domenica 22 febbraio 2009

Industria 2015 - Azioni Connesse



Industria 2015 - Azioni Connesse

Ieri 18/02/2009 presso la sede del Dipartimento Attività Produttive il Dott. Luigi Gallo di Invitalia ha tenuto un seminario per illustrare al partenariato regionale e alle Università lo stato dell'arte del programma "Industria 2015 - Azioni Connesse".

L'Ing. Antonio Martini ha evidenziato le grandi opportunità offerte dal programma precisando, altresì, come il Dipartimento stia presenziando i tavoli tecnici attivati e come, in tale fase, sia fondamentale il supporto del partenariato, dei Centri di Ricerca e delle Università al fine di avanzare delle valide proposte progettuali.

Le proposte progettuali dovranno essere presentate secondo le scadenze di seguito riportate:

Tutti gli interessati possono richiedere informazioni e/o inviare le proposte progettuali:

* all'ing. Salvatore GangemiIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo per la parte relativa all'area tecnologica "Efficienza Energetica";
* all'ing. Guglielmo PapaleoIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo per la parte relativa alle altre aree.

La documentazione relativa ai tavoli tecnici è consultabile accedendo alla sezione Documenti.

Per ulteriori informazioni relative al programma Industria 2015 è possibile coonsultare il sito www.industria2015.ipi.it
Cos'è Industria 2015

È il disegno di legge sulla nuova politica industriale varato dal governo italiano il 22 settembre 2006, le cui previsioni sono state recepite dalla Legge Finanziaria 2007.

Industria 2015 stabilisce le linee strategiche per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo italiano del futuro, fondato su:

* un concetto di industria esteso alle nuove filiere produttive che integrano manifattura, servizi avanzati e nuove tecnologie;

* un’analisi degli scenari economico-produttivi futuri che attendono il nostro Paese in una prospettiva di medio-lungo periodo (il 2015).

La strategia del Governo individua nelle reti di impresa, nella finanza innovativa e soprattutto nei Progetti di Innovazione Industriale i nuovi strumenti per garantire il riposizionamento strategico del sistema industriale italiano nell’ambito dell’economia mondiale, globalizzata e fortemente competitiva.

Si tratta di una strategia che mira ad individuare i driver fondamentali del cambiamento in un’ottica di innovazione e ad orientare conseguentemente le scelte di politica economica. L'attuazione della strategia fa leva sulla capacità di orientare il sistema produttivo verso assetti compatibili con l’evoluzione degli scenari competitivi.

Questa capacità di orientamento si esplica da un lato nell’individuazione di aree tecnologiche produttive e di specifici obiettivi di innovazione industriale da realizzare; dall’altro nella mobilitazione intorno a tali obiettivi delle amministrazioni centrali e locali, del mondo imprenditoriale, delle università, degli enti di ricerca e del sistema finanziario.

Per approfondire la filosofia e gli strumenti di Industria 2015:

* documento di sintesi predisposto dal Governo
* Progetti di Innovazione Industriale, Reti di Impresa, Fondo per la Finanza d’Impresa

Il Regime di aiuti alla ricerca, sviluppo e innovazione

E’ stato notificato e approvato dalla Commissione europea il cd. “Regime Omnibus” che costituisce una piccola-grande rivoluzione nei meccanismi di incentivazione delle imprese e una chiave di volta per la realizzazione dei Progetti di innovazione industriale (PII) del Piano “Industria 2015”.

Il nuovo regime permetterà infatti alle imprese di scegliere sia la tipologia che la forma di sostegno finanziario maggiormente confacenti alle proprie esigenze nell’ambito di attività che vanno dalla ricerca industriale, allo sviluppo sperimentale fino alla definizione di prototipi ed impianti dimostrativi per la realizzazione di nuovi prodotti e servizi pronti a competere sui mercati internazionali.

Per quanto riguarda le categorie di aiuti finanziabili esse sono:

* Aiuti a favore di progetti di R&S;
* Aiuti per studi di fattibilità tecnica;
* Aiuti alle PMI per le spese connesse ai diritti di proprietà industriale;
* Aiuti alle nuove imprese innovative;
* Aiuti per l'innovazione dei processi e dell'organizzazione nei servizi;
* Aiuti per i servizi di consulenza e di supporto all'innovazione;
* Aiuti per la messa a disposizione di personale altamente qualificato;
* Poli di innovazione.
I Progetti di Innovazione Industriale (PII)

Rappresentano il principale e il più innovativo strumento di intervento per il rilancio della politica industriale secondo quanto definito dal documento programmatico Industria 2015.

Si tratta di progetti di intervento organico che, a partire dagli obiettivi tecnologico-produttivi individuati dal Governo, mirano a favorire lo sviluppo di una specifica tipologia di prodotti e servizi ad alto contenuto di innovazione in aree strategiche per lo sviluppo del Paese: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie per la vita, nuove tecnologie per il Made in Italy, tecnologie innovative per i beni culturali.
Linee guida per l'elaborazione dei Progetti di Innovazione Industriale

Sintesi delle modalità attuative dei PII Efficienza Energetica, Mobilità Sostenibile e Nuove Tecnologie per il Made in Italy [99 Kb], 19 febbraio 2008

Le novità dei PII:

* Designazione di un Responsabile (Project Manager) per ogni Progetto Industriale
A guidare la procedura che in ciascuna area strategica porta alla realizzazione dei Progetti di Innovazione Industriale è un Project Manager con comprovate competenze nel settore strategico individuato. Il Project Manager, avvalendosi nella sua azione del supporto di strutture specializzate, interne ed esterne alla Pubblica Amministrazione, definisce le modalità e i criteri per individuare enti, imprese e associazioni da coinvolgere nel progetto, identifica i meccanismi di sostegno alla realizzazione del progetto e ogni altra misura di regolamentazione e di contesto utile per l’attuazione degli interventi e, infine, determina i tempi di realizzazione del progetto.

* Mobilitazione di una pluralità di attori per il raggiungimento degli obiettivi tecnologico-produttivi
Imprese (piccole, medie e grandi), enti di ricerca, università e soggetti finanziari sono chiamati a partecipare ai singoli Progetti di Innovazione Industriale sulla base di specifici inviti lanciati dal Responsabile di Progetto.
Le amministrazioni pubbliche nazionali e locali, in particolare le Regioni, possono contribuire prevedendo strumenti di intervento che andranno ad affiancarsi a quello specificatamente previsto per i PII (Fondo per la Competitività e lo Sviluppo).
Nella realizzazione di ogni Progetto, inoltre, è previsto il raccordo tra Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Università e della Ricerca e Ministero dell’Innovazione nella Pubblica Amministrazione. Sotto il profilo finanziario questo raccordo si manifesta in uno stretto coordinamento tra i fondi per la ricerca e i fondi per lo sviluppo gestiti dai singoli ministeri.

* Ridisegno degli strumenti di incentivazione per le imprese che partecipano ai PII
L’intervento pubblico per il sostegno finanziario dei Progetti di Innovazione Industriale supera la tradizionale corrispondenza tra singolo incentivo e attività finanziabile e mira a “confezionare” dei pacchetti di agevolazioni tagliati su misura rispetto alle finalità da perseguire e alle specificità delle iniziative da realizzare.
Il pacchetto di agevolazioni (in particolare gli strumenti che lo compongono e l’intensità dell’aiuto) viene definito sulla base di una negoziazione con i soggetti coinvolti nei progetti, e modulato sulle caratteristiche progettuali, tecniche e produttive delle iniziative, anche tenendo conto dell’impegno finanziario delle imprese interessate e del possibile apporto di capitali privati.

* Possibilità di attivare il partenariato pubblico-privato
In quanto iniziative integrate e complesse promosse da una pluralità di soggetti pubblici e privati, l’intervento pubblico può prevedere, oltre al tradizionale sostegno alle imprese attraverso incentivi, anche la costituzione di partenariati pubblico-privato.
Queste forme di cooperazione tra autorità pubbliche e operatori economici possono rappresentare modalità particolarmente efficienti per finanziare, realizzare o sfruttare un’infrastruttura materiale o immateriale o la fornitura di un servizio nell’ambito della realizzazione di azioni o parti di azioni previste nei Progetti di Innovazione Industriale.

I Progetti di Innovazione Industriale si inseriscono in un quadro di politiche pubbliche che mirano a rafforzare la competitività del sistema anche attraverso le liberalizzazioni già avviate o da avviarsi in diversi settori (energia, tutela del risparmio, telecomunicazioni, qualificazione dei servizi, riordino degli ordini professionali) e le misure di semplificazione amministrativa e di sostegno generalizzato all’apparato produttivo da realizzarsi prevalentemente con incentivi automatici quali il credito di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo.
Il Fondo per la Finanza d'Impresa

Il Fondo per la Finanza d'Impresa ha l'obiettivo di facilitare l'accesso al credito e al capitale di rischio da parte delle imprese, soprattutto di quelle medie e piccole.

Per raggiungere questo obiettivo, il Fondo intende intervenire in operazioni che prevedano l'adozione di nuovi strumenti di mitigazione del rischio di credito e di private equity, proposte da banche e/o intermediari finanziari.

In generale, sono privilegiate le operazioni "di sistema", in grado di attivare ulteriori risorse finanziarie pubbliche e private, nonché rivolte ad una pluralità di imprese in una logica di "portafoglio" (distretti, reti, cluster, etc...). Le selezioni degli investimenti dovranno essere improntate a logiche di mercato.

I criteri e le priorità per la realizzazione delle operazioni, anche con riferimento alle imprese destinatarie ed ai programmi di spesa ammissibili, sono stabiliti di volta in volta sulla base di specifici bandi o avvisi pubblicati con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico. A tali indirizzi dovranno attenersi le proposte
presentate dalle banche e dagli intermediari finanziari.
Reti d'Impresa

Le Reti di Impresa rappresentano forme di coordinamento di natura contrattuale tra imprese, particolarmente destinate alle PMI che vogliono aumentare la loro massa critica e avere maggiore forza sul mercato senza doversi fondere o unirsi sotto il controllo di un unico soggetto.

Industria 2015 prevede che il Governo, su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, insieme ai Ministri dell'Economia e della Giustizia, possa adottare decreti legislativi per:

* definire le forme di coordinamento stabile di natura contrattuale tra imprese (che abbiano centri di imputazione soggettiva distinti) idonee a costituire una rete di imprese in forma di gruppo paritetico o gerarchico;

* definire i requisiti di stabilità, coordinamento e direzione necessari a riconoscere la rete di imprese;

* definire gli effetti giuridici della rete di imprese anche con riguardo alle conseguenze di natura contabile e impositiva, eventualmente coordinando e modificando le normative vigenti in materia di gruppi e consorzi di imprese;

* con riferimento alle reti che comprendono imprese con sede legale in diversi paesi, prevedere una disciplina delle reti transnazionali, eventualmente distinguendo tra reti europee e reti internazionali;

* prevedere che ai contratti possano aderire anche imprese sociali ed enti senza scopo di lucro che non esercitino attività d'impresa.

Il disegno di legge “Misure per il cittadino consumatore e per agevolare le attività produttive e commerciali…”, in discussione in questi giorni al Senato, all’art. 24 delega il governo ad adottare nell’arco temporale di dodici mesi misure adeguate per definire la configurazione giuridica e agevolare la creazione di reti o aggregazioni d’impresa, così come indicato in Industria 2015.

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