lunedì 23 febbraio 2009

Fondazione Calabria Etica



Mission


La promozione della costituzione della Fondazione “Calabria Etica” è stata avviata con una norma della legge finanziaria regionale per l’anno 2001 (art. 18 bis della L.R. n° 7/200 1).

Tale norma ha previsto la costituzione di una Fondazione, nell’ambito della “finanza etica”, con lo scopo di sostenere le persone fisiche e le famiglie in difficoltà, con un basso o nullo reddito, nonché le imprese sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente rilevanti e/o nell’ inserimento nel mondo lavorativo di soggetti deboli e svantaggiati.

Con la stessa norma è stato demandato alla Giunta regionale ed al suo Presidente di compiere tutti gli atti necessari per la costituzione della Fondazione.

Il patrimonio iniziale della Fondazione è stato costituito dalla stessa Regione con un apposito stanziamento di bilancio.

Lo Statuto è stato approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale, appositamente delegato dalla Giunta regionale.

Nella elaborazione dello Statuto si è cercato di concepire la Fondazione, nell’ambito dei principi fissati dalla legge regionale, come un organismo operativo in grado, con snellezza di procedure, di dare concrete risposte alle tantissime esigenze sociali della popolazione, non solo calabrese, ed in particolare delle fasce svantaggiate ed emarginate.

Con tale iniziativa si è inteso avviare la realizzazione di un sistema di solidarietà sociale, di cui la Regione Calabria tramite la Fondazione, diventa protagonista, ricercando soluzioni volte a costituire un sistema innovativo di “welfare” fondato in misura crescente sull’imprenditorialità sociale e sulla partecipazione responsabile dei cittadini.

La nuova amministrazione regionale, riconoscendo il rilevate ruolo che può svolgere la Fondazione ha inteso rilanciarne l’attività e, con l’art. 21 della legge regionale n. 1/2006, ne ha disposto la riorganizzazione, dando mandato alla Giunta regionale di adottare un apposito atto di indirizzo volto alla modificazione dello Statuto per lo snellimento degli organi gestionali e la semplificazione delle procedure di svolgimento delle attività. Con la stessa norma è stato autorizzato il Presidente della Giunta regionale a nominare i nuovi organi della Fondazione.

In attuazione della predetta norma, la Giunta ha adottato l’atto d’indirizzo che dispone la riorganizzazione della Fondazione ed il Presidente della Giunta regionale ha provveduto a nominare i nuovi organi.

Il base al nuovo Statuto, già approvato dal Consiglio di Amministrazione, la Fondazione è amministrata da un Consiglio di Amministrazione che ha tutti i poteri di indirizzo, gestione e coordinamento.

Altri organi della Fondazione sono il Presidente, che ha la legale rappresentanza, il Segretario Generale che coadiuva il Presidente e gli altri organi e dirige gli uffici, ed il Collegio dei Revisori contabili.
La vigilanza sull’attività e sugli organi della Fondazione è esercitata dall’Ufficio Territoriale del Governo, mentre la Regione Calabria potrà adottare atti di indirizzo, nonché ogni altra iniziativa per assicurare la rispondenza dell’attività della stessa Fondazione alle finalità statutarie.

Gli obiettivi previsti dal nuovo Statuto sono:

1. favorire e valorizzare le famiglie con la promozione ed attuazione di iniziative che ne recuperino il ruolo fondamentale all’interno della società;
2. promuovere la tutela dei diritti civili in particolare dei soggetti svantaggiati;
3. facilitare il finanziamento e sostentamento di persone fisiche e di famiglie in difficoltà economiche, nonché delle imprese sociali e in generale degli enti no-profit impegnati nello svolgimento di servizi socialmente rilevanti e/o nell’inserimento nel mondo lavorativo di soggetti deboli e svantaggiati.
4. essere interlocutore della Regione Calabria, nonché degli Enti Locali, dello Stato e dell’Unione Europea in materia di politiche ed attività finalizzate al sociale, all’occupazione, allo sviluppo delle comunità locali.
5. ricercare soluzioni volte a costituire un sistema innovativo di “Welfare” fondato in misura crescente sull’imprenditorialità sociale e sulla partecipazione personale e responsabile dei cittadini favorendo anche la costituzione di una rete tra i soggetti che operano nel sociale in modo da ottenere sicuri vantaggi sinergici.
6. promuovere e diffondere i valori della solidarietà umana, dell’etica e della legalità.

La Fondazione si propone anche altri rilevanti scopi, fra cui: promuovere l’imprenditorialità giovanile, anche attraverso interventi formativi, favorendo la creazione di una cultura d’impresa che consenta di creare opportunità di lavoro atte a ridurre la disoccupazione; essere interlocutore della Regione Calabria, nonché dello Stato, degli Enti locali in materia di politiche finalizzate al sociale ed all’occupazione.

La Fondazione potrà sviluppare rapporti, scambi e collaborazioni con Enti, istituzioni nazionali ed internazionali, pubbliche e private, nell’ambito delle finalità statutarie; potrà realizzare progetti ed iniziative tese a migliorare le condizioni di vita delle persone e delle famiglie in difficoltà, nonché creare centri sociali, comunità,, case famiglia, strutture ricettive ed ogni altra struttura connessa all’attuazione dei propri programmi.


PROGETTO FAMIGLIA

Obiettivi specifici del Progetto

Il progetto, aperto alla collaborazione in regime di partneriato di enti pubblici e privati, si propone di contribuire alla promozione della “cultura della famiglia” realizzando un luogo in cui convergano le sinergie degli Enti territoriali preposti alla politica sociale e familiare, del sistema socio-educativo, delle Parrocchie, delle Associazioni delle famiglie, delle Associazioni di volontariato e dei singoli cittadini.

Strutturare, quindi, un luogo che, in funzione del territorio, sia Osservatorio Permanente sulle famiglie e sulle scelte che le riguardano al fine di costituire una rete di servizi integrati che meglio soddisfi i bisogni emergenti.

Per contribuire al raggiungimento del summenzionato obiettivo generale e per rispondere alla priorità di creare nuove e migliori opportunità di gestione familiare (come sinonimo di pilastro fondamentale della società e struttura portante dei processi di innovazione e di cambiamento) l’intervento si propone di perseguire i seguenti obiettivi specifici:

1. Sviluppare/favorire le competenze genitoriali e il benessere dei genitori (in quanto condizionante il benessere dei figli)
2. coadiuvare l’attività educativa sui figli per favorire la ricerca di stabilità affettiva (riconoscimento di modelli di riferimento necessari per la crescita psico-affettiva dell’individuo in fase di crescita)
3. sostenere modalità di orientamento nell’universo familiare (all’interno fra i soggetti e nei ruoli, all’esterno fra gli operatori di sostegno)
4. interagire con tutti i soggetti pubblici e privati che si occupano delle problematiche familiari al fine di realizzare una azione sinergica foriera di un più incisivo intervento

Il progetto prevede l’istituzione in ogni Comune capoluogo di provincia di un Centro per la famiglia, con la possibilità di aprile degli sportelli in altri comuni sempre al fine di fare rete e meglio conoscere i bisogni delle famiglie calabresi.

Sono attivi i Centri per la famiglia di :

* Catanzaro
* Cosenza
* Crotone
* Reggio Calabria
* Vibo Valentia con sede a Mileto
CENTRO PER LA FAMIGLIA

Percorsi a sostegno della famiglia

A. Partners coinvolti


Enti Locali
Consultori familiari
Scuole
Parrocchie
Associazioni
Ecc.


B. INFORMAZIONI GENERALI RELATIVE AL PROGETTO

Localizzazione

Catanzaro – Vibo Valentia – Reggio Calabria – Cosenza - Crotone

Tipologia del Progetto

Intervento di tipo psico-socio-educativo

Motivi dell’intervento

Il progetto “CENTRO PER LA FAMIGLIA” nasce da una motivazione basilare: il ruolo della famiglia, nella società moderna, si è molto modificato e desta preoccupazioni comuni a tanti; le esigenze di una famiglia moderna, i servizi di cui necessita, le opportunità di crescita e confronto diventano sempre più complessi e articolati
Il progetto, vuole dare una risposta concreta a quelle famiglie che nelle diverse situazioni della vita, si sentono disorientate, smarrite ed hanno bisogno di un punto di riferimento dove poter avere un costante sostegno.
Si è dunque, avvertita l’esigenza di sostenere la famiglia e farsi insieme ad essa portavoce delle proprie esigenze, in una prospettiva di crescita dell’intero nucleo.
E’, dunque, indispensabile approntare degli strumenti in grado di fornire supporto e sostegno alle famiglie, garantendo alle stesse, in maniera integrata, opportunità per affrontare le problematiche familiari attraverso la predisposizione e l’apertura di uno Centro che funga da punto di riferimento e da supporto.
Il mestiere di genitore è certo uno dei più affascinanti, ma anche dei più difficili, sia per la complessità delle situazioni che si devono affrontare, sia perché quasi nessuno ha ricevuto a riguardo una preparazione specifica.
La complessità, oggi, non appartiene solo al ruolo genitoriale in sé e per sé, essa contraddistingue la società in senso lato, quella società che non riesce a fermare il perenne processo di cambiamento e di evoluzione in cui è inserita.
Essendo la cellula più importante della società, la famiglia, oggi, appare sempre più
coinvolta e sconvolta dal cambiamento in atto e non può fare a meno di sentirsi smarrita davanti al venire meno delle certezze che hanno caratterizzato i modelli educativi del passato.
La fisionomia della famiglia assume sfaccettature sempre più cangianti che assistono al perenne cambiamento degli stili educativi, degli attori e dei riferimenti valoriali. Cambiano i metodi e i ruoli educativi: non esiste più il modello familiare tradizionale e, i genitori, si sentono sempre più disorientati e privi di un substrato culturale cui riferirsi nel loro agire. Ad aggravare tale situazione di disagio e di smarrimento subentrano senz’altro i recenti fatti di cronaca che portano sempre più frequentemente alla ribalta bambini e adolescenti in qualità di vittime e/o artefici di atti violenti e devianti.
Nella nostra specifica realtà territoriale, il bisogno da parte di molti genitori di avere uno spazio di incontro e di confronto sul proprio agire educativo, ci appare evidente per le molteplici richieste che provengono sia, alle Associazioni di volontariato, sia ai Servizi pubblici.
Il presente progetto vuole rispondere all’intento di promuovere la riflessione pedagogica con i genitori, così da favorire la loro intenzionalità educativa e lo sviluppo delle loro competenze. Ciò che si vuole promuovere è, in maniera particolare, l’incontro tra i genitori, l’occasione di scambio e di confronto sulle tematiche educative e sugli strumenti che, quotidianamente, segnano il loro agire.
La proposta educativo/formativa che si intende attuare, non vuole, pertanto, rappresentare il tentativo di “confezionare” delle ricette di tipo manualistico rispondendo ad una logica di “addestramento” tecnico, ma favorire una cultura e una sensibilità educativa capace di accompagnare il processo evolutivo dei propri figli, sin dalla primissima infanzia, o in particolari situazioni di disagio già manifesto.

Sintesi del Progetto (idea progettuale, i principali obiettivi, le principali attività ed i beneficiari)

La proposta di progetto si iscrive nell’ambito dei servizi socio educativi. L’area geografica di intervento è quella delle 5 province calabresi.
Nello specifico si intende dare sostegno educativo e psicologico alle famiglie che incontrano difficoltà nella gestione dei rapporti familiari. Il tutto nell’ambito di un Centro che promuova la “cultura della famiglia” attraverso la realizzazione di attività di formazione finalizzata sempre all’ “educazione” familiare.
Si perseguono, quindi, i seguenti obiettivi specifici:
1) Offrire una informazione completa circa i servizi esistenti sul territorio che, a rete, circondano il nucleo familiare
2) Sviluppare in un’ottica preventiva le competenze genitoriali e favorire il ben-essere dei genitori ( in quanto condizionante il ben-essere dei figli)
3) Contribuire alla “professionalizzazione” di esperti operatori nel sostegno familiare attraverso la formazione di baby sitter, di badanti e di volontari delle famiglie
4) Accompagnare l’educazione dei figli più piccoli attraverso attività in favore della costruzione della propria personalità unica e irripetibile
5) offrire consulenza specialistica in materia legale;

Le attività previste sono:
● Uno sportello informativo: (offerta dell’informazione sui servizi a sostegno delle famiglie e sugli altri esistenti sul territorio, mappatura risorse pubbliche e private (attivazione collegamenti diretti con associazioni ed organizzazioni di volontariato, parrocchie, servizi socio-educativi, servizi socio-assistenziali e sanitari, servizi ricreativo-culturali, forze dell’ordine), costruzione di un archivio informatico suddiviso in categorie e per argomento in funzione della futura costruzione di una mappa dei servizi e delle opportunità territoriali inerenti le tematiche familiari, attuazione di una ricerca-azione (aggiornamento dati statistici riferiti alla popolazione delle circoscrizioni) attraverso metodo partecipativo degli afferenti il servizio per il miglioramento dello stesso.
A tal fine l’attività dello Sportello si articola in particolare in sei aree:
1.Servizio di Accoglienza: con il compito di accogliere in modo qualificato e tempestivo le richieste delle persone ed indirizzarle verso le aree di consulenza o di intervento più idonee;
2.Consulenza per l’infanzia: Si rivolge alle famiglie con bambini piccoli. Lo scopo del servizio è quello di fornire un sostegno alla genitorialità al fine di promuovere un armonico sviluppo dei figli, migliorare la qualità delle relazioni o gestire le eventuali difficoltà nelle varie aree evolutive (alimentazione, sonno, regolazione emotiva, ...);
3.Consulenza per l’adolescenza: Si rivolge ai ragazzi dai 12 ai 21 anni. Il Servizio accoglie anche le richieste di consulenza o informazione familiari, educatori ed insegnanti impegnati nel lavoro con adolescenti;
4.Consulenza per la famiglia: attraverso la realizzazione di interventi per la promozione del benessere familiare, basati sul dialogo e sulla comunicazione, al fine di migliorare le relazioni e prevenire il disagio;
5.Sostegno allo sviluppo della genitorialità: Gruppi di incontro periodici con i genitori su tematiche dello sviluppo e della genitorialità. Conferenze e seminari su tematiche relative all’infanzia, all’adolescenza e alla famiglia;
6.Mediazione familiare: offre un servizio di consulenza per tematiche relative alla conflittualità nei casi di separazione legale e/o divorzio delle coppie con figli; per regolamentare le modalità di relazione tra i vari componenti della famiglia; per risolvere tutte le questioni connesse alla cura, l’educazione e la partecipazione di entrambi i genitori alla vita dei figli.

Le azioni sopra menzionate verranno svolte in modo parallelo prevedendo, al contempo, una periodica e finalizzata interazione e reciprocità

* Una “Scuola per genitori”: consulenza a sostegno della genitorialità (gruppi di auto aiuto, mediazione familiare, sviluppo competenze genitoriali, interventi finalizzati all’integrazione sociale in situazioni di emarginazione e disagio, sostegno educativo rivolto ai genitori e ai minori, offerta di informazioni e orientamento su questioni educative che creano squilibri nella famiglia o riguardo aree specifiche di disturbo, progettazione educativa individualizzata, attivazione di gruppi di auto aiuto per affrontare difficoltà emotive individuali)
* Corsi di formazione per: baby sitter, badanti, volontari della famiglia
* Seminari, dibattiti, cicli di incontri a tema
* Attività ludico - espressive all’interno di uno “spazio a misura di bimbo”
* Consulenze specialistiche

C. CONTESTO

Quadro territoriale

PREMESSA: I dati qui di seguito riportati sono stati forniti dalle classificazioni e dai tabulati dell’ufficio Istat. Quando si evidenziano confronti si premette che questi sono stati fatti con dati di tre censimenti di scarto per offrire un’idea molto ampia dell’evoluzione demografica, della tipologia delle famiglie e del cambiamento a venire.

Demografia e tipologia delle famiglie Calabresi: Nel 2007 la popolazione della Calabria risulta essere di 1.998.052
Le coppie coniugate sono 9.277, quelle non coniugate 5.000. il 46% delle coppie di tutte le coppie hanno figli.
I nuclei familiari costituiti da un solo genitore ammontano al 8,9%.
Secondo gli stessi dati Istat, La percentuale di famiglie con cinque o più componenti è del 19,10. La famiglia a carattere unipersonale ha una percentuale di 24,80.
N° di figli per donna 1,26

Famiglie:
I separati sono 1.593, i divorziati 621.

Cittadini stranieri: Al 2005
La popolazione straniera residente in calabria e nata all’estero ammonta a 33.525
All’insieme di dati qui forniti, non deve mancare la considerazione che l’alto tasso di disoccupazione e, di conseguenza, di lavoro sommerso, può risultare destabilizzante nell’ “assetto familiare” nel territorio di cui il Progetto vuole occuparsi. Questo fattore, unito al movimento migratorio, determina un disagio sociale decisivo rispetto all’indicatore precarietà/stabilità delle famiglie del territorio preso in esame. Tale considerazione è oggetto, invero, dell’analisi del fenomeno insita negli obiettivi progettuali.
Sono da tenere in dovuto conto altri dati di più vasto raggio: nel 2005 l'incremento rispetto all'anno precedente in Italia e' stato del 4,9% per le separazioni e del 4,5% per i divorzi. L'istituto centrale di statistica segnala un tasso di divorzio nazionale pari allo 0,7 ogni mille abitanti nel 2005, mentre i divorzi e le separazioni in Calabria hanno le percentuali basse rispetto alla media nazionale, ma sempre in crescita( 2,6% e 1,2%).
Sempre come dato nazionale, chi sceglie di separarsi o divorziare, per l'Istat, ha livelli di istruzione e occupazione maggiori rispetto a quelli della popolazione coniugata. Inoltre, è privo di titolo di studio o in possesso della licenza elementare, appena l'8% dei mariti e il 7,2% delle mogli coinvolti in un procedimento di separazione o di divorzio contro il 31% e il 34% della popolazione coniugata.
Sommariamente le stesse considerazioni possono essere fatte in proporzione al territorio calabrese. Ma si precisa che le puntualizzazioni e i sondaggi di riferimento fanno parte degli obiettivi (contestualizzare e motivare il fenomeno) del progetto.

Problemi sui quali il Progetto si propone di intervenire

In un territorio in cui il reddito pro-capite medio è basso (13,395), e in cui, su una popolazione di 1.998.052 bitanti, rileva un indice di non conseguimento della scuola dell’obbligo (15-52 anni) del 13,79%, la persona che ha un problema familiare, non chiede facilmente aiuto perché il sentimento di vergogna provoca omertà psicologica. A ciò si aggiunge un’ancor ben radicata visione fatalistica degli eventi della vita in un ambito in cui i problemi economici sono più grandi di qualsiasi parola regalata, allora è “normale” che il genitore o i genitori che vivono in un ambiente disagiato non pensino a soluzioni basate sulla “condivisione” dei problemi perché tali problemi devono rimanere nell’ambito domestico. La proposta di progetto intende, quindi, intervenire nel sostegno alla pratica quotidiana e nella gestione dei conflitti in ambito familiare. Considerando il contesto di cui sopra, una lettura dei bisogni sociali porta a focalizzare e affrontare alcune precise problematiche.
Si intende, quindi, affrontare quanto di seguito:

1. La mancanza di una rete di informazione completa dei servizi rivolti alle famiglie: in molte città calabresi, sono assenti punti in cui poter rilevare informazioni utili su sedi, uffici, luoghi in cui poter affrontare problematiche concrete familiari. E’, quindi, necessario creare un punto che rispecchi caratteristiche quali la facilità di raggiungimento, la celerità nell’elargizione dell’informazione, la disponibilità ad essere ascoltati.
2. L’assenza di uno sportello informativo accessibile ed efficiente a/per tutti. Un luogo in cui è garantita la privacy dell’informazione nell’esposizione e nella ricezione della stessa. Spesso un atteggiamento taciturno, omertoso, indifferente è dovuto all’”apertura” degli spazi pubblici. Quando si pensa che le problematiche familiari sono riservate in quanto delicate nei contenuti, un luogo che preservi ancor più queste caratteristiche garantisce un maggior successo di riuscita.
3. La presenza di difetti di comunicazione. Spesso causa di incomprensioni mai colmate da soluzioni appropriate, questi possono essere ovviati divulgando l’educazione alla comunicazione frequentemente risolutiva in se stessa. Il Centro diventa, quindi, luogo democratico in cui si ascolta, si parla, si dibatte, si dialoga, si cercano soluzioni e si elaborano strategie di comportamento insieme e mai imposte dagli specialisti del mestiere. Tutto ciò per rivalutare il singolo nel proprio pensiero in quanto esso stesso originale e detentore delle proprie verità. Convincere il singolo che ciò che pensa è positivo e, magari, risolutivo, significa donare la parte di dignità che è dell’essere umano e che ha valore incommensurabile. Può questi, quindi, con consapevolezza, scegliere di diventare un ottimo genitore anche quando si naviga nel disagio economico.
4. Il sostegno delle competenze genitoriali, senza mai sostituirsi agli stessi genitori nelle loro scelte educative personali, è il filo conduttore della proposta di progetto. I gruppi di genitori, ispirati al principio del mutuo aiuto e della reciprocità, offrono il primo fondamentale aiuto al problema: sapere che “quel” problema non è solo del singolo, ma è condivisibile con altri, permettendo, perciò, al problema stesso di diventare qualcosa che può essere affrontato e non più da soli.

D. STRATEGIA D’INTERVENTO

Obiettivo generale del Progetto

Il progetto si propone di contribuire alla promozione della “cultura della famiglia” realizzando un luogo in cui convergano le sinergie degli Enti territoriali preposti alla politica sociale e familiare, del sistema socio-educativo, delle parrocchie, delle Associazioni delle famiglie, delle Associazioni di volontariato e dei singoli cittadini. Strutturare, quindi, un luogo che, in funzione del territorio, sia Osservatorio Permanente sulle famiglie e sulle scelte che le riguardano.

Obiettivi specifici del Progetto

Per contribuire al raggiungimento del summenzionato obiettivo generale e per rispondere alla priorità di creare nuove e migliori opportunità di gestione familiare (come sinonimo di pilastro fondamentale della società e struttura portante dei processi di innovazione e di cambiamento) l’intervento si propone di perseguire i seguenti obiettivi specifici:
1) Sviluppare/favorire le competenze genitoriali e il benessere dei genitori (in quanto condizionante il benessere dei figli)
2) coadiuvare l’attività educativa sui figli per favorire la ricerca di stabilità affettiva (riconoscimento di modelli di riferimento necessari per la crescita psico-affettiva dell’individuo in fase di crescita)
3) sostenere modalità di orientamento nell’universo familiare (all’interno fra i soggetti e nei ruoli, all’esterno fra gli operatori di sostegno)

Risultati attesi ed indicatori (corrispondenti agli obiettivi specifici sopra indicati)

I risultati attesi sono da individuare, in primo luogo, in relazione al territorio di riferimento.
Il progetto si propone di creare uno spazio di azione e di interazione tra i soggetti coinvolti al fine di garantire alle famiglie del territorio, un reale riferimento cui potersi rivolgere per qualunque esigenza.
Lo sportello, in particolare, potrà, inoltre, svolgere una funzione di tramite tra i soggetti coinvolti e i servizi territoriali, rafforzando la rete territoriale e offrendo la possibilità di realizzare approcci integrati alle problematiche evidenziate.

I risultati attesi e gli indicatori in relazione ad ogni singolo obiettivo sono i seguenti:
Obiettivo n. Risultati Attesi Indicatori di Valutazione
1.

* Una serie di attività diversificate e connesse ai bisogni dell’utenza presente, colloqui individuali, di coppia, di gruppo; gruppi di auto aiuto volti alla consapevolezza del “problema”, strutturazione di programmi individualizzati di natura educativa, mediazione familiare da parte di un legale specialista, consulenze specializzate ad opera di consulenti esterni, invio a strutture complesse nei casi in cui non sono più necessari diagnosi ed intervento educativi
* Una serie di attività di informazione, dibattiti, incontri e seminari a tema



numero di sessioni formative nell’arco di 1 anno: 3 (5-6 incontri di due ore a cadenza settimanale o quindicinale)

liste di presenza:1) per gruppo; per consulenza

numero seminari: 3

numero incontri dibattito: 3
2.

* attività educativo-pedagogica annuale; strutturazione di programmi individualizzati di natura educativa; apertura pomeridiana al martedì e al giovedì dell’attività dello “spazio a misura di bimbo”.
* Teatro/animazione fiabe
* Lettura a voce alta
* Formazione Gruppo per l’infanzia itinerante.



Lista di tesseramento gratuito per bambino

Numero laboratori della lettura: 4 – 6 al mese

Numero Corsi di formazione lettura itinerante: 1
3.


* Sportello Informativo dal quale offrire l’informazione sui servizi presenti sul territorio a sostegno delle famiglie e sociali in genere.
* Punto accoglienza richieste
* Punto ascolto
* Punto di documentazione pedagogica
* Corsi di formazione per baby sitter, per “badanti”, per volontari delle famiglie



Lista accoglienza richieste

Numero consultazioni in un semestre. 150

Beneficiari del Progetto
Diretti Indiretti

* Genitori con figli in età infantile
* Genitori con figli in età pre adolescenziale
* Genitori con figli in età adolescenziale
* donne e uomini che nella propria relazione di coppia soffrono di disagio a livello di comunicazione ovvero che avvertono difficoltà nella relazione con i propri figli minorenni, in particolare, o , nel caso più estremo, che vivono nel disagio personale e sociale pesante (abuso di sostanza, problemi di personalità, emarginazione sociale, gravi difficoltà economiche). La scuola per genitori è necessaria a coloro che intendono diventare consapevoli della dignità e della grandezza del compito educativo della famiglia. Tant’è che i genitori consapevoli della propria genitorialità e del proprio stile educativo sanno assumersi serenamente le loro responsabilità, riconoscono le loro capacità e sono più competenti nell’esercitarle.
* donne e uomini che hanno problemi nella sfera sociale (problematiche con i gruppi di appartenenza, quali ambiente di lavoro, relazioni sociali, ecc.)
* famiglie con problemi relativi alla presenza di un malato cronico in casa, portatore di handicap, rapporto con le famiglie d’origine, separazioni di coppia, separazioni da lutto, ecc.)
* minori (0-10 anni) Si tiene conto della ricerca della psicologia dell’età evolutiva con la quale si assiste ad una reale crescita di sensibilità e di attenzione verso la relazione madre-bimbo e, in generale, verso la comunicazione genitori figli, fin dalla prima infanzia. In ordine a questo contesto, si intende creare uno spazio all’attività ludico-creativa in cui con l’ascolto dei racconti e delle fiabe e la loro animazione si intende dar corpo alla realtà attraverso il vocabolario altamente simbolico nelle stesse e veicolo di strutture cognitive, di riferimento, nonché pregno di peso valoriale.
* minori (10-18 anni) Attraverso colloqui individuali e/o gruppi di auto aiuto è possibile prevenire e/o stabilire strategie di intervento su comportamenti a rischio ai quali si vuol dare una svolta. Anche la partecipazione attiva alle stesse attività del Centro in sinergia con i soggetti territoriali coinvolti nelle politiche della amiglia hanno una considerevole ricaduta educativa.



* Gli enti territoriali, le Associazioni delle famiglie, le Associazioni di volontariato, la Chiesa, che aggiungono tasselli di esperienza, competenza e metodologia al lavoro del Centro. Il loro supporto entra, quindi, in relazione con un unico denominatore comune, la famiglia, sulla quale, indistintamente si lavora in comune per la sua preservazione.
* La scuola sul territorio è in tal modo stimolata ad una politica partecipativa, preventiva e valoriale. La sua collaborazione alle attività del Centro è preziosa in quanto può essere considerato il punto di riferimento sia a livello informativo e di documentazione, sia come supporto ai programmi individualizzati dei singoli beneficiari minorenni.
* L’intera comunità dell’area sarà indirettamente beneficiaria dell’intervento perché sarà migliorato lo stato dell’ informazione dei nuovi fenomeni che arricchiscono o impoveriscono la famiglia in sé, come cellula della società.
* La comunità presente sul territorio regionale beneficerà dell’informazione e documentazione prodotta sulla realtà socio-educativa esistente nel capoluogo calabrese.

Aspetti innovativi del progetto:

Gli aspetti innovativi del progetto possono essere individuati in ciò che, in fin dei conti, rappresenta la motivazione che ha sostenuto l’idea.
Nel nostro territorio è pressante il bisogno di aiuto da parte di famiglie che, sempre più spesso, si ritrovano in situazioni complesse di disagio, inteso sia in senso materiale che esistenziale.
Troppe volte le famiglie in questione sentono di essere lasciate sole e vivono ai margini del contesto sociale di riferimento verso cui non nutrono un senso di appartenenza.
Incrementare un servizio che possa garantire alla famiglia spazi di ascolto e di reciproco aiuto e sostegno, insieme a percorsi di formazione, prevenzione e mediazione familiare, significa, a nostro avviso, cercare di rispondere alla richiesta di appoggio da parte delle famiglie.
Riteniamo, pertanto, che un Centro per la famiglia possa essere il punto di partenza per l’attivazione di interventi concreti volti a favorire la famiglia e a valorizzare le risorse in essa presenti.

Reti di collegamento previste con altre organizzazioni:

Il progetto prevede, inoltre, l’attivazione, in itinere, di altre forme di collaborazione con altre strutture presenti sul territorio.
La costituzione di una rete territoriale in grado di discutere e confrontarsi sulle problematiche familiari potrà costituire un punto di partenza significativo che garantirà, da un lato una ricaduta importante sul territorio;

E.REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Durata del Progetto n. 1 anno con successivi ampliamenti in relazione ai risultati raggiunti

Tempi e fasi:
Fasi Attività Tempi
I Fase - Corso di formazione dei volontari e degli operatori
- Programmazione delle attività
- Promozione del servizio
2 mesi

II Fase - Avvio attività programmate 1 mese
III Fase - Inaugurazione “Centro per la Famiglia”
- Inizio attività programmate
- Verifica in itinere
8 mesi

IV Fase - Verifica conclusiva e ripianificazione dell’intervento
1 mese

Pianificazione e tempi tecnici di realizzazione per singole fasi:
FASI Pianificazione Attività Tempi tecnici di realizzazione
I Fase - Corso di formazione dei volontari e degli operatori 2 mesi (gennaio/febbraio 2007), per un totale di 8 incontri a scadenza settimanale
- Promozione del Servizio e programmazione lavoro d’équipe 1 mese (marzo 2007)
II Fase


- Allestimento dello Sportello
- Programmazione delle attività


1 mese (marzo 2007)
III Fase - Inaugurazione “Centro per la famiglia” Aprile 2007
Gruppi di auto-aiuto con i genitori; 8 mesi con incontri settimanali (aprile/dicembre 2007)
Seminari tematici d’informazione 7 mesi con incontri mensili
Attività di informazione documentazione e consulenza; 7 mesi
Corsi di formazione per genitori;
Corso di formazione per baby sitter, badanti, volontari per le famiglie ogni corso avrà la durata media di 8 incontri a cadenza quindicinale
Verifiche in itinere rispettivamente con l’équipe, i fruitori dei servizi, le Organizzazioni e gli Enti coinvolti si prevede per ogni verifica una cadenza trimestrale
IV FASE
Verifica conclusiva:
Incontro di Équipe
Incontro di équipe allargata con i rappresentanti degli Enti coinvolti
Questionario di gradimento dei servizi proposti
Stesura del report finale. 1 mese (dicembre 2007)

Risorse umane coinvolte

1 coordinatore;
1 psicologo;
1 pedagogista;
1 Assistente Sociale:
1 Consulente legale
1 Animatore

Ruolo svolto nel progetto:

Coordinatore (con comprovata esperienza nel settore):

- Coordinare l'équipe e le attività del Centro
- Valutare i singoli casi e predisporre gli interventi specifici
- Mantenere i rapporti con i servizi del territorio
- Realizzare verifiche periodiche con l'équipe

Psicologo:

- Curare la formazione del personale
- Facilitare le dinamiche di gruppo

Pedagogista:

- Attività di educazione alla salute
- Seminari informativi con le famiglie
- Consulenza e sostegno alle famiglie, collegamento con le strutture del territorio

Assistente Sociale:

- Coadiuva il Coordinatore nella relazione con il territorio e i servizi
- Effettua colloqui con le famiglie - Mediazione familiare
- Partecipa alla gestione e facilitazione dei gruppi di auto-aiuto
Consulente legale
- Offre risposte su problematiche di relative al diritto di famiglia
Animatore
- Realizza attività ludico-ricreative per minori.

SOSTENIBILITÀ E RIPRODUCIBILITA’ DEL PROGETTO

Indicazioni sulla sostenibilità nel tempo del Progetto

La sostenibilità delle attività proposte si fonda, principalmente, sul finanziamento da parte della Fondazione Calabria Etica della prima annualità del progetto.
Per le successive annualità e per l’eventuale apertura di ulteriori Centri in diverse città della Calabria è ipotizzabile il ricorso a diversi canali di finanziamento quali la Legge 2003 (Piani di zona), il POR Calabria, i fondi delle Amministrazioni comunali, ecc,

Indicazioni sulla riproducibilità del Progetto

L’intervento può essere riprodotto anche in altre aree territoriali, facendo leva sulla rete di relazioni scaturite dallo sviluppo della struttura pilota.
Le attività previste diventano punto di riferimento di indagine e di intervento socio educativo in un territorio più vasto in cui la precarietà delle “condizioni di salute della famiglia” calabrese è maggiore sia in prospettiva al capoluogo, sia paragonata a qualsiasi provincia italiana.

Le attività previste a sostegno della famiglia favoriranno la circolarità dell’informazione e la cultura dell’aiuto reciproco in situazioni a volte disastrate. Facendo leva sulla coscienza di questo fondamentale paradigma etico, saranno gli stessi beneficiari del progetto a reinvestire il proprio sapere in favore del “prossimo”.

I processi di cambiamento innescati e valorizzati dall’intervento pedagogico nella gestione dei conflitti familiari, in particolare grazie al coinvolgimento delle istituzioni locali (che in tal modo divengono maggiormente modello di partecipazione sociale e democratica alla vita della città) evidenzieranno la necessità di una costante osservazione scientifica del fenomeno societario nella sua più piccola componente quale effettivamente è la famiglia; una modalità, questa, che consentirà di realizzare sempre di più una politica educativa preventiva dei fenomeni negativi e di disagio che coinvolgono i componenti stessi del nucleo familiare.
A livello più allargato l’intervento di prevenzione gioverà alla salute psico ambientale dell’intera Regione Calabria
La famiglia nella Costituzione

La famiglia è il fondamento di ogni società civile e non poteva non trovare adeguato spazio nella nostra Costituzione che non si preoccupa solo dell'individuo ma anche del fatto che gli individui si presentano raggrupati in famiglie, precisando la propria posizione nei confronti di queste.

Tre sono gli articoli che la Costituzione dedica alla famiglia, collocati nel Titolo II intitolato "Rapporti etico-sociali" :

-L'art. 29 stabilisce che "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti sabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare".

L'art.30 stabilisce che "E' dovere e diritto dei genitori mantenere, istituire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità".

L'art. 31 stabilisce che "La Repubblica agevola con misure economiche ed altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo".

Da queste norme scaturiscono alcuni principi fondamentali ai quali si devono ispirare le norme dell'ordinamento italiano riguardanti la famiglia:

-il riconoscimento di soggetto dotato di autonomia e lo Stato si impegna a mantenerne i caratteri essenziali e tradizionali presenti nella società italiana cioè della famiglia monogamica basata sul libero consenso dei coniugi;

-l'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, quindi con pari diritti e doveri;

-il riconoscimento e la pari dignità dei figli nati fuori dal matrimonio assicurando ogni tutela giuridica e sociale;

-l'impegno dello Stato ad agevolare con misure economiche ede altre forme di sostegno la formazione della famiglia;

-la tutela della maternità, dell'infanzia e della gioventù con adeguati interventi.

La famiglia nel Codice Civile

Il codice civile dedica alla famiglia il primo libro del codice intitolato “Delle persone e della famiglia”, Undici Titoli del primo libro sono dedicati alla disc\iplina della famiglia e dei rapporti familiari. Il Titolo V tratta "Della parentela e dell'affinità", il Titolo VI tratta "Del matrimonio"; il Titolo VII tratta "Della filiazione"; il Titolo VIII tratta "Dell'adozione di persone maggiori di età"; il Titolo IX tratta "Della potestà dei genitori"; il Titolo IX- bis tratta degli"Ordini di protezione contro gli abusi familiari"; il Titolo X tratta "Della tutela e dell'emancipazione"; il Titolo XI tratta "Dell'affiliazione e dell'affidamento"; il Titolo XII tratta "Delle misure di protezione delle persone prive in tutto od in parte di autonomia; il Titolo XIII tratta "Degli alimenti"; il Titolo XIV tratta "Degli atti dello stato civile".

La maggior parte degli articoli che compongono tale titolo hanno oggi un contenuto profondamente diverso da quello che avevano nel testo originario del Codice civile approvato il 16 marzo 1942.

La parte del Codice riguardante il diritto di famiglia venne,infatti, riformata con al legge 19 maggio 1975, n. 151, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 23 maggio 1975, intitolata “Riforma del diritto di famiglia”, che apportò modifiche tese ad uniformare la disciplina dei rapporti familiari ai principi costituzionali.

Il testo del Codice del 1942, concepiva un modello di famiglia fondato sulla subordinazione della moglie al marito, sia nei rapporti personali sia in quelli patrimoniali, sia nelle relazioni di coppia sia nei riguardi dei figli, nonché fondato sulla discriminazione dei figli nati fuori dal matrimonio (figli naturali), che ricevevano un trattamento giuridico inferiore rispetto ai figli legittimi (nati in costanza del vincolo matrimoniale).

La riforma si è ispirata a due principi che il legislatore ha riferito agli articoli 29 e 30 della Costituzione. Il primo principio esprime l'idea dell'assoluta eguaglianza tra uomo e donna nei rapporti personali e patrimoniali nascenti dal matrimonio. Il secondo esprime la quasi totale parificazione delle posizioni giuridiche tra figli legittimi e figli naturali per lo meno nei confronti dei genitori.

Con questa legge venne riconosciuta la parità giuridica dei coniugi, venne abrogato l’istituto della dote, venne riconosciuta ai figli naturali la stessa tutela prevista per i figli legittimi, venne istituita la comunione dei beni tra i coniugi come regime patrimoniale legale (ossia ordinario) della famiglia (in mancanza di diversa convenzione); la patria potestà venne sostituita dalla potestà di entrambi i genitori.

Le trasformazioni operate nei rapporti tra i coniugi e nel regime della filiazione hanno avuto anche riflessi sul sistema delle successioni con la posizione del coniuge resa addirittura preminente su quella dei figli.

L'introduzione nel nostro ordinamemento dell'istituto del divorzio, con il mantenimento del matrimonio concordatario, hanno influito sul regolamento della separazione personale e sul trattamento delle cause di invalidità del matrimonio civile.

Importante rilevanza nella legge di riforma hanno assunto i legami economici tra i membri della famiglia con l'elevazione della comunione dei beni come regime patrimoniale legale, con l'obbligo di contribuire alle necessità familiari imposto a tutti i figli conviventi.

Per quel che concerne gli obblighi di natura personale l'art.143 c.c. stabilisce che i coniugi sono tenuti ed in egual misura, alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale dell'altro ed alla coabitazione nel luogo fissato di comune accordo. Il precdente dovere del marito di proteggere la moglie è stato sostituito dal vicendevole dovere di assistenza morale e materiale.

L'accordo tra i coniugi è divenuto lo strumento normale per la determinazione dell'indirizzo familiare.

Quanto agli obblighi verso i figli il codice stabilisce il concorso di entrambi i genitori nel lo mantenimento, istruzione ed educazione. Rilevante è l'introduzione del principio di parità nell'esercizio della potestà sui figli che si realizza nell'operare congiunto per la straordinaria amministrazione e nella possibilità per entrambi i genitori di operare disgiuntamente per l'ordinaria amministrazione, fermo restando il principio dell'accordo come fondamento delle decisioni da prendere.

L’interesse morale e materiale del minore diviene linea guida nella decisione del giudice. Questi, nel regolamentare i rapporti figli-genitori, dovrà prediligere, in quanto compatibile con interesse del minore, la soluzione dell’affido condiviso su quello monogentitoriale. Importante è il riferimento contenuto nel novellato art. 155 c.c. al diritto del minore, anche in caso di separazione personale dei genitori, di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.



Il diritto di famiglia nel corso degli anni ha subito altre modifiche:



· la legge n. 431/1967 integrò le norme del codice in tema di adozione e affido, che successivamente vennero riformati con la legge n. 184/1983 e con la legge 149/2001;
· nel 1970 venne introdotto il divorzio (legge n. 898/1970), la cui disciplina venne modificata nel 1987 (legge n. 74/1987);
· con la legge n. 121/1985 (legge che rese esecutivo l’accordo del 1984 che modificò il Concordato Stato-Chiesa cattolica del 1929) venne modificata la disciplina del matrimonio concordatario;
· la legge 40/2004 ha regolamentato, più di recente, la procreazione medicalmente assistita;
· da ultimo, la legge 54/2006, la cd. legge sull’affido condiviso, ha fortemente innovato l’assetto dei rapporti genitori-figli così come originariamente disciplinato dal codice civile.

Nessun commento:

Posta un commento