il 7 e l’11 di dicembre. Tra i soggetti consultati hanno inviato contributi:
LIPU, URBI Calabria, CNR – IRPI, WWF. Il dettaglio dei contributi è riportato nell’Allegato
3 del Rapporto Ambientale. In sintesi, i contributi sono stati complessivamente recepiti ed
integrati nel Rapporto Ambientale. L’osservazione dell’URBI, in merito alla proposta della
filiera risorse idriche, trova riscontro nei Progetti Tematici Strategici di sviluppo previsti dallo
31 Riferimenti: “Joint letter from DGs REGIO and ENV to the Member States concerning the SEA Directive”
Commissione europea, 2006. “Handbook on SEA for Cohesion Policy 2007-2013”, GRDP, 2006.
“L’applicazione della Direttive 2001/42CE al ciclo di programmazione 2007-2013 dei Fondi Strutturali in Italia”
MATTM, 2006.
32 Decreto del Dirigente Generale Dipartimento Agricoltura n° 10429 dell’11 agosto 2006; il dettaglio della composizione del gruppo di
lavoro è riportata nel Rapporto Ambientale.
33 Decisione del consiglio del 20 febbraio 2006 relativa agli orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo
rurale (periodo di programmazione 2007-2013)
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 25.2.2006
34 Al fine di garantire una partecipazione allargata del pubblico ed un’adeguata informazione i documenti sono
stati inviati ai soggetti designati e messi a disposizione sul sito web della Regione Calabria:
http://www.assagri.regione.calabria.it/programmazione_2007_2013
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013
116
stesso PSR. La consultazione finale è stata avviata il 23 febbraio 2007, prot. 809, trasmessa
per posta elettronica e dato avviso della pubblicazione sul sito web riportato alla nota 4,
tramite news letter del Dipartimento Agricoltura, per darne diffusione al pubblico. Non
essendo pervenute osservazioni, il Rapporto Ambientale è stato considerato definitivo.
La metodologia di valutazione utilizzata per la stesura del Rapporto Ambientale ha previsto:
· l’inquadramento normativo e pianificatorio ed un’analisi di “coerenza esterna”;
· l’analisi del contesto territoriale ed ambientale;
· la definizione dello scenario ambientale di riferimento;
· la definizione del sistema di obiettivi di sostenibilità ambientale relativi allo scenario
definito;
· la selezione degli obiettivi specifici di sostenibilità ambientale del PSR;
· la stima dei possibili effetti ambientali del PSR, effettuata mediante una valutazione
qualitativa del potenziale “contributo” delle misure del programma al raggiungimento di
obiettivi specifici di sostenibilità ambientale;
· la definizione di criteri e di modalità operative per la fase di specificazione e di
attuazione del programma, in relazione agli esiti della valutazione;
· la definizione delle misure previste in merito al monitoraggio degli effetti.

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