venerdì 27 febbraio 2009

Por Calabria 2007-2013 Fesr

4.3.1.3. Beneficiari, Categorie di Spesa e Indicatori
Obiettivi Operativi Linee di Intervento
Codici
Categorie
di Spesa
Beneficiari
3.1.1.1
Azioni per il completamento, l'adeguamento e il
riefficientamento dei sistemi di offerta di sovrambito a scopi
multipli compresi i grandi schemi e gli acquedotti di
adduzione alle reti.
45
Regione Calabria,
Sorical SpA
Enti o Soggetti Concessionari o Affidatari o Gestori di
Infrastrutture e Servizi Pubblici o di Pubblica Utilità.
3.1.1
Promuovere l'uso ottimale della risorsa
idrica per scopi multipli incrementando
e riequilibrando la dotazione idrica per
i diversi usi.
3.1.1.2
Azioni per il completamento, l'adeguamento, il
riefficientamento e l'ottimizzazione delle infrastrutture
idriche degli ATO del Servizio Idrico Integrato (reti di
distribuzione idrica, reti fognarie, depuratori).
45, 46
Regione Calabria,
Amministrazioni Provinciali,
Autorità di Ambito (ATO) e relativi Soggetti Gestori
Consorzi di Bonifica
Enti Locali
Enti o Soggetti Concessionari o Affidatari o
Gestori di Infrastrutture e Servizi Pubblici o di
Pubblica Utilità.
3.1.2
Sostenere il risparmio idrico, la
riduzione delle perdite, il recupero e
l’uso di fonti idriche alternative a
beneficio degli utenti dei diversi
comparti.
3.1.2.1 Azioni per la riduzione delle perdite e per il recupero dei
volumi non utilizzati. 45
Regione Calabria,
Amministrazioni Provinciali,
Sorical SpA
Autorità di Ambito (ATO) e relativi Soggetti Gestori
Consorzi di Bonifica
Enti Locali
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Obiettivo Specifico Obiettivo Operativo Indicatore di Realizzazione Unità di
Misura
Valore
Atteso 2013
N° Interventi sui grandi schemi idrici e acquedotti di adduzione alle reti (3.1.1.1). Numero 9
N° Interventi sulle reti idriche e sui sistemi fognari (3.1.1.1). Numero 190
Km reti di distribuzione idrica urbana (3.1.1.2). Km 215
Km reti fognarie (3.1.1.2). Km 80
N° Nuovi impianti di depurazione creati (3.1.1.2). Numero 5
N° Impianti di depurazione riefficientati/adeguati (3.1.1.2). Numero 13
Obiettivo Operativo 3.1.1 – Promuovere
l'uso ottimale della risorsa idrica per scopi
multipli incrementando e riequilibrando la
dotazione idrica per i diversi usi.
N° Interventi su stazioni di pompaggio (3.1.1.2). Numero 16
Obiettivo Specifico 3.1. -
Aumentare la dotazione,
l’efficienza e l'efficacia dei
segmenti del servizio idrico in
un’ottica di tutela della risorsa
idrica e di integrazione del
sistema di gestione per tutti gli
usi.
Obiettivo Operativo 3.1.2 - Sostenere il
risparmio idrico, la riduzione delle perdite,
il recupero e l’uso di fonti idriche
alternative a beneficio degli utenti dei
diversi comparti.
N° Opere di captazione riefficientate (3.1.2.1). Numero 7
Obiettivo Specifico Indicatore di Risultato Unità di
Misura Fonte
Valore
Attuale
(Anno)
Valore
Atteso 2013
Abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di depurazione delle acque reflue
urbane con trattamento secondario o terziario e trattamento terziario nelle aree
sensibili, in rapporto agli abitanti equivalenti totali (obiettivo di servizio QRSN.
% Istat 37,4 (2005) 70
Coste non balneabili per inquinamento (obiettivo comune Mezzogiorno QRSN)
(Km di coste non balenabili per inquinamento su km di coste totali). % Istat-Dps Banca Dati
Indicatori di Contesto 7,90 6,9
Obiettivo Specifico 3.1. -
Aumentare la dotazione,
l’efficienza e l'efficacia dei
segmenti del servizio idrico
in un’ottica di tutela della
risorsa idrica e di
integrazione del sistema di
gestione per tutti gli usi. Utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano: percentuale di acqua erogata
sul totale immessa nelle reti di distribuzione comunali. % Istat-Dps Banca Dati
Indicatori di Contesto 70,7 75
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4.3.2. Difesa del Suolo, Tutela delle Coste, Prevenzione dei Rischi Naturali e
Protezione Civile
4.3.2.1. Obiettivo Specifico e Obiettivi Operativi
Prevenire e mitigare i rischi da frana, esondazione, erosione costiera e rischio sismico per garantire la
sicurezza e l’incolumità della popolazione, degli insediamenti e delle infrastrutture e per determinare le
necessarie precondizioni per lo sviluppo sostenibile del territorio e per la tutela e valorizzazione delle
risorse acqua e suolo (Obiettivo Specifico 3.2).
La strategia regionale per la tutela e la difesa del suolo e la prevenzione dei rischi naturali si dovrà sempre
più caratterizzare per l’approccio preventivo e di mitigazione dei rischi, attraverso la realizzazione delle
seguenti tipologie di azioni:
- azioni di riordino legislativo, di aggiornamento degli strumenti di programmazione (PAI, Piano di
Tutela delle Acque, Piano delle Coste, Piani di Settore) all’interno della Pianificazione di Bacino
prevista nella Legge n. 183/1989;
- azioni di studio, sperimentazione e valutazione finalizzata alla predisposizione e gestione di politiche
integrate di intervento di difesa del suolo che utilizzano modelli basati sull’analisi dei fattori
strutturali a scala di bacino idrografico applicando il bilancio idrologico;
- interventi per l’osservazione sistematica e programmata sia qualitativa che quantitativa dei parametri
fisici dei processi in atto nel bacino e che rappresentano indicatori dello stato del bacino e del suo
equilibrio (ci si può riferire a reti pluviometriche, a piezometri, idrografi, od altre reti strumentali)118;
- interventi per il recupero e il miglioramento dei sistemi naturali, per ripristinare e ottimizzare le
funzioni idrauliche e idrogeologiche del territorio, attraverso interventi di tipo manutentivo, che
valorizzino gli effetti positivi esercitati dal bosco e dall’agricoltura;
- interventi di modifica di pratiche di uso del suolo, che sono poco sostenibili o causa di dissesto;
- interventi per la raccolta delle acque nei sistemi naturali che privilegiano la conservazione delle
configurazioni naturali del reticolo idrografico, in particolare di quello minore anche con azioni di
ripristino e rinaturalizzazione;
- interventi per l’adeguamento delle opere di difesa degli alvei, delle aree golenali e delle relative
pertinenze, nonché l’eventuale realizzazione di nuove opere di regimazione e difesa spondale;
- interventi per la realizzazione delle opere di difesa degli abitati, degli insediamenti produttivi e
commerciali, delle infrastrutture e la delocalizzazione degli insediamenti non difendibili;
- interventi per aumentare il grado di sicurezza degli insediamenti e delle infrastrutture di interesse
collettivo in relazione al rischio idraulico ed idrogeologico;
- interventi di prevenzione dell’erosione dei litorali e dei dissesti idrogeologici, attraverso opere di
sistemazione dei reticoli idrografici naturali e dei relativi ambiti fluviali, il consolidamento dei
versanti e azioni di polizia idraulica con l’uso di tecnologie avanzate e strumenti innovativi (es.
telerilevamento), tenendo conto dell’esigenza di tutela degli ecosistemi;
- interventi per difesa delle coste attraverso il ripascimento degli arenili per la balneazione e per la
salvaguardia degli insediamenti abitativi e delle infrastrutture;
- interveti per l’attuazione dei sistemi di controllo previsti dalle normative vigenti per le costruzioni da
realizzare in zona sismica;
- interventi per l’adeguamento sismico di edifici pubblici e infrastrutture di interesse strategico (grandi
assi di collegamento stradali e ferroviari, scuole, ospedali, etc.) e di beni del patrimonio culturale
regionale esposti al rischio sismico;
118 Servizio di Vigilanza e Sorveglianza Idraulica.
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- interventi per il potenziamento del sistema regionale di previsione e prevenzione dei rischi e di
gestione delle emergenze, da individuare attraverso la pianificazione regionale della Protezione
Civile;
- interventi per prevenire e fronteggiare fenomeni di desertificazione in un quadro di azioni sinergiche
e integrate con gli altri settori ambientali, con lo sviluppo rurale e con le attività economiche
connesse all’uso del suolo e del territorio, in vista della conservazione e valorizzazione di queste
risorse naturali;
- interventi di informazione e sensibilizzazione verso i cittadini per migliorare la conoscenza del
territorio, dei processi fisici e di trasformazione, degli eventi idrogeologici attraverso la raccolta,
l’organizzazione e l’elaborazione delle informazioni e la successiva divulgazione, anche attraverso
supporti multimediali e la rete internet;
Gli interventi saranno definiti in coerenza con quanto previsto dalla Direttiva Comunitaria 2000/60, che
delinea un quadro unitario di governo delle acque intese come bene primario e risorsa limitata e nel
rispetto della strategia contenuta nel Documento Europeo “Strategic Document – Common Strategy on
the Implementation of the Water Framework Directive” del 2001.
La strategia regionale si articolerà secondo gli Obiettivi Operativi e le Linee di Intervento presentati nei
paragrafi successivi.
Obiettivo Operativo 3.2.1 – Realizzare il riefficientamento del sistema idraulico.
L’Obiettivo Operativo è finalizzato al recupero delle funzioni idrogeologiche dei sistemi naturali, forestali
e delle aree agricole, a scala di bacino, promuovendo azioni finalizzate alla riduzione della pericolosità
nei tratti della rete idrografica a maggiore criticità e garantendo condizioni di equilibrio tra ambienti
fluviali ed ambiti urbani. Il POR Calabria FESR 2007 – 2013 interviene nelle aree a rischio molto elevato
(R4) o elevato (R3), definite e perimetrate in base alle procedure adottate dal Piano di Assetto
Idrogeologico (PAI Calabria)119.
Il degrado presente lungo i corsi d’acqua calabresi, prevalentemente a regime torrentizio, è spesso la
causa prevalente di esondazioni che puntualmente si verificano anche a seguito di piene non sempre da
ritenersi eccezionali. La probabilità che gli eventi di piena provochino danni è fortemente influenzata
dalle modifiche che avvengono naturalmente o artificialmente per le sezioni libere di deflusso lungo lo
sviluppo dell’asta torrentizia, che possono essere causate:
- dalla naturale crescita di vegetazione in alveo che produce una progressiva riduzione della sezione
libera di deflusso e, nel tempo, possono esercitare azione di sbarramento nei riguardi del deflusso
idrico;
- dalle attività incontrollate di estrazioni di inerti dagli alvei o sistemazioni fluviali errate che finiscono
per condizionare in senso negativo il regolare deflusso idrico e possono essere causa di accentuata
erosione con effetti dannosi in termini di stabilità degli argini o di eccessivo deposito creando
pensilità dell’alveo e conseguente elevato rischio di esondazione.
La strategia di intervento prevede:
- l’attivazione dei Presidi Territoriali Idrogeologici ed Idraulici e di un Servizio di Sorveglianza
Idraulica per assolvere alle esigenze connesse alla prevenzione del rischio ed al controllo del
territorio.
Si renderà in tal modo possibile l’osservazione sistematica e programmata, sia qualitativa che
quantitativa, dei parametri fisici dei processi in atto nel bacino.
- il ripristino delle sezioni di deflusso e della efficienza delle opere idrauliche esistenti.
119 Il quadro conoscitivo evidenziato dal PAI è molto preoccupante. Il PAI ha censito 7.928 fenomeni di instabilità, che interessano 837 centri abitati
(con più di 200 abitanti), di diverso livello di severità, che vanno dalle frane superficiali alle grandi frane connesse a deformazioni gravitative profonde
di versante. I comuni con almeno un’area a rischio molto elevato (R4) sono risultati 268, mentre 5.581 sono risultate le aree con rischio elevato e 747
quelle con rischio molto elevato; 358 sono invece i comuni con almeno un’area a rischio elevato (R3). Le oltre 1.500 frane cui è stato associato un
livello di rischio elevato (R3) e molto elevato (R4) occupano complessivamente una superficie estesa per quasi 30 Kmq e spesso interessano zone
densamente urbanizzate, comportando rischio per diverse migliaia di persone.
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Obiettivo Operativo 3.2.2 – Mitigare il rischio da frana, esondazione ed erosione costiera e di sisma.
L’Obiettivo Operativo è finalizzato alla messa in sicurezza degli insediamenti urbani e delle infrastrutture
strategiche da attuare attraverso:
- politiche integrate e diffuse di intervento in ordine alle utilizzazioni del suolo, al fine di incentivarne
gli usi conservativi e la manutenzione e di predisporre le azioni necessarie a mitigare gli effetti degli
usi non conservativi, in particolare legati alle attività antropiche.
- politiche di prevenzione, monitoraggio e controllo del rischio idrogeologico e sismico e conseguente
attuazione di piani di risanamento.
A tali politiche di intervento dovranno essere associati interventi strutturali di difesa attiva laddove sono
localizzate le aree a rischio. Saranno definiti programmi di interventi per:
- la prevenzione del dissesto e la mitigazione del rischio idraulico e geomorfologico per insediamenti e
infrastrutture, nel quadro della pianificazione di bacino regionale, ed in particolare finalizzati a
migliorare l’efficacia degli strumenti di disciplina degli usi del suolo e delle acque;
- la protezione, la messa in sicurezza e il consolidamento di centri abitati, la risoluzione di nodi
idraulici critici, la protezione di infrastrutture strategiche (grandi assi di collegamento stradale e
ferroviario), di edifici pubblici strategici da adeguare sismicamente, di luoghi e ambienti esposti a
rischio idraulico o geomorfologico molto elevato, nonché interventi atti a razionalizzare, nelle aree
urbanizzate, il sistema di restituzione delle acque meteoriche nella rete idrografica naturale e la
protezione delle coste e dei luoghi soggetti a erosione progressiva.
Obiettivo Operativo 3.2.3 – Potenziare il sistema regionale di previsione e prevenzione dei rischi e
migliorare la capacità di gestione delle emergenze.
L’obiettivo Operativo è finalizzato, in continuità con quanto realizzato con la programmazione 2000 -
2006, al potenziamento ed alla messa a regime:
- del sistema regionale di previsione e prevenzione dei rischi. Il potenziamento del sistema contribuirà
al miglioramento della qualità della vita dei cittadini e allo sviluppo delle attività economiche grazie
ad un maggiore livello di sicurezza percepita e reale rispetto ai rischi da eventi naturali;
- del sistema di gestione delle emergenze attraverso il miglioramento delle capacità operative del
sistema della protezione civile sul territorio calabrese. Il potenziamento dovrà riguardare la dotazione
logistica, le attrezzature e i mezzi speciali, l’infrastruttura informatica di supporto (sistema
informativo per la gestione delle emergenze).
4.3.2.2. Linee di intervento
Linea di Intervento 3.2.1.1 - Azioni per il monitoraggio e la sorveglianza dei corsi d’acqua e
l'acquisizione di conoscenza continua sul reticolo idrografico regionale.
La Linea di Intervento sostiene l’attuazione di azioni di monitoraggio e sorveglianza dei corsi d’acqua e
la rilevazione dei principali elementi di criticità esistenti lungo il reticolo idrografico regionale120
attraverso l’acquisizione dei relativi indicatori fisici.
Queste azioni consistono nella sistematica rilevazione dei parametri fisici dei processi in atto che
rappresentano indicatori dello stato del bacino e del suo equilibrio (ci si può riferire a reti pluviometriche,
a piezometri, idrografi o ad altre reti strumentali). I parametri rilevati saranno inseriti in specifiche
schede informatizzate che consentiranno di monitorare gli indicatori rilevanti per il monitoraggio della
situazione di rischio preesistente o conseguente alle modifiche in atto.
Le attività di monitoraggio, che sono realizzate dai Presidi Idrogeologici ed Idraulici, permettono
l’efficace ed efficiente gestione del Rischio Idrogeologico, la corretta attività di programmazione degli
interventi di manutenzione o di messa in sicurezza e forniscono elementi di valutazione per le attività di
emergenza connesse alla Protezione Civile.
120 Le attività cui si fa riferimento sono quelle previste per i Presidi Idrogeologici ed Idraulici, istituiti con Delibera di G.R. n. 996
del 14.12.2004, per l’attivazione del Servizio di Sorveglianza Idraulica.
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L’insieme delle informazioni acquisite confluirà al Dipartimento Regionale di Lavori Pubblici, che
attiverà uno specifico coordinamento con tutte le altre Strutture regionali e gli altri Enti direttamente
interessati al governo del territorio (Autorità di Bacino, Province, Comuni, Consorzi di Bonifica,
Comunità Montane, AFOR – Azienda Forestale Regionale, Università ed Enti di Ricerca con competenze
in materia, etc.).
Linea di Intervento 3.2.1.2 - Azioni per la rimozione di condizioni di criticità lungo i corsi d’acqua.
La Linea di Intervento prevede la realizzazione di interventi di ripristino della sezione idraulica e della
funzionalità delle opere idrauliche in aree a rischio molto elevato (R4) o elevato (R3), definite e
perimetrate in base alle procedure adottate dal Piano di Assetto Idrogeologico (PAI Calabria)121.
Sono ritenuti prioritari gli interventi di ripristino della sezione idraulica e della funzionalità delle opere
idrauliche nei tratti a modesta pendenza, che si sviluppano nelle zone vallive, spesso interessate da
intenso sviluppo edilizio-abitativo o produttivo-industriale, anche attraverso l’uso della compensazione
con i materiali estratti dagli alvei o attraverso iniziative di privati.
Il piano degli interventi, predisposto sulla base del quadro conoscitivo ricostruito con le attività di cui alla
Linea di Intervento 3.2.1.1, dovrà dare priorità ai tratti fluviali a maggiore criticità con l’obiettivo di
ridurre i rischi di esondazioni.
La realizzazione degli interventi prevede il ripristino e il riefficientamento delle opere idrauliche esistenti
e delle sezioni di deflusso attraverso la realizzazione di opere di sistemazione, il taglio di piante arbustive,
lo sradicamento di ceppaie.
Linea di Intervento 3.2.2.1 - Azioni di consolidamento per la mitigazione del rischio da frana.
La Linea di Intervento prevede azioni di consolidamento per la mitigazione del rischio da frana in aree a
rischio molto elevato (R4) o elevato (R3), definite e perimetrate in base alle procedure adottate dal Piano
di Assetto Idrogeologico (PAI Calabria)122.
Gli interventi da realizzare dovranno mitigare o eliminare il rischio con la messa in sicurezza degli
insediamenti urbani e delle infrastrutture strategiche.
Gli interventi prioritari riguarderanno, fatte salve le priorità derivanti dal livello di rischio associato:
- il completamento di opere ed interventi già avviati per il raggiungimento complessivo degli obiettivi
di messa in sicurezza;
- la realizzazione di interventi nelle aree a rischio molto elevato (R4) o elevato (R3) dove sono presenti
discariche abusive ed aree contaminate incluse nel Piano Regionale delle Bonifiche;
- la sperimentazione di tecniche caratterizzate da alta replicabilità in altri contesti di intervento.
Linea di Intervento 3.2.2.2 - Azioni per la messa in sicurezza di aree a rischio di esondazione.
La Linea di Intervento prevede la realizzazione di opere di sistemazione ed arginatura dei corsi d’acqua
per la messa in sicurezza delle aree a rischio molto elevato (R4), elevato (R3) o aree di attenzione,
definite e perimetrate in base alle procedure adottate dal Piano di Assetto Idrogeologico (PAI Calabria)123.
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Gli interventi da realizzare dovranno mitigare o eliminare il rischio attraverso la messa in sicurezza degli:
- insediamenti abitativi;
- delle infrastrutture strategiche;
- degli insediamenti produttivi;
- delle aree a sviluppo potenziale di tipo abitativo ed industriale-produttivo.
Nelle aree urbanizzate dovrà essere assicurato un efficace sistema di restituzione delle acque meteoriche
nella rete idrografica naturale.
Gli interventi prioritari riguarderanno, fatte salve le priorità derivanti dal livello di rischio associato:
- il completamento di opere ed interventi già avviati per il raggiungimento complessivo degli obiettivi
di messa in sicurezza;
- il recupero delle discariche abusive ed aree contaminate incluse nel Piano Regionale delle Bonifiche
nelle aree a rischio molto elevato (R4) o elevato (R3;
- la sperimentazione di tecniche caratterizzate da alta replicabilità in altri contesti di intervento.
Dovranno inoltre essere realizzate un insieme di azioni comuni a questa Linea di Intervento ed alla Linea
di Intervento 3.2.2.1 relativi a interventi finalizzati a scongiurare il verificarsi di fenomeni di dissesto del
tipo colate rapide su aree fortemente esposte124 o su zone morfologicamente e topograficamente simili
che, per la conformazione del territorio calabrese, sono presenti a monte di centri abitati costieri o delle
più importanti infrastrutture strategiche di collegamento stradale e ferroviario.
In queste situazioni, è indispensabile il ricorso ad opere di sistemazione dei torrenti e degli impluvi per
garantire il deflusso controllato delle acque di scorrimento superficiale, nonché la realizzazione di
sistemazioni dei versanti con opere di consolidamento e di sostegno e, laddove possibile, con l’impiego di
tecniche di basso impatto ambientale, quali opere di ingegneria naturalistica. Un utile e proficuo
contributo nella realizzazione di queste sistemazioni di versante sarà fornito dalle azioni previste dal PSR
Calabria FEASR 2007 – 2013.
Linea di Intervento 3.2.2.3 - Azioni per la messa in sicurezza di aree a rischio di erosione costiera e per il
ripascimento e la ricostituzione delle spiagge.
La Linea di Intervento prevede la realizzazione di opere per la protezione dei centri abitati, delle
infrastrutture strategiche (grandi assi di collegamento stradale e ferroviario), di area di interesse
121 Il quadro conoscitivo evidenziato dal PAI è molto preoccupante. Il PAI ha censito 7.928 fenomeni di instabilità, che interessano 837 centri abitati
(con più di 200 abitanti), di diverso livello di severità, che vanno dalle frane superficiali alle grandi frane connesse a deformazioni gravitative profonde
di versante. I comuni con almeno un’area a rischio molto elevato (R4) sono risultati 268, mentre 5.581 sono risultate le aree con rischio elevato e 747
quelle con rischio molto elevato; 358 sono invece i comuni con almeno un’area a rischio elevato (R3). Le oltre 1.500 frane cui è stato associato un
livello di rischio elevato (R3) e molto elevato (R4) occupano complessivamente una superficie estesa per quasi 30 Kmq e spesso interessano zone
densamente urbanizzate, comportando rischio per diverse migliaia di persone.
122 Il quadro conoscitivo evidenziato dal PAI è molto preoccupante. Il PAI ha censito 7.928 fenomeni di instabilità, che interessano 837 centri abitati
(con più di 200 abitanti), di diverso livello di severità, che vanno dalle frane superficiali alle grandi frane connesse a deformazioni gravitative profonde
di versante. I comuni con almeno un’area a rischio molto elevato (R4) sono risultati 268, mentre 5.581 sono risultate le aree con rischio elevato e 747
quelle con rischio molto elevato; 358 sono invece i comuni con almeno un’area a rischio elevato (R3). Le oltre 1.500 frane cui è stato associato un
livello di rischio elevato (R3) e molto elevato (R4) occupano complessivamente una superficie estesa per quasi 30 Kmq e spesso interessano zone
densamente urbanizzate, comportando rischio per diverse migliaia di persone.
123 Il quadro conoscitivo evidenziato dal PAI ha fornito i seguenti dati:
- la superficie delle aree a rischio R4, R3 o di attenzione è risultata pari a circa 500 kmq;
- sono stati individuati e censiti 626 punti di attenzione;
- i comuni aventi punti di attenzione sono 230, quelli aventi zone di attenzione sono 251, mentre quelli
con aree R4, R3 o di attenzione sono in numero di 351;
- sono stati censiti 877 bacini idrografici ed esaminati circa 305.000 tronchi fluviali; sono state censite
oltre 50.000 opere o elementi degni di catalogazione, quali: ponti, muri, briglie, discariche, scarichi,
prelievi; sono stati censiti e misurati 1200 ponti e tombini.
124 Quali il tratto di costone tra gli abitati di Bagnara Calabra e Scilla (RC).
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naturalistico e culturale e di interventi di ripascimento per la ricostituzione delle spiagge distrutte o ridotte
per effetto delle mareggiate.
Le situazioni che presentano le maggiori criticità, in termini di abitazioni e infrastrutture a rischio di
erosione, sono alcune tratte delle strade litoranee SS 106 e SS 18 e delle linee ferroviarie Ionica e
Tirrenica, per le quali la stabilità di dette infrastrutture è continuamente minacciata dall’azione delle
mareggiate.
Alle abitazioni e alle infrastrutture a rischio di erosione occorre aggiungere le spiagge soggette ad intensa
erosione125. Il ripascimento artificiale protetto delle spiagge rappresenta uno dei sistemi ai quali si dovrà
far ricorso per la ricostituzione e la stabilizzazione degli arenili. Per far fronte al conseguente notevole
fabbisogno di materiale inerte di idonea pezzatura (stimato in diversi milioni di mc) si rende necessario
individuare fonti di approvvigionamento in mare a profondità tecnicamente raggiungibili dalle draghe
presenti sul mercato.
L’individuazione e la stima delle potenzialità estrattive di tali cave dovranno avvenire attraverso la
redazione di approfonditi studi dei fondali marini prospicienti i tratti di costa calabrese interessati dagli
interventi di ripascimento che contemplino l’esecuzione di rilievi geofisici, vibrocarotaggi, analisi
sedimentologiche e geomorfologiche, nonché verifiche sugli effetti indotti a lungo termine dalle
estrazioni di materiale sulla biocenosi e la fauna marina.
Gli interventi prioritari riguarderanno, fatte salve le priorità derivanti dal livello di rischio associato:
- il completamento di opere ed interventi già avviati per il raggiungimento complessivo degli obiettivi
di messa in sicurezza;
- la sperimentazione di tecniche caratterizzate da alta replicabilità in altri contesti di intervento.
Gli interventi per la realizzazione delle opere per la protezione dei centri abitati saranno attuati dalle
Amministrazioni Provinciali in collaborazione con le Amministrazioni Comunali sulla base degli indirizzi
tecnici degli Organi regionali competenti per materia.
Linea di Intervento 3.2.2.4 - Azioni per l'adeguamento sismico di infrastrutture e edifici pubblici.
La Linea di Intervento prevede la realizzazione di azioni finalizzate alla prevenzione del rischio sismico
attraverso le seguenti tipologie di interventi:
- verifica sismica di edifici pubblici che, a norma dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei
Ministri n. 3274 del 20.03.2003, devono essere svolte a carico dei proprietari entro 5 anni, a partire
dall’8 maggio 2003;
- adeguamento sismico di infrastrutture e di edifici pubblici di interesse strategico (grandi assi di
collegamento stradale o ferroviario, ospedali, scuole, etc.);
- adeguamento sismico (o mitigazione del rischio sismico) del patrimonio culturale regionale a
maggiore rischio;
- adeguamento sismico dei centri storici a maggiore rischio, attraverso la creazione di percorsi
alternativi più sicuri e funzionali e la realizzazione di reti di monitoraggio, di presidio e di
allertamento.
Queste attività dovranno essere precedute, ove necessario, dalla predisposizione di Piani di Azione che
individuino gli interventi da realizzare, sulla scorta della valutazione del rischio sismico.
Linea di Intervento 3.2.3.1 - Azioni per potenziare il sistema regionale di previsione e prevenzione dei
rischi.
La Linea di Intervento prevede la realizzazione delle seguenti azioni di potenziamento del sistema
regionale di previsione e prevenzione dei rischi:
- realizzazione e implementazione di un sistema di previsione meteorologica;
- potenziamento del sistema di monitoraggio e di allertamento;
125 Dal confronto fra le linee di costa rilevate nel 1998 e quelle rilevate nel 1954, è risultata un’erosione areale estesa per circa 11
kmq. I maggiori focus erosivi (con arretramenti della linea di riva superiori a 100 m negli ultimi 50 anni) sono stati registrati
alle foci di alcuni fiumi con arretramenti dell’ordine dei 280-300 metri..
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- attività di divulgazione e di formazione.
Per quanto riguarda la prima azione è necessario evidenziare che attualmente l’allertamento operativo per
condizioni meteorologiche avverse avviene tramite l’utilizzo di previsioni di livello nazionale realizzate
dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. In considerazione delle particolari caratteristiche di
gran parte dei corsi d’acqua calabresi (caratterizzati da tempi di risposta molto rapidi, nei quali la
previsione meteorologica riveste una importanza fondamentale per la tempestività dell’allertamento) la
disponibilità di previsioni meteorologiche specializzate sulle caratteristiche meteorologiche della regione
e non derivanti da analisi di livello nazionale costituisce un miglioramento notevole nella capacità di
risposta del sistema di protezione civile.
Tale considerazione è rafforzata dal fatto che la Calabria è una regione di frontiera rispetto al mare
Mediterraneo e presenta pertanto caratteristiche meteorologiche dissimili rispetto alla gran parte delle
altre regioni italiane, per cui la maturazione di una esperienza previsionale specifica sulla regione assume
notevole importanza ai fini dell’efficacia della previsione finalizzata all’allertamento.
A quanto detto è necessario aggiungere che a breve la Regione dovrà gestire due radar meteorologici in
fase di realizzazione sul territorio regionale (uno finanziato dalla stessa Regione nell’ambito del POR
2000-2006 ed uno dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile che sarà affidato in gestione alla
Regione Calabria).
In questo contesto di riferimento la Linea di Intervento sosterrà il completamento degli investimenti
necessari per la realizzazione, all’interno del Centro Funzionale Regionale di Protezione Civile, di
un’area specialistica per le previsioni meteorologiche e per la gestione dei radar regionali.
L’attivazione di questa area consentirà di aumentare i tempi di preannuncio ed il livello di affidabilità
degli allertamenti ai fini di protezione civile (per precipitazioni intense, mareggiate, nevicate a bassa
quota, ondate di calore, venti forti, siccità ecc.) ma anche di attivare servizi innovativi anche nei settori
dei Trasporti, dell’Agricoltura e del Turismo.
Per quanto riguarda la seconda azione, relativa al monitoraggio di grandezze fisiche di interesse ai fini
dell’allertamento per rischi naturali e per il supporto durante eventuali emergenze, è necessario
evidenziare che la Regione è attualmente dotata:
- di una rete di monitoraggio idropluviometrica che garantisce una buona copertura del territorio;
- di una rete di monitoraggio ondametrico che garantisce una buona copertura delle linee di costa
regionali ma che attualmente dispone di un centro di controllo non integrato con la sala operativa
regionale;
- di una rete sismografica gestita dall’Università della Calabria che dovrà essere potenziata ed adeguata
anche per essere meglio integrata nella Rete Sismica Nazionale;
- di una rete accelerometrica in fase di realizzazione da parte della Regione;
- di diversi sistemi di monitoraggio di movimenti franosi realizzati da vari soggetti (Uffici Regionali,
CNR-IRPI, Comuni ecc.) indipendenti e non integrati in un sistema.
Con la Linea di Intervento ci si propone di integrare e completare le reti di monitoraggio mediante:
- l’integrazione e l’aggiornamento tecnologico della rete di monitoraggio idropluviometrica;
- l’integrazione e l’adeguamento tecnologico dei dati della rete ondametrica regionale;
- l’adeguamento e l’integrazione delle reti sismografiche ed accelerometriche e la creazione di un
centro regionale di gestione;
- la realizzazione di un sistema di supporto alla decisione per il contrasto agli incendi boschivi;
- il potenziamento del sistema di monitoraggio di strutture pubbliche mediante l’installazione di
apparecchiature riferibili agli standard del Progetto Nazionale Osservatorio Sismico delle Strutture
(OSS);
- l’integrazione in un unico sistema dei vari sistemi di monitoraggio frane presenti nella regione, e la
sua estensione a frane di particolare rilevanza attualmente non monitorate.
Infine per quanto riguarda la terza azione, relativa all’attività di divulgazione sui rischi cui è esposto il
territorio regionale, essa è finalizzata a preparare la popolazione ad affrontare i rischi e a collaborare nel
miglior modo possibile con i soggetti chiamati a gestire le emergenze.
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Questa attività, già avviata con il POR 2000-2006, sarà proseguita anche nel periodo 2007 – 2013.
In parallelo sarà attivato un programma di formazione specifica per gli Operatori della protezione civile
che sarà realizzato nell’ambito del POR Calabria FSE 2007 – 2013. La complessità tecnologica dei
sistemi in fase di realizzazione richiede, infatti, che gli Operatori della protezione civile siano formati e
che (ciascuno per il proprio compito) sappia interpretare correttamente le informazioni che il sistema
fornisce. La formazione sarà estesa agli Operatori di sala, ai Volontari e ai Tecnici degli enti sub-regionali
(province e comuni) che hanno competenze in materia di protezione civile.
Linea di Intervento 3.2.3.2 - Azioni per potenziare il sistema regionale per la gestione delle emergenze.
La Linea di Intervento prevede la realizzazione delle seguenti azioni di potenziamento del sistema
regionale per la gestione delle emergenze:
- realizzazione di reti infrastrutturali regionali per le telecomunicazioni e per il trasporto veloce in
emergenza;
- potenziamento logistico di dotazioni ed attrezzature speciali per il sistema di protezione civile;
- potenziamento del Sistema Informativo Geografico per la Gestione delle Emergenze (SITGE).
La prima azione della Linea di Intervento si propone di migliorare le capacità di risposta del sistema di
protezione civile durante le emergenze in cui spesso i sistemi di telecomunicazioni e di trasporto sono
danneggiati dallo stesso evento che ha causato la popolazione.
Per quanto riguarda le telecomunicazioni in emergenza, in considerazione del fatto che durante una
situazione di emergenza le linee telefoniche fisse e mobili saltano o sono sature, è necessario che il
sistema di protezione civile disponga di un sistema autonomo di comunicazione. In questo contesto la
creazione di un sistema di comunicazioni efficiente in qualunque condizione e soprattutto proprietario
(ossia gestito direttamente dalla Regione senza concessionari o gestori commerciali) è uno dei punti di
forza del sistema proposto.
Con il POR 2000-2006 è stata avviata la realizzazione della rete radio regionale e della dorsale a
microonde ed è stata attivata una sala operativa mobile su container che consente di portare una serie di
funzionalità necessarie per l’attività di coordinamento direttamente sul luogo dell’emergenza. Con questa
azione sarà completata la rete radio regionale e la rete a microonde e sarà attivato il sistema di
comunicazione TETRA. Il sistema può trovare anche ampie utilizzazioni nel campo della sanità
(comunicazioni, 118 e telemedicina) e del sistema di telecomunicazioni della Regione più in generale.
Accanto alla rete di telecomunicazioni in emergenza è prevista la realizzazione di un sistema
infrastrutturale di supporto al trasporto veloce, avente l’obiettivo di consentire agli operatori di protezione
civile di poter intervenire in tempi rapidi in qualsiasi punto del territorio regionale, mediante la
realizzazione in punti strategici del territorio regionale di una rete di elisuperfici attrezzate.
La seconda azione della Linea di Intervento prevede l’acquisizione di mezzi speciali per fronteggiare
eventuali emergenze di protezione civile con l’obiettivo di completare ed integrare (sia come numero che
come tipologia) i mezzi già in possesso della Regione, degli Enti locali e dei Vigili del Fuoco e quelle
concesse in comodato d’uso e delle associazioni di volontariato. L’acquisizione di mezzi ed attrezzature
speciali consentirà il completamento della colonna mobile regionale, di cui è stata avviata la costituzione
nell’ambito di un progetto coordinato a livello nazionale dal Dipartimento della Protezione Civile a cui
partecipano tutte le Regioni italiane
E’ prevista inoltre la realizzazione di diversi Centri Territoriali Polivalenti (COIT – Centri Operativi
Integrati Territoriali) aventi la finalità di dislocare sul territorio alcune attrezzature necessarie per la prima
assistenza delle popolazioni colpite, in grado di raggiungere in tempi brevi i diversi punti del territorio
regionale, anche e soprattutto in caso di danni rilevanti alle infrastrutture stradali.
La terza azione della Linea di Intervento prevede il potenziamento del Sistema Informativo Geografico
per la Gestione delle Emergenze (SITGE). Infatti, per una più efficace gestione delle situazioni di
emergenza è importante che tutti i dati e i modelli inerenti ai rischi rilevati da qualunque soggetto che
faccia parte del sistema di protezione civile siano sempre aggiornati e consultabili in linea dal centro di
controllo.
Con questa azione si completerà il popolamento del SITGE e si implementeranno nuove funzionalità, tra
cui in particolare quella relativa alla gestione del trasporto di merci pericolose con l’obiettivo di poter
organizzare al meglio le operazioni di contrasto conseguenti ad eventuali incidenti.
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Il potenziamento del SITGE utilizzerà l’infrastruttura digitale di dati geografici potenziata nell’ambito
della Linea di Intervento 1.2.2.4 in coerenza con la Direttiva Inspire.
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4.3.2.3. Beneficiari, Categorie di Spesa e Indicatori
Obiettivi Operativi Linee di Intervento
Codici
Categorie
di Spesa
Beneficiari
3.2.1.1
Azioni per il monitoraggio e la sorveglianza dei corsi
d’acqua e l'acquisizione di conoscenza continua sul
reticolo idrografico regionale.
53
3.2.1 Realizzare il riefficientamento del
sistema idraulico.
3.2.1.2 Azioni per la rimozione di condizioni di criticità lungo i
corsi d’acqua. 53
3.2.2.1 Azioni di consolidamento per la mitigazione del rischio
da frana. 53
3.2.2.2 Azioni per la messa in sicurezza di aree a rischio di
esondazione. 53
3.2.2.3
Azioni per la messa in sicurezza di aree a rischio di
erosione costiera e per il ripascimento e la ricostituzione
delle spiagge.
53
3.2.2
Mitigare il rischio da frana,
esondazione ed erosione costiera e di
sisma.
3.2.2.4 Azioni per l'adeguamento sismico di infrastrutture e
edifici pubblici. 53
Regione Calabria
Autorità di Bacino.
Amministrazioni Provinciali,
Enti Locali
Enti o Soggetti Concessionari o Affidatari o
Gestori di Infrastrutture e Servizi Pubblici o di
Pubblica Utilità.
Università, Enti Pubblici di Ricerca, Centri di
Ricerca Pubblici e Privati, Parchi Scientifici e
Tecnologici.
3.2.3.1 Azioni per potenziare il sistema regionale di previsione e
prevenzione dei rischi. 53
3.2.3
Potenziare il sistema regionale di
previsione e prevenzione dei rischi e
migliorare la capacità di gestione delle
emergenze. 3.2.3.2 Azioni per potenziare il sistema regionale per la gestione
delle emergenze. 53
Regione Calabria
Amministrazioni Provinciali,
Enti Locali
Enti o Soggetti Concessionari o Affidatari o
Gestori di Infrastrutture e Servizi Pubblici o di
Pubblica Utilità.
Enti e Amministrazioni Centrali gestori di servizi
con sedi nel territorio regionale.
Università, Enti Pubblici di Ricerca, Centri di
Ricerca Pubblici e Privati, Parchi Scientifici e
Tecnologici.
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Obiettivo Specifico Obiettivo Operativo Indicatore di Realizzazione Unità di
Misura
Valore
Atteso
2013
N° Presidi Idrogeologici Obiettivo Operativo 3.2.1 – Realizzare e idraulici attivati (3.2.1.1). Numero 13
il riefficientamento del sistema
idraulico. N° Interventi per la rimozione di condizioni di criticità lungo i corsi d’acqua. (3.2.1.2). Numero 35
N° Interventi di consolidamento per la mitigazione del rischio da frana (3.2.2.1). Numero
30
N° Interventi di consolidamento per la mitigazione del rischio da frana, di cui %
interventi realizzati con tecniche innovative a basso impatto ambientale e con opere di
ingegneria naturalistica (3.2.2.1).
% 40%
N° Interventi di messa in sicurezza di aree a rischio di esondazione. (3.2.2.2). Numero 100
N° Interventi di messa in sicurezza di aree a rischio di esondazione, di cui % interventi
realizzati con tecniche innovative a basso impatto ambientale e con opere di ingegneria
naturalistica (3.2.2.2).
% 50%
N° Interventi di messa in sicurezza di aree a rischio di erosione costiera e ripascimento
per la ricostruzione delle spiagge (3.2.2.3). Numero 20
Obiettivo Operativo 3.2.2 – Mitigare il
rischio da frana, esondazione ed
erosione costiera e sisma.
N° Interventi di adeguamento sismico (3.2.2.4) Numero 30
Sistema di previsione meteorologica - implementazione (3.2.3.1). 1
N° Reti di monitoraggio completate/potenziate (3.2.3.2) Numero 3
Giornate/uomo di formazione per operatori protezione civile (3.2.3.2). Numero
N° Interventi per il completamento e delle reti radio e microonde (3.2.3.2). Numero 2
N° Mezzi speciali acquisiti (3.2.3.2). Numero 10
Obiettivo Specifico 3.2 – Prevenire
e mitigare i rischi da frana,
esondazione, erosione costiera e
rischio sismico per garantire la
sicurezza e l’incolumità della
popolazione, degli insediamenti e
delle infrastrutture e per
determinare le necessarie
precondizioni per lo sviluppo
sostenibile del territorio e per la
tutela e valorizzazione delle risorse
acqua e suolo.
Obiettivo Operativo 3.2.3 – Potenziare
il sistema regionale di previsione e
prevenzione dei rischi e migliorare la
capacità di gestione delle emergenze.
N°. Centri Operativi Intergrati Territoriali creati (3.2.3.2). Numero 2
Obiettivo Specifico Indicatore di Risultato Unità di
Misura Fonte
Valore
Attuale
(Anno)
Valore Atteso
2013
Percentuale della popolazione interessata dagli interventi di mitigazione del
rischio frana su popolazione totale in aree a rischio molto elevato (R4) o
elevato (R3).
% Sistema Informativo
Regionale 30
Percentuale della popolazione interessata dagli interventi di mitigazione del
rischio esondazione su popolazione totale in aree a rischio molto elevato
(R4) o elevato (R3).
% Sistema Informativo
Regionale 40
Obiettivo Specifico 3.2 – Prevenire
e mitigare i rischi da frana,
esondazione, erosione costiera e
rischio sismico per garantire la
sicurezza e l’incolumità della
popolazione, degli insediamenti e
delle infrastrutture e per
determinare le necessarie
precondizioni per lo sviluppo
sostenibile del territorio e per la
tutela e valorizzazione delle risorse
acqua e suolo.
% km costa interessata dagli interventi di messa in sicurezza dal rischio
erosione /coste interessate da rilevanti fenomeni erosivi . % Sistema Informativo
Regionale 10
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4.3.3. Gestione dei Rifiuti
4.3.3.1. Obiettivo Specifico e Obiettivi Operativi
Accrescere la capacità di offerta, efficacia e efficienza del servizio di gestione dei rifiuti, rafforzando i
un'ottica di integrazione le filiere a esso collegate (Obiettivo Specifico 3.3).
La strategia regionale sui rifiuti, a fronte di un trend di produzione di rifiuti in crescita e a una situazione
gestionale che stenta ad uscire dall’emergenza, sarà finalizzata, anche attraverso l’adeguamento del
quadro normativo e pianificatorio (attuazione delle direttive comunitarie; completamento e
aggiornamento della pianificazione di settore), a sostenere:
- lo sviluppo di efficaci sistemi di prevenzione finalizzati a ridurre la quantità complessiva dei rifiuti
prodotti e la loro pericolosità;
- l’ottimizzazione del sistema di gestione, promuovendo forme di smaltimento diverse dalla discarica e
dagli inceneritori;
- l’attivazione delle filiere produttive connesse al riutilizzo, reimpiego, riciclaggio e recupero di
materia ed energia, in sinergia con le politiche agricole forestali;
attraverso:
- il completamento della riforma di settore sia per quanto riguarda l’organizzazione della gestione sia
per l’introduzione delle regole del mercato necessarie per la completa industrializzazione della
gestione del servizio;
- l’aggiornamento dei Piani regionali, provinciali e di ambito in attuazione degli adempimenti previsti
dalla normativa vigente;
- l’erogazione di aiuti di Stato alle imprese per la riduzione della produzione dei rifiuti e per il
potenziamento di filiere produttive connesse al riutilizzo, reimpiego, riciclaggio e recupero di materia
ed energia;
- l’attuazione della normativa relativa alla gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio, delle
apparecchiature elettriche ed elettroniche, dei veicoli fuori uso e della gestione delle discariche;
- l’attuazione della normativa relativa alla percentuale di acquisti di prodotti ecologici da parte delle
Pubbliche Amministrazioni (Green Public Procurement);
- il rafforzamento degli Ambiti Territoriali Ottimali, attraverso il passaggio dalle attuali gestioni
operative frammentarie o commissariali a quelle ordinarie a livello di Ambito;
- la realizzazione prioritaria degli interventi identificati dai Piani regionali, provinciali e di ambito in
attuazione degli adempimenti previsti dalla normativa vigente126;
- la gestione efficace ed efficiente delle potenziali situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti
causate dalle presenze turistiche in specifiche località del territorio regionale;
- la realizzazione di programmi di informazione e consultazione delle popolazioni, la diffusione di
azioni di educazione ambientale;
- il potenziamento dei sistemi di monitoraggio e controllo dei flussi di rifiuti per ottimizzarne la
gestione e per mantenere una completa conoscenza (tracciabilità) anche al fine di verificare la
corretta applicazione della normativa di settore e valutare i risultati delle politiche e delle azioni
messe in atto.
La strategia regionale si articolerà secondo gli Obiettivi Operativi e le Linee di Intervento presentati nei
paragrafi successivi.
- 126 Le priorità di intervento sono individuate, secondo la gerarchia prevista dalla normativa nazionale
e comunitaria (riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti, riutilizzo e riciclaggio, recupero
energetico, minimizzazione dei rifiuti inviati a discarica).
216/396
Obiettivo Operativo 3.3.1 – Prevenire e ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti.
L’Obiettivo Operativo prevede lo sviluppo di efficaci sistemi di prevenzione e riduzione della quantità e
della pericolosità dei rifiuti prodotti. Ciò presuppone l’adozione di politiche, strategie e strumenti che
vanno oltre la politica dei rifiuti in senso stretto e riguardano le tematiche più generali dei modelli di
produzione e di consumo. La strategia per conseguire l’Obiettivo Operativo sarà articolata lungo le
seguenti direttrici:
- prevenzione e riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti attraverso l’applicazione
dei sistemi di gestione ambientale alla produzione di prodotti e servizi (SGA);
- realizzazione di azioni sistematiche di informazione, sensibilizzazione finalizzate ad accrescere,
nella collettività (nuclei domestici, produttori e altri soggetti economici), la consapevolezza e il senso
di responsabilità rispetto ai problemi, per influenzarne i comportamenti.
L’obiettivo della prevenzione e riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti prodotti sarà perseguito
attraverso:
- lo sviluppo di tecnologie pulite, in particolare quelle che consentono un maggiore risparmio di risorse
naturali;
- l’introduzione di sistemi di gestione ambientale all’interno dei processi industriali e dei servizi, che
favoriscano la messa a punto tecnica e l’immissione sul mercato di prodotti concepiti in modo da non
contribuire o da contribuire il meno possibile, per la loro fabbricazione, il loro uso od il loro
smaltimento, ad incrementare la quantità, il volume e la pericolosità dei rifiuti ed i rischi di
inquinamento.
- la regionalizzazione del trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali (fatta salva l’opportunità di
prevedere, per particolari tipologie di rifiuti, soluzioni di recupero e smaltimento a livello
sovraregionale) per ridurre il rischio connesso al trasporto dei rifiuti;
- la disincentivazione della destinazione dei rifiuti speciali al trattamento/smaltimento finale e
soprattutto allo stoccaggio definitivo in discarica (questo costituisce uno degli strumenti più efficaci
per favorire in modo indiretto l’attuazione della prevenzione e del recupero).
Obiettivo Operativo 3.3.2 - Ottimizzare il sistema di gestione dei rifiuti e attivare le filiere produttive
connesse al riutilizzo, reimpiego, riciclaggio e recupero di materia ed energia.
L’Obiettivo Operativo sarà perseguito innanzitutto attraverso una attenta valutazione ed eventuale
ridefinizione dell’organizzazione, istituzionale e gestionale127, dei servizi connessi alla gestione dei rifiuti.
Questo al fine di superare la frammentazione esistente nell’organizzazione e nella conduzione dei servizi,
permettendo:
- il raggiungimento di dimensioni gestionali sufficientemente ampie ed idonee all’industrializzazione
del processo oltre ché comportanti minori costi;
- il miglioramento, la qualificazione e la razionalizzazione dei servizi secondo livelli e standard di
qualità omogenei ed adeguati alle esigenze degli utenti e secondo criteri di efficienza, efficacia ed
economicità;
- il raggiungimento di un sistema tariffario uniforme ed equilibrato all’interno dell’Ambito, che, oltre
ad essere certo, trasparente e basato su criteri predefiniti, armonizzi gli obiettivi economico-finanziari
con gli obiettivi di carattere sociale, di tutela ambientale e di uso efficiente delle risorse.
- la creazione e/o il potenziamento delle filiere produttive del riutilizzo, del reimpiego e del riciclaggio
dei rifiuti, incluso il recupero della materia e la produzione di energia;
Nello specifico le azioni prioritarie previste saranno rivolte a:
- l’adeguamento del sistema impiantistico regionale rispetto ai nuovi fabbisogni e alle previsioni delle
direttive comunitarie (e delle normative nazionali di recepimento) emanate per ridurre gli impatti
ambientali provocati dal trattamento dei rifiuti;
127 Si tratta di realizzare una più puntuale definizione dell’organizzazione e delle funzioni degli Ambiti Territoriali Ottimali, che
coincidono con le cinque Province calabresi.
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- l’attuazione, nei piccoli e medi comuni così come nei grandi centri urbani, di raccolte differenziate ad
alta efficienza del tipo domiciliare (porta a porta), con i livelli di intercettamento dei materiali che le
migliori tecnologie renderanno possibili;
- la massimizzazione del riuso, riciclo e recupero di materia dalle frazioni merceologiche in grado di
generare reddito, attraverso azioni rivolte alla domanda e all’offerta di prodotti riciclati. A tal fine si
intende recepire a livello regionale il Decreto ministeriale 203/2003128 che detta regole per l’acquisto
di beni riciclati da parte degli uffici pubblici e delle società a prevalente capitale pubblico e
promuovere l’individuazione, lo sviluppo e/o il consolidamento di filiere del riciclaggio;
- l’attuazione della normativa relativa alla gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio,
incentivando e promuovendo la prevenzione alla fonte della quantità e della pericolosità degli stessi,
attraverso:
- lo sviluppo di tecnologie pulite atte a ridurre a monte la produzione e l’utilizzazione degli
imballaggi, nonché a favorire la produzione di imballaggi riutilizzabili;
- la partecipazione ai costi del sistema dei produttori e utilizzatori di imballaggi, nel rispetto del
principio di responsabilità condivisa;
- l’attuazione della normativa relativa alla gestione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e
dei veicoli fuori uso;
- la promozione del recupero di energia dai rifiuti;
anche attraverso:
- l’introduzione di meccanismi di incentivazione finanziaria e misure di compensazione per la
realizzazione delle infrastrutture e per la gestione del servizio anche in aree territoriali marginali e
scarsamente popolate nelle quali non sussistono le necessarie condizioni di mercato;
- l’introduzione di programmi di mitigazione ambientale e di eventuale compensazione verso le
popolazioni, privilegiando interventi reali rispetto a compensazioni monetarie.
4.3.3.2. Linee di intervento
Linea di Intervento 3.3.1.1 – Azioni per incentivare le imprese all’introduzione di sistemi di gestione
ambientale all’interno dei processi industriali e dei servizi.
La Linea di Intervento sostiene, attraverso aiuti129 compatibili con il mercato comune ai sensi degli articoli
87 e 88 del Trattato CE, le imprese che:
- introducono sistemi di gestione ambientale all’interno dei processi industriali e dei servizi;
- progettano, realizzano e commercializzano prodotti che non contribuiscono o contribuiscono in
maniera minore di altri, per la loro fabbricazione, il loro uso od il loro smaltimento, ad incrementare
la quantità, il volume e la pericolosità dei rifiuti ed i rischi di inquinamento;
- sviluppano e/o adottano tecniche appropriate per l'eliminazione delle sostanze pericolose contenute
nei rifiuti al fine di favorirne il recupero.
In questo contesto e in coerenza con le normative comunitarie in materia di aiuti per la tutela
dell’ambiente la Linea di Intervento prevede:
- la messa a punto di un insieme di strumenti di incentivazione per le imprese che internalizzano i
costi ambientali in misura superiore a quanto previsto dalle normative vigenti;
128 Normativa relativa alla percentuale di acquisti di prodotti ecologici da parte delle Pubbliche Amministrazioni (Green Public
Procurement).
129 E’ utile evidenziare che, in normali condizioni di mercato, le imprese possono non avere necessariamente un incentivo a ridurre
l’inquinamento, giacché tale riduzione potrebbe aumentare i costi. In questi casi è la collettività che sostiene i costi. Le imprese
debbono essere obbligate a internalizzare i costi dell’inquinamento istituendo normative e imposte ambientali. Per imposta
ambientale si intende qualsiasi imposta la cui specifica base imponibile abbia manifesti effetti negativi sull’ambiente e che sia
intesa a gravare su determinati beni o servizi in modo tale che il prezzo dei medesimi possa includere i costi ambientali e/o in modo
tale che i produttori e i consumatori si orientino verso attività più rispettose dell’ambiente.
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- l’erogazione degli aiuti alle imprese sulla base di specifici criteri di priorità e di valutazione delle
domande di agevolazione.
Linea di Intervento 3.3.1.2 – Azioni per ridurre la produzione e la pericolosità dei rifiuti speciali.
la Linea di Intervento sostiene le imprese che, nel rispetto delle direttive europee e della legislazione
nazionale vigente (in particolare secondo le disposizioni contenute negli articoli 179 e 180 del D. Lgs.
152/2006), internalizzano i costi ambientali in misura superiore a quanto previsto dalle normative
vigenti, per la realizzazione delle seguenti tipologie di interventi:
- interventi finalizzati a ridurre la produzione e la pericolosità di rifiuti;
- interventi finalizzati al recupero o al riutilizzo dei rifiuti all’interno del proprio processo produttivo;
- interventi finalizzati ad intercettare, a monte del conferimento, i materiali recuperabili dai rifiuti
speciali;
- interventi finalizzati a favorire lo smaltimento dei rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di
produzione con adeguate soluzioni tecnico-organizzative;
- interventi finalizzati alla realizzazione di centri di raccolta e stoccaggio provvisorio di rifiuti (per
piccole e medie imprese), per consentire l’ottimizzazione della gestione di piccoli quantitativi di
rifiuti speciali nel rispetto dell’articolo 183 del D. Lgs. 152/2006.
Linea di Intervento 3.3.1.3 – Azioni di informazione e sensibilizzazione ambientale.
La Linea di Intervento sostiene la realizzazione di azioni sistematiche di informazione e sensibilizzazione
finalizzate ad accrescere, nella collettività (nuclei domestici, produttori e altri soggetti economici), la
consapevolezza e il senso di responsabilità rispetto ai problemi della produzione e delle smaltimento dei
rifiuti, per influenzarne i comportamenti. Nello specifico la Linea di Intervento prevede:
- la realizzazione di azioni di informazione di sensibilizzazione delle famiglie, delle imprese e delle
Amministrazioni pubbliche, finalizzate alla partecipazione, condivisa e responsabile, alle scelte ed
alla gestione del territorio e delle sue risorse e all’adozione di modelli di comportamento orientati ad
una maggiore sostenibilità ambientale;
- l’istituzione di un servizio informativo e di assistenza tecnica al quale gli imprenditori potranno
rivolgersi per ottenere informazioni relative:
- alla normativa ambientale;
- alle buone prassi realizzate;
- alle possibili applicazioni delle tecnologie più pulite per prevenire gli inquinamenti;
- ai sistemi di gestione ambientale (SGA);
- agli strumenti per la sostenibilità ambientale (analisi del ciclo di vita dei prodotti, bilanci
ambientali, contabilità ambientale, auditing ambientale, marchi di qualità ambientale, etc.);
- ai sistemi di sostegno/incentivazione per il miglioramento delle prestazioni ambientali.
Linea di Intervento 3.3.2.1 – Azioni per l’adeguamento del sistema impiantistico regionale dei rifiuti.
La Linea di Intervento sostiene la realizzazione di interventi infrastrutturali e impiantistici per adeguare e
potenziare il sistema regionale per la gestione dei rifiuti. In particolare gli interventi saranno finalizzati ad
adeguare il sistema:
- ai fabbisogni relativi al trattamento e al recupero delle frazioni merceologiche e alla produzione di
energia;
- alle disposizioni contenute nelle seguenti Direttive comunitarie emanate, al fine di ridurre gli impatti
ambientali dovuti al trattamento dei rifiuti:
- Direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento (IPPC - Integrated
Pollution Prevention and Control);
- Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche dei rifiuti;
- Direttiva 2000/76/CE sull’incenerimento dei rifiuti;
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- Direttiva 2006/12/CE.
L’adeguamento e il potenziamento del sistema impiantistico regionale sarà realizzato rispettando il
principio di prossimità130. In questo contesto in ogni ambito/bacino dovranno essere gestiti, riciclati,
recuperati e smaltiti i rifiuti prodotti attraverso impianti localizzati in prossimità dei luoghi di produzione.
In altri termini, nel rispetto del principio di autosufficienza gestionale, la dotazione impiantistica deve
garantire, tendenzialmente, la completa autosufficienza dei singoli ambiti/bacini, e ciò al fine di applicare
il principio di responsabilità nella produzione dei rifiuti (ognuno deve gestire i rifiuti che ha prodotto) ed
evitare gli impatti ambientali (inquinamento atmosferico, rumore, pressione sulla rete stradale) relativi al
trasporto.
Le eccezioni a questo principio potranno riguardare le attività e gli impianti di recupero e di riciclaggio
per i quali è necessario comunque conseguire adeguate economie di scala attraverso il trattamento di una
quantità minima di rifiuti131.
Linea di Intervento 3.3.2.2 – Azioni per sostenere la raccolta differenziata dei rifiuti.
La Linea di Intervento sostiene il potenziamento e l’ottimizzazione della raccolta differenziata attraverso
le seguenti azioni132:
- campagne informative rivolte ai cittadini per sensibilizzarli sugli obiettivi e sui vantaggi derivanti
dalla raccolta differenziata (le campagne pubblicitarie saranno integrate da analisi di scenario con
periodici aggiornamenti);
- azioni per migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi di raccolta differenziata attraverso:
- la raccolta “porta a porta” e “condominiale”;
- la riduzione della frequenza di raccolta dell’indifferenziato a favore del “separato domiciliare”
(secco-umido);
- azioni di incentivazione della raccolta differenziata tramite l’introduzione della tariffa sui rifiuti (che
sarà determinata dalle Autorità d’Ambito come previsto dall’articolo 238 del D. Lgs. n. 152/2006),
modulata sulla quantità d’indifferenziato conferito al servizio di raccolta cittadino;
- azioni di incentivazione e di sostegno alla raccolta differenziata della frazione umida presso categorie
di utenza ad elevata produzione di rifiuti (mercati, mense, ristoranti, etc.);
- azioni per la raccolta differenziata della frazione umida e verde anche attraverso la promozione e
l’incentivazione diffusa della pratica dell’autocompostaggio (o compostaggio domestico);
- azioni per la valorizzazione a fini energetici della frazione non riciclata dei rifiuti urbani, in
connessione con la Linea di Intervento 2.1.1.2;
Linea di Intervento 3.3.2.3 – Azioni per sostenere il riuso, il riciclo e il recupero dei rifiuti.
La Linea di Intervento sostiene il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti, con particolare
riferimento al reimpiego di materie prime e di prodotti ottenuti dalla raccolta differenziata, attraverso le
seguenti tipologie di azioni pubbliche:
- promozione di strumenti economici, eco-bilanci, sistemi di certificazione ambientale, analisi del ciclo
di vita dei prodotti, azioni di informazione e di sensibilizzazione dei consumatori, l'uso di sistemi di
qualità, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecologico ai fini della corretta valutazione
dell'impatto di uno specifico prodotto sull'ambiente durante l'intero ciclo di vita del prodotto
medesimo;
- adozione di misure economiche e previsione di condizioni di appalto che prescrivano l'impiego dei
materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato di tali materiali;
130 In conformità con le indicazioni del Regolamento n. 1013/2006, la cui data di applicazione decorrerà dal 12/7/2007.
131 Nel rispetto comunque della verifica del saldo ambientale dell'operazione. Infatti, se l'impianto di recupero è distante dal luogo di
produzione dei rifiuti, l'impatto ambientale ed i costi del trasporto potrebbero superare i vantaggi ambientali del recupero e rendere
irrazionale ed inefficiente il sistema.
132 La raccolta differenziata ha raggiunto nel 2006 il 12%, un risultato molto lontano dall’obiettivo stabilito dal Decreto Ronchi che
fissava al 35% il target da raggiungere al 2003, e dall’obiettivo previsto dall’articolo 205 del D. Lgs. n. 152 del 2006.
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- azioni per il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggio dei rifiuti nelle Amministrazioni pubbliche;
La Linea di Intervento sostiene, attraverso aiuti compatibili con il mercato comune ai sensi degli articoli
87 e 88 del Trattato CE, la creazione e/o il potenziamento delle filiere produttive per :
- il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggio dei rifiuti;
- ottenere materia prima secondaria dai rifiuti;
- l'utilizzazione dei rifiuti come mezzo per produrre energia.
Verrà data priorità alle iniziative che operano a livello di sistemi territoriali o filiere/distretti produttivi al
fine di sostenere le opportunità di sviluppo locale connesse con la tutela dell’ambiente e l’utilizzo
efficiente delle risorse. Le iniziative imprenditoriali dovranno prevedere l’adozione di sistemi di gestione
ambientali (SGA) e operare sulla base di piani industriali di filiera anche all’interno di reti nazionali di
settore (es. CONAI).
Linea di Intervento 3.3.2.4 – Azioni per sostenere la gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggi.
La Linea di Intervento sostiene attraverso specifiche azioni la riduzione dell’impatto sull’ambiente degli
imballaggi e dei rifiuti da imballaggio garantendo il funzionamento del mercato, in conformità alla
Direttiva 94/62/CE, come integrata e modificata dalla Direttiva 2004/12/CE.
In questo contesto la Linea di Intervento sostiene, attraverso aiuti alle imprese compatibili con il mercato
comune ai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato CE, le seguenti tipologie di azioni:
- incentivazione e promozione della prevenzione alla fonte della quantità e della pericolosità nella
fabbricazione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, soprattutto attraverso iniziative volte a
promuovere lo sviluppo di tecnologie pulite ed a ridurre a monte la produzione e l'utilizzazione degli
imballaggi, nonché a favorire la produzione di imballaggi riutilizzabili ed il loro concreto riutilizzo;
- incentivazione del riciclaggio e del recupero di materia prima, sviluppo della raccolta differenziata di
rifiuti di imballaggio e promozione di opportunità di mercato per incoraggiare l'utilizzazione dei
materiali ottenuti da imballaggi riciclati e recuperati;
Al fine di assicurare la responsabilizzazione degli operatori economici conformemente al principio «chi
inquina paga» nonché la cooperazione degli stessi secondo i principi della «responsabilità condivisa», la
Linea di Intervento sostiene specifiche azioni per:
- la promozione di forme di cooperazione tra i soggetti pubblici e privati;
- l’informazione agli utenti degli imballaggi ed in particolare ai consumatori secondo le disposizioni
del D. Lgs 19 agosto 2005, n. 195, di attuazione della Direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico
all'informazione ambientale;
- l’informazione sui sistemi di incentivazione della restituzione degli imballaggi usati e del
conferimento dei rifiuti di imballaggio in raccolta differenziata da parte del consumatore;
- le azioni delle Pubbliche amministrazioni e dei Gestori per promuovere e sostenere l'uso di materiali
ottenuti da rifiuti di imballaggio riciclati per la fabbricazione di imballaggi e altri prodotti mediante:
- il miglioramento delle condizioni di mercato per tali materiali;
- la revisione delle norme esistenti che impediscono l'uso di tali materiali.

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