venerdì 27 febbraio 2009

Por FESR 2007 - 2013 Parte 4


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1.2. Analisi dei punti di forza e di debolezza
1.2.1. Analisi SWOT Generale
SWOT GENERALE
Punti di Forza Punti di Debolezza
Assenza di vincoli fisici alla crescita delle attività economiche. Basso livello di cooperazione e tendenza all’isolamento della
regione nei confronti delle altre aree del Paese e dell’Europa.
Abbondante disponibilità di capitale umano. Elevata dipendenza dai trasferimenti pubblici esterni.
Ampia riserva di risorse immobili. Elevata disoccupazione.
Presenza del Porto di Gioia Tauro. Elevata presenza di lavoro irregolare.
Tendenza al consolidamento del sistema universitario regionale. Assenza di concentrazioni e funzioni urbane e bassa qualità
urbana.
Crescente ’orientamento alla cooperazione degli amministratori
pubblici. Diffusione di atteggiamenti ed orientamenti sociali passivi.
Tendenza alla crescita della mobilitazione collettiva per lo
sviluppo. Presenza diffusa e radicata di criminalità organizzata.
Struttura burocratica regionale inadeguata.
Opportunità Rischi
Saturazione delle aree sviluppate del Paese. Definitiva marginalizzazione della regione.
Ruolo crescente del capitale umano nello sviluppo. Diffusione di municipalismo e localismo asfittico.
Importanza delle risorse immobili da valorizzare per l’innesco di
processi di sviluppo locale. Assenza dai mercati nazionali ed internazionali.
Crescente importanza della logistica e dei flussi mercantili
internazionali.
Persistenza degli elevati livelli di regolazione pubblica
dell’economia regionale.
Crescita e sviluppo della nuova economia. Aumento dell’esclusione sociale e depauperamento del
capitale umano.
Ulteriore crescita della criminalità organizzata.
Consolidamento delle diseconomie di sistema e progressivo
scoraggiamento delle iniziative imprenditoriali e di sviluppo.
Punti di forza
La Calabria può fare riferimento ad uno stock limitato di punti di forza, sebbene connotato da una
straordinaria caratura qualitativa e da un apprezzabile “vantaggio competitivo”.
Innanzi tutto, la regione è una immensa riserva di sviluppo. Come si è analizzato in precedenza, in
Calabria lo sviluppo ha attecchito pochissimo, lambendo spazi fisici e sociali limitati. Dunque, a
differenza di molte regioni italiane che soffrono per un eccesso di sviluppo quantitativo, la Calabria ha
davanti a sé un’enorme potenzialità di crescita, sia estensiva che intensiva. Non esistono, in pratica,
vincoli fisici alla crescita delle attività economiche, mentre è migliorabile enormemente la produttività
delle risorse utilizzate.
La Calabria dispone di un potenziale lavorativo formidabile. Un esteso esercito di giovani scolarizzati e,
sovente, professionalizzati sono pronti per essere utilizzati produttivamente. Il fattore produttivo per
eccellenza, il capitale umano, è particolarmente abbondante e non conosce strozzature dal punto di vista
dell’offerta.
La regione può contare, inoltre, su un patrimonio considerevole di risorse immobili, per lo più ancora
intatte e del tutto inutilizzate. Presìdi archeologici eccellenti, boschi, parchi e riserve naturali coprono
ampie superfici del territorio regionale; il mare la bagna per oltre 700 km, mentre patrimoni culturali e
architettonici sono diffusamente presenti in regione.
Gioia Tauro è diventato il più grande hub del Mediterraneo di transhpment di containers. Grazie ad esso
la Calabria è rientrata prepotentemente nei grandi flussi intercontinentali, aprendo la regione alle relazioni
esterne e generando identità e reputazione positive.
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La Calabria, inoltre, può fare riferimento per il proprio sviluppo ad un nucleo di altri punti di forza, meno
specifici ma ugualmente importanti per attivare processi di modernizzazione civile e di crescita
economica.
La presenza di un sistema universitario regionale, territorialmente e funzionalmente articolato, è forse la
leva più importante per conseguire qualità sociale e sviluppo innovativo. Allo stesso tempo, il crescente
orientamento alla cooperazione da parte degli amministratori pubblici e la presenza sempre più diffusa di
tessuti civili disponibili alla mobilitazione per lo sviluppo rappresentano i fattori extraeconomici sui quali
è possibile poggiare la trasformazione futura.
Punti di debolezza
La Calabria è alle prese con un elevato numero di criticità sia nella sfera economica sia in quella sociale.
L’isolamento dal resto delle regioni italiane e da quelle europee è il principale punto di debolezza dal
punto di vista strettamente economico. La Calabria è ancora oggi un’area con deboli legami con il resto
del mondo, nonostante ormai la sua buona accessibilità fisica. Come si è visto, il suo grado di apertura è
esilissimo, né le tendenze di lungo periodo sembrano modificare questo deficit strutturale.
L’isolamento della regione non è tuttavia soltanto nei confronti dell’esterno, bensì è un fenomeno
evidente anche con riferimento alle relazioni infraregionali. Le istituzioni calabresi dialogano pochissimo
tra loro, sia in senso orizzontale che verticale; allo stesso modo, sono scarsamente interconnesse le
organizzazioni imprenditoriali, le associazioni civili, le singole imprese. La Calabria non ha reti di
relazioni visibili, stabili, fitte, né nel campo istituzionale, né in quello sociale, né in quello economico. Al
contrario, prevalgono l’instabilità istituzionale, la destrutturazione organizzativa, le coalizioni socioistituzionali
collusive e di breve periodo.
La regione soffre ancora di un’elevata dipendenza dai trasferimenti pubblici esterni. La spesa pubblica
allargata è il motore pressoché unico della crescita economica e della stessa mobilità sociale. Ne consegue
una asfissiante regolazione pubblica dei processi economici e un deficit assoluto di relazioni di mercato.
In particolare, la regione mostra un’accentuata asfissia della propria base produttiva, segnatamente delle
produzioni industriali esposte alla concorrenza esterna, e perdipiù in tendenziale declino.
Sul piano sociale, la gracilità dell’apparato produttivo regionale implica innanzitutto un’elevata
disoccupazione delle forze di lavoro e una diffusione patologica di lavori irregolari. Particolarmente
esposti alla disoccupazione sono le giovani generazioni, che sono costrette all’inattività, o alla
sottoccupazione precaria, per lunghissimi anni.
L’elevata dipendenza economica produce altresì aspettative e orientamenti sociali diffusi passivi, adattivi,
che non aiutano la crescita della domanda collettiva di sviluppo. Quest’ultima, infatti, è confinata in
ristretti gruppi sociali dispersi nel territorio, che non riescono ad avere impatti significativi né sulle
politiche regionali né sulle organizzazioni di rappresentanza degli interessi collettivi.
La regione è segnata nel profondo dalla presenza di organizzazioni criminali diffuse e radicate nel
territorio, che mettono a rischio diritti di proprietà e, a volte, anche gli stessi diritti alla vita democratica e
alle libertà individuali. La criminalità rappresenta un costo elevatissimo per l’economia e la società locale
perché deprime il livello di attività delle imprese, depotenzia l’intraprendenza imprenditoriale, scoraggia
gli investimenti esterni e, soprattutto, genera e alimenta aspettative socio-istituzionali negative.
Gli effetti della mancanza di significative concentrazioni urbane ha comportato una inadeguata
strutturazione delle funzioni e delle attività, soprattutto di tipo terziario, che oggi costituiscono il vero
motore economico delle città. La diffusa scarsa qualità urbana è l’esito di politiche urbanistiche sbagliate
che hanno portato a città sotto-standard, non solo per la consistenza e la qualità delle opere e degli spazi
pubblici, ma anche per l’inadeguatezza dei servizi urbani a rete, ed in particolare dei servizi di mobilità.
La struttura burocratica regionale è largamente inadeguata sotto il profilo della capacità progettuale, del
dinamismo e dell’efficienza procedurale, della competenza tecnica e professionale, della capacità di
programmazione delle risorse. Logiche di appartenenza, di autoreferenzialità, di mera cultura
dell’adempimento permeano diffusamente il ceto burocratico regionale e quello dell’insieme degli enti
locali.
Opportunità
La Calabria è obbligata a trasformare le difficoltà in opportunità, le criticità in potenzialità.
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Il suo deficit persistente di sviluppo è una grande opportunità per il futuro. Innanzitutto perché molte aree
del Paese sono ormai sature, stressate dal “troppo” sviluppo, per cui la crescita economica italiana dei
prossimi anni non può che realizzarsi soprattutto nel Mezzogiorno. In secondo luogo perché la Calabria,
proprio a ragione dell’inconsistenza dell’apparato produttivo, è una terra “vergine” dove impiantare con
meno difficoltà le nuove produzioni e le nuove organizzazioni. Inoltre, gli investimenti, pubblici e privati,
in Calabria implicheranno aumenti di produttività comparativamente più sostenuti, dal momento che
l’attuale utilizzo delle risorse è caratterizzato da un equilibrio di bassa produttività.
L’ampio bacino di manodopera inutilizzata e sottoutilizzata può costituire la leva dello sviluppo regionale
dei prossimi anni. Siamo ormai da più anni in un’epoca di scarsità di forze lavoro fresche, testimoniato
dall’ampio flusso di lavoratori immigrati che annualmente arrivano nel nostro Paese. I giovani calabresi
possono diventare il “vantaggio competitivo” rispetto ad altre regioni per attrarre investimenti esterni, ma
anche per avviare processi di sviluppo endogeno incentrati sulla qualità del capitale umano locale.
Lo stock ampio e articolato di “risorse immobili” pregiate può consentire alla Calabria di avviare processi
di sviluppo endogeno su basi solide. In particolare, le immense risorse della natura (boschi, vegetazione,
mare) e della storia (archeologia, cultura, tradizioni) e, soprattutto, le loro caratteristiche di unicità,
consentono una valorizzazione della ricchezza accumulata sia in termini di nuovi sistemi di imprese e di
nuovi lavori, sia in termini di intercettazione di flussi crescenti di turismo culturale e di qualità.
Gioia Tauro è una carta straordinaria per la Calabria. In primo luogo perché la mette al centro dei grandi
flussi mercantili tra l’Estremo Oriente e l’Occidente, che nei prossimi anni si intensificheranno
ulteriormente. In secondo, colloca la Calabria in posizione centrale nel bacino del Mediterraneo e,
dunque, dello scambio di beni e servizi che inevitabilmente è destinato ad espandersi nel prossimo futuro.
Inoltre, Gioia Tauro può diventare un importante “distretto della logistica” europeo, in grado di attrarre
investimenti industriali e operatori della distribuzione internazionali. Infine, Gioia Tauro è diventato e
ancor più potrà diventare in futuro un simbolo della Calabria moderna, efficiente, produttiva, ricostruendo
così immagine e reputazione positive sulla regione.
Il consolidamento e la maturazione del sistema universitario regionale rappresenta l’infrastruttura per
orientare lo sviluppo economico e sociale verso assetti innovativi e per incrociare tempestivamente le
opportunità della cosiddetta “nuova economia”.
Rischi
La persistenza dell’isolamento rischia di tagliare fuori definitivamente la Calabria dai circoli vitali
dell’economia e della modernizzazione sociale. A differenza del passato, anche di quello più recente, la
capacità di stare in rete, di collegarsi stabilmente con circuiti e spazi di mercato vasti, è la precondizione
decisiva per lo sviluppo dinamico. Diversamente, l’esito ineludibile sarà il localismo asfittico, la
marginalizzazione definitiva.
L’assenza di reti “corte” infraregionali implica due tipi di rischi evidenti. Da un lato, alimenta il
municipalismo senza prospettiva, il provincialismo deteriore, la chiusura sociale, la distribuzione
clientelare delle risorse finanziarie, il basso impatto della spesa pubblica. Dall’altro, impedisce
l’aggregazione delle risorse, la valorizzazione integrata delle eccellenze regionali, il conseguimento di
economie di scala e di scopo, che sono gli assetti di base per poter frequentare con successo i mercati
internazionali, extraregionali.
La dipendenza economica, soprattutto se continuerà a mantenersi su livelli quantitativi così alti,
implicherà fatalmente una diffusione della cultura dell’assistenza e della rendita di posizione, l’opposto
cioè di ciò che serve alla Calabria per imboccare la via dell’autonomia produttiva e dello sviluppo
endogeno. L’eccesso di regolazione pubblica dell’economia rischia di soffocare definitivamente le tracce
di mercato, frenando le spinte all’imprenditorialità competitiva e alle produzioni per il mercato aperto.
Livelli patologicamente così elevati della disoccupazione regionale rischiano di accentuare i problemi di
esclusione sociale, alimentando un vastissimo gruppo di lavoratori potenziali permanentemente escluso
dall’attività e dalla socializzazione lavorativa. In particolare, la sistematica e prolungata nel tempo
esclusione dal lavoro delle nuove generazioni implica un depauperamento del capitale umano e, dunque,
del potenziale globale di sviluppo regionale. D’altro canto, la diffusione del lavoro irregolare e sommerso
favorisce l’illegalità, l’occultamento di produzioni, redditi e lavoratori, con conseguenze negative sul
prelievo fiscale e contributivo, sulla sicurezza sociale e sulla stessa qualità della cittadinanza.
L’ulteriore crescita del peso e dell’estensione della criminalità organizzata comporterebbe un generale
imbarbarimento dei rapporti sociali ed economici e, dunque, un ingessamento della regione nella trappola
del sottosviluppo permanente.
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Il permanere dell’inefficienza burocratica, infine, continuerebbe a produrre diseconomie di sistema per le
attività economiche e sociali, nonché la reiterazione di logiche clientelari e subalternità progettuale,
scoraggiando dunque l’innovazione e lo sviluppo regionale.
Si riporta di seguito un approfondimento della situazione del contesto regionale con riferimento agli Assi
prioritari nonché l’analisi dei principali punti di forza e di debolezza rilevanti ai fini della successiva
determinazione degli obiettivi generali, specifici e operativi del POR Calabria FESR 2007 – 2013.
1.2.2. Analisi SWOT Settoriali/Tematiche e Territoriali
Ricerca Scientifica e Innovazione Tecnologica
Presenza, per alcune specifiche aree di ricerca, di
competenze scientifiche e tecnologiche di
eccellenza all’interno delle Università calabresi e
dei Centri di Ricerca localizzati nella regione.
Bassi livelli di investimenti in ricerca e innovazione
(pubblici e privati).
Imprese poco orientate all’innovazione.
Investimenti in ricerca e innovazione delle imprese
insignificanti (ultima regione in Italia).
Basso numero di ricercatori nelle università, nei centri
di ricerca e nelle imprese.
Basso numero di brevetti depositati presso l’EPO.
Insufficiente strutturazione del sistema regionale della
ricerca e dell’innovazione.
Difficoltà di accesso al capitale di rischio early stage
per le imprese innovative.
Punti di Forza
Presenza di alcune iniziative, anche di recente
avvio, con forti potenzialità a sostegno
dell’innovazione e della competitività del sistema
produttivo regionale (Industrial Liaison Office,
Laboratori Tecnologici, Centri di Competenza,
Distretti Tecnologici).
Non adeguata capacità di governance della Regione
per le politiche della ricerca e dell’innovazione. Punti di Debolezza
Crescente fabbisogno di risorse umane qualificate
nei processi di sviluppo.
Globalizzazione dei flussi di produzione e
diffusione delle conoscenze e del know how.
Opportunità
Rilancio della Strategia di Lisbona.
Esclusione della Calabria dai circuiti internazionali della
Ricerca e Innovazione.
Minacce
Società dell’Informazione
Disponibilità di competenze professionali adeguate
(giovani laureati nel settore dell’ICT).
Insufficiente copertura della banda larga del territorio
regionale.
Assenza della Rete Regionale della Pubblica
Amministrazione.
Bassa diffusione della banda larga delle famiglie e
nelle piccole imprese.
Bassa utilizzazione delle TIC nella PA, con
conseguente bassa efficienza amministrativa e qualità
dei servizi ai cittadini e alle imprese.
Basso utilizzo da parte delle imprese del commercio
elettronico per la vendita e l’acquisto dei prodotti.
Punti di Forza
Presenza di un nucleo di piccole imprese innovative
e competitive che operano nel settore dell’ICT
prevalentemente collocate nell’area della Valle del
Crati.
Non adeguata capacità di governance della Regione
per lo sviluppo della Società dell’Informazione.
Punti di Debolezza
Globalizzazione dei flussi di informazione e
conoscenza.
Peggioramento della qualità dei prodotti del sistema
regionale.
Opportunità
Sviluppo dell’economia della conoscenza. Minore efficienza dei servizi pubblici ai cittadini ed
alle imprese.
Minacce
Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico
Elevata percentuale di energia prodotta da fonti
rinnovabili (29,7%).
Basso livello di efficienza del servizio elettrico.
Punti di
Forza
Significativo potenziale di fonti rinnovabili naturali
per la produzione di energia.
Bassa percentuale di popolazione servita dalla rete del
gas metano (75,9% con 20% in meno della media
nazionale).
Punti di
Debolezza
Opportunità
Crescente attenzione ai temi dell’efficienza e del
risparmio energetico.
Dipendenza tecnologica dai mercati esterni.
Minacce
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Risorse Idriche
Non completamento degli affidamenti ai Soggetti
Gestori del Servizio Idrico Integrato degli ATO.
Scarsa qualità dell’acqua ad uso idropotabile (elevata
salinità) in alcune situazioni in cui la risorsa viene
prelevata da pozzi con sovraemungimento delle falde.
Carenza di serbatoi di accumulo per fare fronte ai
picchi di domanda con conseguenti disservizi per gli
utenti.
Basso livello di utilizzazione di acque non
convenzionali (acque reflue depurate).
Elevate perdite nelle reti di adduzione e trasporto extra
urbano e nelle reti di distribuzione (56%).
Elevata percentuale di famiglie che denunciano
irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua
(35,5% contro il 13,8% a livello nazionale).
Non completa copertura del sistema fognario (90,7%
della popolazione residente).
Tratti di rete fognaria con gravi carenze ed
insufficienze.
Presenza elevata di reti fognarie di tipo “misto” (acque
bianche e nere: 41,9% del totale).
Inadeguatezza degli impianti di depurazione sia
strutturale (volumetria) che impiantistica
(apparecchiature elettromeccaniche).
Potenzialità degli impianti di depurazione attivi non
sufficienti a trattare il carico inquinante (41,9% della
popolazione residente è servita da impianti di
depurazione).
Percentuale della superficie irrigabile effettivamente
irrigata molto bassa (33%).
Deterioramento delle opere di presa dei sistemi irrigui
con conseguente minore disponibilità delle risorse
idriche derivabili.
Punti di Forza
Buona disponibilità della risorsa acqua.
Vetustà delle reti di adduzione e distribuzione.
Punti di Debolezza
Opportunità
Riduzione della disponibilità per uso potabile.
Minacce
Difesa del Suolo, Tutela delle Coste e Prevenzione dei Rischi Naturali
Elevato rischio di alluvioni.
Elevato rischio di frane (268 Comuni con almeno
un’area a rischio molto elevato R4) che spesso
interessano zone densamente urbanizzate.
Elevato rischio idraulico di esondazione.
Punti di Forza
Miglioramento della capacità della Protezione
Civile regionale di prevedere e preannunciare eventi
calamitosi.
Livello elevato di erosione delle coste (25 aree con
erosione maggiore di 100 m negli ultimi 50 anni; 28
abitati a rischio).
Punti di Debolezza
Opportunità
Miglioramento tecnologico dei sistemi di
monitoraggio e rilevamento.
Amplificazione degli impatti negativi di eventi
calamitosi a causa della scarsa capacità organizzativa
delle strutture preposte
Minacce
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Gestione dei Rifiuti
Elevata dispersione della popolazione residente in
piccoli comuni (il 14% della popolazione residente è
distribuita in 225 Comuni con meno di 2.500 abitanti).
Elevata variabilità della produzione dei rifiuti nelle
zone a vocazione turistica.
Assenza di una Legge regionale per l’organizzazione
del sistema di gestione dei rifiuti.
Bassa percentuale di rifiuti urbani oggetto di raccolta
differenziata a causa della carenza di impianti e servizi
(12% nel 2006 contro il 24,3% della media nazionale).
Punti di Forza
Produzione di rifiuti pro-capite inferiore alla media
nazionale e UE.
Elevata quota di rifiuti urbani che confluisce in
discarica a causa del mancato completamento del
sistema impiantistico regionale (8 discariche in cui i
rifiuti vengono conferiti tal quali).
Punti di Debolezza
La crescente sensibilità della popolazione nei
confronti dell’inquinamento ambientale.
Opportunità
Miglioramento delle tecnologie disponibili per il
trattamento dei rifiuti.
Diffusione di sostanze nocive nell’ambiente
circostante i siti inquinati.
Minacce
Bonifica dei Siti Inquinati
Elevata superficie e numero di siti inquinati ancora da
bonificare con percentuale elevata dei siti ad alto
rischio.
Presenza di numerosi siti inquinati a basso rischio
localizzati negli alvei di torrenti e fiumare che
ostacolano il regolare deflusso delle acque.
Punti di Forza
Presenza di alcuni siti inquinati da bonificare
interessati da criticità di natura socio-sanitaria ed
ambientale (es. Crotone – Area Ex Pertusola).
Punti di Debolezza
Diffusione di sistemi di controllo tecnologicamente
avanzati.
Opportunità
Valorizzazione ambientale ed economica delle aree
bonificate.
Diffusione di sostanze nocive nell’ambiente
circostante i siti inquinati.
Minacce
Sistemi di Monitoraggio Ambientale
Presenza di laboratori per il controllo ambientale
dotati dei mezzi (sia fissi che mobili), delle
attrezzature e delle strumentazioni (anche
complesse) adatte allo scopo e rispondenti alle
norme europee sugli standard di qualità e alle
normative di sicurezza vigenti.
Rete di monitoraggio dei principali parametri
ambientali ancora insufficiente.
Buona qualità dell’aria e tendenza alla riduzione di
produzione di CO2 in linea con gli obiettivi del
Protocollo di Kioto.
Inquinamento dell’aria derivante principalmente dal
sistema di trasporto stradale.
Presenza nel territorio regionale di numerose
stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria.
Assenza di un. unica rete Regionale di Monitoraggio
della qualità dell’aria.
Assenza di fenomeni di degrado della qualità
chimico-fisica e biologica dei corsi d’acqua (ad
eccezione dei fiumi Mesima, Angitola, Abatemarco
e Raganello).
Assenza di un data–base relativo ai dati sulle sorgenti
di emissioni, puntiformi e diffuse, per categoria di
sorgente.
Punti di Forza
Elevata quota di coste non balneabili per
inquinamento (7,9%).
Punti di Debolezza
Consolidamento del ruolo delle ARPA.
Amplificazione degli impatti negativi delle
problematiche ambientali a causa dell’inadeguatezza
del sistema a fornire tempestive informazioni e
valutazioni.
Crescente attenzione ai fenomeni di inquinamento
atmosferico. Peggioramento globale della qualità dell’aria.
Riduzione della disponibilità per uso potabile. Opportunità
Domanda crescente di una migliore qualità della
vita. Perdita di competitività e attrazione del settore turistico
regionale.
Minacce
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Istruzione
Incremento della popolazione con livelli di istruzione
secondaria superiore in linea con la media europea
ma ancora distanti dal target di Lisbona.
Elevata inadeguatezza degli edifici scolastici.
Riduzione costante del tasso di abbandono scolastico,
inferiore alla media nazionale, ma ancora distante dal
target di Lisbona.
Bassa accessibilità e fruibilità dei servizi scolastici.
Tasso di iscrizione alle università superiore di 10
punti percentuali alla media nazionale.
Basso livello delle competenze di base dei giovani
studenti (Indagine PISA 2003).
Bassa incidenza dei laureati in discipline scientifiche e
tecnologiche.
Punti di Forza
Presenza di un sistema universitario regionale
diffuso sul territorio con una offerta formativa
sufficientemente ampia e in continua evoluzione. Difficoltà dei giovani con alti livelli di istruzione ad
inserirsi nel mercato del lavoro.
Punti di Debolezza
Processi di sviluppo incentrati su un elevato
fabbisogno di risorse umane qualificate
Opportunità
Rilancio della Strategia di Lisbona.
Accentuazione dei divari nei livelli di competenze di
base tra giovani calabresi e contesto europeo ed
internazionale.
Minacce
Inclusione Sociale
Elevata quota di famiglie che vivono sotto la soglia di
povertà (26% a fronte del 13% nazionale).
Elevata quota di disoccupazione di lunga durata
(58,7% delle persone in cerca di occupazione).
Bassa dotazione di infrastrutture sociali (64,4% della
media nazionale).
Bassa dotazione di infrastrutture sanitarie (73,8% della
media nazionale).
Insufficiente capacità di governance delle politiche
sociali da parte delle Amministrazioni Pubbliche.
Insufficiente livello di coordinamento delle
organizzazioni del terzo settore che operano nel campo
dei servizi sociali.
Scarsa innovazione nella tipologia dei servizi di
protezione sociale, di cura e di conciliazione proposti.
Servizi sanitari non adeguatamente organizzati con
conseguenti impatti negativi sulla qualità e sui costi
per la collettività.
Bassa percentuale di anziani che ricevono assistenza
domiciliare integrata (1,2% contro il 2,8% nazionale).
Bassa percentuale di bambini in età tra zero e tre anni
che hanno usufruito del servizio di asilo nido sul totale
della popolazione in età tra zero e tre anni(1,2% a
fronte del 3,4% del Mezzogiorno e 9,1% nazionale).
Punti di Forza
Buona e diffusa presenza di organizzazioni del terzo
settore.
Insufficiente disponibilità di operatori (es. fisioterapisti
o figure equipollenti).
Punti di Debolezza
Crescente importanza dell’economia sociale.
Aumento della quota di popolazione a rischio di
esclusione sociale (anziani, giovani, handicappati,
immigrati, ecc.).
Ulteriore diffusione dei fenomeni di criminalità, in
particolare giovanile.
Opportunità
Espansione della domanda di servizi sociali.
Indebolimento della stabilità delle strutture familiari.
Minacce
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Sicurezza e Legalità
Incremento della presenza delle Istituzioni sul
territorio e maggiore livello di cooperazione sulle
tematiche della sicurezza e della legalità.
Bassa percentuale delle famiglie che avvertono
disagio al rischio di criminalità).
Basso indice di criminalità violenta (12,2% a fronte
del 17,0% del Mezzogiorno e del 13,9% nazionale).
Crescente presenza della società civile nella
diffusione della cultura della legalità.
Presenza di nuove associazioni promosse da
operatori economici al fine di organizzare forme di
resistenza al racket delle estorsioni.
Punti di Forza
Costituzione del Fondo Regionale per la
Prevenzione dei Fenomeni dell’Usura e del Racket.
Elevati indici di criminalità organizzata in alcune aree
critiche della regione.
Punti di Debolezza
Maggiore conoscenza dei fenomeni malavitosi. Persistenza dell’immagine negativa della regione a
livello internazionale.
Crescente attenzione delle istituzioni nazionali nei
confronti della questione Calabria.
Aumento della sfiducia nel cambiamento da parte delle
popolazioni regionali.
Opportunità
Ulteriore perdita del controllo del territorio da parte
delle istituzioni.
Minacce
Risorse Naturali e Biodiversità
Elevata dotazione di risorse naturali e biodiversità
(31,9% del territorio coperto da boschi).
Elevato numero di incendi boschivi (seconda regione
in Italia dopo la Sardegna).
Non adeguato livello di tutela e valorizzazione delle
risorse naturali e delle biodiversità.
Punti di Forza
Elevata presenza di aree protette sul territorio
regionale (9% dell’intero territorio nazionale). Insufficiente livello di governance e di pianificazione
dell’Amministrazione regionale.
Punti di
Debolezza
Opportunità
Crescente attenzione alla creazione di condizioni
per lo sviluppo sostenibile.
Degrado ambientale con perdita di competitività, in
particolare del settore turistico.
Minacce
Paesaggio
Presenza di significativi caratteri di specificità dei
contesti e del paesaggio calabrese.
Elevato grado di trasformazione e compromissione dei
paesaggio.
Punti di Forza
Utilizzo delle identità paesaggistiche anche come
base per lo sviluppo di attività economiche
connesse (turismo sostenibile).
Elevato livello di degrado e uso improprio del
patrimonio paesaggistico regionale.
Punti di
Debolezza
Opportunità
Crescente attenzione alla creazione di condizioni
per lo sviluppo sostenibile.
Accentuazione dei livelli di degrado ambientale con
perdita irreversibile di risorse paesaggistiche con
impatti negativi sul settore turistico regionale.
Minacce
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Risorse Culturali
Presenza di un sistema di aree archeologiche di
assoluta rilevanza nazionale e internazionale.
Patrimonio culturale regionale non ancora messo a
sistema all’interno di Poli e Reti Culturali territoriali o
tematici.
Presenza di un insieme di centri storici di
eccellenza.
Sistemi di gestione dei contenitori culturali (musei,
biblioteche, etc.) non sempre adeguati.
Presenza del Museo di Reggio Calabria che può
costituire un “Grande Attrattore Culturale”
localizzato al centro dell’Area dello Stretto.
Basso livello di attivazione delle opportunità
imprenditoriali collegate alla filiera dei servizi per la
tutela e la valorizzazione dei beni culturali.
Presenza di un sistema di beni culturali (castelli,
torri costiere, fortezze, etc.) riferibili al periodo
della dominazione borbonica in Calabria che
possono essere adeguatamente valorizzati.
Non adeguata promozione a livello nazionale ed
internazionale del patrimonio culturale regionale
(azioni di promozione poco innovative e con target
locali e scarsa integrazione con la programmazione
degli eventi culturali).
Presenza di risorse culturali identitarie distribuite
sul territorio (minoranze linguistiche, tradizioni
locali, etc.).
Presenza di un patrimonio bibliotecario e
archivistico di grande valore.
Punti di Forza
Avvio del Distretto Tecnologico per la Tutela e la
Valorizzazione dei Beni Culturali.
Non adeguata programmazione e pianificazione
strategica delle azioni per la tutela e la valorizzazione
del patrimonio culturale regionale (es. Piano Regionale
dei Musei, etc.).
Punti di Debolezza
Aumento della domanda del ‘prodotto’ cultura. Degrado del patrimonio storico e culturale.
Opportunità
Ampi margini di valorizzazione economica del
patrimonio culturale esistente.
Perdita di risorse identitarie della popolazione. Minacce
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Turismo Sostenibile
Presenza di risorse naturali (coste, aree protette) e
culturali di grande qualità.
Elevata stagionalità delle presenze turistiche che si
concentrano in pochi mesi dell’anno (nei tre mesi
estivi).
Presenza di alcuni sistemi turistici locali in grado di
competere sul mercato nazionale e internazionale.
Offerta turistica centrata quasi esclusivamente sul
turismo balneare (80% dei turisti stranieri e di altre
regioni italiane).
Presenza di centri storici e borghi delle aree interne
di grande attrattività.
Elevata concentrazione spaziale delle presenze
turistiche nelle aree costiere con conseguente impatto
ambientale.
Bassa percentuale di presenze straniere (13,3% a
fronte del 33% nazionale) e di altre regioni italiane
(36,0% a fronte del 41,3% nazionale).
Basso livello medio di spesa giornaliera del turista (58
euro/giorno per i turisti stranieri, 48 euro/giorno per i
turisti delle altre regioni italiane).
Basso livello medio della qualità delle strutture
ricettive (alberghiere ed extra alberghiere) e dei servizi
complementari.
Mancata individuazione e/o valorizzazione di grandi
attrattori nei sistemi turistici locali.
Inadeguata utilizzazione e valorizzazione a fini
turistici del patrimonio architettonico disponibile
all’interno dei centri storici e nei borghi delle aree
interne e degli insediamenti di archeologia industriale
e militare.
Elevata presenza di offerta turistica sommersa
(seconde case) con circa 2 milioni di presenze annue.
Non adeguata valorizzazione delle opportunità offerte
dai nuovi mercati turistici legati al patrimonio
ambientale e culturale locale.
Non adeguata organizzazione e strutturazione
dell’offerta turistica in prodotti per target specifici di
visitatori (pacchetti di offerta turistica).
Bassa presenza di offerta ricettiva nei centri storici e
nelle aree interne (alberghi diffusi, sistemi di bed &
breakfast, etc.).
Scarsa integrazione tra offerta turistica in senso
proprio (ricettività ristorazione) e servizi per la
fruizione del patrimonio ambientale e culturale locale
(mancata attivazione dei Sistemi Turistici Locali).
Bassa integrazione del comparto turistico con gli altri
comparti produttivi regionali (artigianato,
agroalimentari) con conseguente bassa spesa turistica
pro-capite.
Elevata incidenza dei costi di trasporto sul totale dei
costi del pacchetti di offerta turistica.
Presenza di tratti di costa inquinati a causa del cattivo
funzionamento dei depuratori.
Immagine negativa della Calabria comunicata sui
media nazionali e internazionali.
Punti di Forza
Caratteristiche morfologiche di alcune aree della
regione che permettono di passare rapidamente
dalla costa alle aree interne (incluse le aree di
montagna).
Non adeguata programmazione e pianificazione
strategica del comparto (assenza di un Piano Regionale
per lo Sviluppo del Turismo Sostenibile, assenza di un
Piano di Marketing Strategico per la Promozione
dell’Offerta Turistica Regionale.
Punti di Debolezza
Opportunità
Elevata crescita della domanda turistica
internazionale.
Esclusione della Calabria dai circuiti turistici
internazionali.
Minacce
69/396
Sistema Regionale dei Trasporti
Assenza di un quadro organico e articolato della
domanda di mobilità delle persone e delle merci a
livello regionale.
Mancanza di integrazione e coordinamento tra le
diverse modalità di trasporto (intermodalità merci;
trasporto ferro-gomma; viabilità primaria e viabilità
secondaria; ecc.).
Inadeguatezza degli strumenti di pianificazione e
gestione del sistema regionale di trasporti.
Punti di Forza
Presenza di centri di ricerca specializzati nel settore
dei trasporti.
Assenza di efficaci strutture di monitoraggio e governo
del sistema dei trasporti regionale.
Punti di Debolezza
Opportunità
Crescente consapevolezza da parte delle istituzioni
pubbliche degli enormi costi derivanti da un sistema
di trasporto inefficiente.
Inadeguatezza delle scelte in risposta al crescente
fabbisogno di servizi di trasporto.
Minacce
Rete Stradale
Ammodernamento in corso dell’Autostrada A3 –
Salerno Reggio Calabria.
Ritardi nell’ammodernamento dell’Autostrada A3 –
Salerno Reggio Calabria.
Ammodernamento in corso della SS 106 Jonica.
Assenza di un piano di finanziamento organico e
completo per la modernizzazione della Statale Jonica
106.
Sistema delle Trasversali Tirreno – Jonio ancora
incompleto e non adeguato alla domanda di servizi di
trasporto.
Criticità di alcune tratti delle rete stradale in
corrispondenza dei nodi urbani (es. circonvallazione di
Reggio Calabria, area direzionale di Germaneto, etc.).
Strade statali con sezioni viarie modeste e
disomogenee.
Rete stradale minore con carenze strutturali diffuse e
inadeguate rispetto agli standard.
Punti di Forza
Realizzazione in corso della Trasversale delle Serre.
Inconsistenza e degrado delle reti viarie al servizio
delle aree interne (collinari e montane).
Punti di Debolezza
Rinnovata attenzione alle sponde Sud ed Est del
Mediterraneo (rapporti sociali ed economici).
Lo sviluppo del corridoio balcanico fra Nord Europa e
Mediterraneo Orientale escludendo il Mezzogiorno.
Riproposizione di itinerari del trasporto sulla
direttrice Meridione-Balcani-Est Europa.
Opportunità
Tendenza crescente a utilizzare Gioia Tauro da
parte delle regioni del Centro Sud (Lazio,
Campania, Puglia, Sicilia).
Esclusione della Calabria dai flussi di trasporto
internazionale.
Minacce
Rete Ferroviaria
Assenza dell’Alta Velocità/Alta Capacità e di apparati
di controllo della circolazione (ERTMS) nella tratta
calabrese della rete ferroviaria tirrenica del Corridoio 1
– Berlino Palermo.
Rete ferroviaria jonica obsoleta e non adeguata per
livelli di servizio.
Reti ferroviarie trasversali (Paola – Sibari e Lamezia –
Catanzaro) con modesti livelli di servizio.
Punti di Forza
Rete ferroviaria tirrenica interamente compresa nel
Corridoio 1 – Berlino Palermo.
Basso livello del servizio di mobilità offerto sia in
termini di frequenze di esercizio che di velocità
commerciale.
Punti di Debolezza
Insufficienti investimenti nel sistema ferroviario del
Mezzogiorno.
Opportunità
Realizzazione della rete dell’Alta Velocità.
Ulteriore abbassamento del livello quali/quantitativo
del servizio di trasporto ferroviario.
Minacce
70/396
Porti
Presenza dell’Hub Portuale di Gioia Tauro.
Punti di
Forza
Presenza di altri porti passeggeri e merci con grandi
potenzialità non sfruttate (Reggio Calabria, Villa
San Giovanni, Vibo Valentia, Crotone, Corigliano).
Scarsa valorizzazione delle potenzialità dei porti
calabresi e dei servizi di navigazione in generale.
Punti di
Debolezza
Dinamica espansiva del trasporto marittimo
mercantile nel Mediterraneo.
Aumento della concorrenza dei nodi di transhipment
nel bacino mediterraneo anche a seguito
dell’affermarsi di nuove realtà portuali.
Tendenza crescente a inoltrare merci attraverso
Gioia Tauro da parte delle regioni del centro-sud
(Lazio, Campania, Puglia, Sicilia).
Opportunità
Realizzazione della rete ferroviaria ad alta capacità.
Inadeguatezza dell’offerta di servizi di trasporto
marittimo con conseguente aumento dei fenomeni di
congestione nell’Area dello Stretto
Minacce
Aeroporti
Mancata valorizzazione dei vantaggi derivanti dalla
posizione strategica della Calabria al centro del
Mediterraneo.
Assenza di una strategia di cooperazione e
integrazione tra i tre aeroporti regionali.
Scarsità di collegamenti regolari con scali nazionali ed
europei.
Tariffe particolarmente elevate e bassa frequenza dei
voli.
Punti di Forza
Presenza nella regione di tre aeroporti, con
potenzialità di crescita significative per quanto
attiene i flussi di passeggeri e merci, che negli
ultimi anni sono stati potenziati in termini di
infrastrutture e servizi (air side e land side).
Non adeguato collegamento degli aeroporti con gli
altri nodi primari del sistema regionale (rete
ferroviaria, porti).
Punti di Debolezza
Fenomeni di congestione degli aeroporti siciliani
soprattutto in periodi di alta stagione turistica e
assenza di scali aeroportuali in Basilicata.
Esclusione degli scali regionali dalle principali rotte
europee ed internazionali.
Crescente domanda di scali da parte di compagnie
low cost.
Opportunità
Ampi margini di crescita della domanda turistica
internazionale a favore della regione.
Assenza di un sistema aeroportuale regionale.
Minacce
Trasporto Merci e Logistica
Posizione geografica vantaggiosa per la centralità
della regione nel Mediterraneo ed espansione in atto
del trasporto marittimo delle merci, che vede nel
Mediterraneo un bacino privilegiato.
Assenza di una strategia regionale per il trasporto
merci e la logistica.
Posizione leader dell’Hub Portuale di Gioia Tauro.
Mancata affermazione di attività industriali e servizi
logistici nei nodi strategici di Gioa Tauro Lamezia
Terme, Corigliano, Crotone.
Presenza di altri porti con grandi potenzialità non
sfruttate (Vibo Valentia, Crotone, Corigliano).
Assenza di piattaforme logistiche di secondo livello
(es. autoporti).
Punti di Forza
Dinamicità di molti operatori del settore. Mancanza di strumenti di regolamentazione e controllo
della mobilità delle merci pericolose.
Punti di Debolezza
Dinamica espansiva del trasporto marittimo
mercantile nel Mediterraneo.
Lo sviluppo del corridoio balcanico fra Nord Europa e
Mediterraneo Orientale.
Tendenza crescente a inoltrare merci attraverso
Gioia Tauro da parte delle regioni del centro-sud
(Lazio, Campania, Puglia, Sicilia).
Crescente competitività di aziende straniere ed
extraregionali nel comparto dell’autotrasporto e del
trasporto marittimo.
Aumento del gap di competenze in tema di trasporti
rispetto ad altre regioni che stanno rafforzando i poli
didattici ed i centri di conoscenza.
Opportunità
Produzione di nuova generazione di naviglio veloce
da parte dell’industria di settore.
Tendenza all’aumento degli oneri di trasporto e
trattamento delle merci da e per la Calabria costi
crescenti.
Minacce
71/396
Trasporto Pubblico
Offerta di servizi di trasporto pubblico nelle aree
urbane non adeguata con conseguenti fenomeni di
congestione e inquinamento.
Bassa presenza di servizi di trasporto urbano in sede
propria o a basso impatto ambientale.
Deficit di infrastrutture per la sosta, di servizi pubblici
ecologici, di tecnologie ICT per il controllo della
circolazione in ambito urbano.
Punti di Forza
Non adeguati servizi di trasporto passeggeri a servizio
dell’integrazione dell’area metropolitana dell’Area
dello Stretto (area con 430.000 abitanti).
Punti di Debolezza
Crescente offerta di soluzioni tecnologiche
accessibili in termini di costo per sistemi di
trasporto urbano a basso impatto ambientale.
Opportunità
Elevato costo del trasporto motorizzato privato.
Aumento dei livelli di inquinamento ambientale e di
congestione del traffico nelle aree urbane.
Minacce
Sistemi Produttivi
Presenza di microsistemi e filiere produttive
(metalmeccanica, agrindustria) con discreta
propensione all’export e buone potenzialità di
sviluppo.
Gracilità e frammentazione del sistema produttivo, che
limita drasticamente qualità e quantità degli
investimenti e dei processi di crescita aziendale.
Discreta vivacità imprenditoriale, testimoniata da un
tasso di natalità delle imprese mediamente più alto
di quello meridionale e nazionale.
Bassa propensione alla cooperazione tra imprese.
Presenza dell’hub portuale di Gioia Tauro.
Basso livello quali-quantitativo di infrastrutture
materiali ed immateriali e servizi per il sistema
produttivo.
Basso livello di apertura internazionale (import ed
export coprono complessivamente appena il 2,9% del
PIL regionale) ed accentuazione del grado di
dipendenza della regione (il saldo commerciale nel
2005 è pesantemente negativo).
Limitata integrazione tra il sistema imprenditoriale e il
sistema della ricerca e della formazione.
Scarso peso dell’industria manifatturiera, che
contribuisce ad appena il 9,3% del valore aggiunto
complessivo (20,8% in Italia), peraltro incentrata su
attività produttive tradizionali, sensibili alla
concorrenza internazionale, soprattutto da parte dei
paesi asiatici di nuova industrializzazione, e orientate
alla domanda locale (alimentare, edilizia, commercio).
Scarsissima capacità di attrazione di investimenti
esteri: i flussi di IDE sul PIL nel periodo 2000-2004
sono mediamente lo 0,02% (0,9% in Italia).
Difficile accesso al credito da parte del sistema
produttivo, con tassi di interesse sensibilmente più alti
di quelli meridionali e nazionali.
Punti di Forza
Presenza di capitale umano qualificato.
Inadeguatezza della PA di programmare e attuare
politiche per la competitività dei territori e delle
imprese, con evidenti deficit per quanto riguarda la
messa a regime di un efficace ed efficiente sistema di
incentivazione a sostegno delle imprese.
Punti di Debolezza
Aumento degli scambi commerciali internazionali.
Aumento della concorrenza internazionale, soprattutto
da parte dei paesi asiatici di nuova industrializzazione
e dei paesi dell’est-europeo.
Allargamento dell’UE ai paesi dell’est.
Ulteriore perdita di competitività del sistema
economico regionale a causa del persistere di livelli di
innovazione estremamente bassi.
Opportunità
Tendenza crescente all’integrazione economica con
i Paesi del Sud del Mediterraneo.
Chiusura localistica dell’economia e crescita della
dipendenza.
Minacce
72/396
Città e Aree Urbane
Specificità delle vocazioni di alcune delle principali
città e aree urbane calabresi legate alla
localizzazione e alle funzioni specifiche che esse
stanno assumendo a livello regionale e in
riferimento ai territori di riferimento.
- Mancanza di significative
concentrazioni urbane che porta a
situazioni di frammentazione e di
disaggregazione.
Presenza all’interno delle città e delle aree urbane di
beni culturali di rilevante valore (centri storici,
edifici di pregio architettonico, aree archeologiche,
musei, teatri, strutture di archeologia industriale,
castelli, etc.).
Basso livello di concentrazione e strutturazione di
attività e funzioni complesse e di rango superiore nelle
città.
Buona accessibilità esterna delle principali città e
aree urbane della Calabria (aeroporti, nodi ferroviari
e autostradali, porti).
Diffuso degrado della qualità urbana causata
dall’espansione incontrollata degli insediamenti e dal
progressivo abbandono dei centri minori.
Presenza all’interno delle principali città delle tre
università calabresi e di importanti centri di ricerca.
Elevata presenza di situazioni di abusivismo edilizio
soprattutto nelle periferie urbane e periurbane.
Presenza nelle città e nelle aree urbane di importanti
aree (ex. aree occupate da impianti industriali
dismessi, da infrastrutture pubbliche non più attive,
etc.), disponibili per la localizzazione di nuove
strutture e funzioni urbane strategiche.
Scarsa integrazione funzionale tra le città, le aree
urbane e i territori di riferimento in materia di
infrastrutture e servizi per migliorare l’attrattività del
territorio e la qualità dei servizi alle imprese.
Inadeguati sistemi di mobilità sostenibili per le
persone e per le merci nelle città, nelle aree urbane e
tra queste e il sistema territoriale di riferimento.
Sistemi di welfare urbano non adeguati alle nuove
domande di servizi della popolazione delle città, delle
aree urbane e dei territori di riferimento.
Inadeguato coinvolgimento dei capitali privati
nell’attuazione delle politiche urbane (Partenariati
Pubblico-Privati).
Basso livello di innovazione del settore edilizio con
imprese di piccole dimensioni e poco specializzate
soprattutto nel settore del recupero.
Punti di Forza
Sperimentazioni nelle principali città di azioni
innovative nel campo delle politiche urbane
attraverso l’Iniziativa Comunitaria Urban.
Bassa capacità delle Amministrazioni Comunali di
analizzare, progettare, attuare e valutare politiche
urbane innovative e integrate.
Punti di Debolezza
Significativo aumento delle disponibilità
tecnologiche per il collegamento funzionale ed
operativo dei centri urbani.
Perpetuazione della visione della città come luogo di
elezione di funzioni amministrative.
Accentuazione della tendenza all’autoreferenzialità dei
capoluoghi.
Opportunità
Consistente numero di casi di successo a livello
nazionale ed internazionale cui fare riferimento per
esperienze di cooperazione. Innalzamento dei livelli di disagio sociale.
Minacce
Sistemi Territoriali
Presenza all’interno dei sistemi territoriali di beni
culturali di rilevante valore (centri storici, edifici di
pregio architettonico, aree archeologiche, musei,
teatri, strutture di archeologia industriale, castelli,
etc.).
Elevata presenza dell’abusivismo edilizio soprattutto
nelle fasce costiere, spesso in ambiti di pregio dal
punto di vista naturalistico e paesaggistico, e nelle
poche aree pianeggianti.
Presenza all’interno di numerose strutture pubbliche
recuperate con finanziamenti regionali, nazionali e
comunitari attualmente inutilizzate o sottoutilizzate.
Immobilizzazione improduttiva di ingenti risorse
finanziarie, resa evidente dal bassissimo indice di
utilizzazione del patrimonio edilizio (soprattutto sulle
coste).
Abbandono e degrado materiale di molti centri minori
e dei centri storici.
Scarsa attenzione all’integrazione alla scala
intercomunale dei servizi per la qualità della vita e per
l’attrattività territoriale.
Inadeguata accessibilità, anche attraverso servizi
pubblici di trasporto locale, delle aree interne e
marginali della regione.
Punti di Forza
Buona capacità e attitudine delle Comunità Locali
(Istituzioni, Imprese, Cittadini) a definire e attuare
politiche, piani e progetti di sviluppo locale.
Inadeguatezza delle politiche urbanistiche comunali.
Punti di Debolezza
Valorizzazione del patrimonio immobiliare. Accentuazione dei fenomeni di spopolamento delle
aree interne.
Sensibile riduzione del valore del patrimonio
immobiliare inutilizzato.
Opportunità
Crescente attenzione ai temi della conservazione e
recupero dei luoghi e delle identità storiche e
culturali locali. Aumento degli squilibri fra aree interne e aree
costiere/urbane.
Minacce
73/396
Assistenza Tecnica
Definizione di un processo di riorganizzazione e di
decentramento delle funzioni e delle competenze in
favore delle Amministrazioni provinciali e locali.
Incompleta attuazione del principio di separazione ai
sensi del Decreto Legislativo N.165/2001 tra funzioni
di indirizzo riservate all’organo politico e funzioni di
gestione di competenza degli organi amministrativi.
Accresciuto raccordo con il partenariato economico,
sociale e istituzionale.
Insufficiente attenzione all’applicazione di criteri
meritocratici nel reclutamento del personale con
particolare riferimento ai vertici amministrativi.
Miglioramento della capacità di raccordo tra
Amministrazione regionale e Amministrazioni
nazionali nei settori oggetto di competenze
condivise.
Insufficiente implementazione di modelli di
definizione degli obiettivi, di controllo di gestione e di
valutazione delle competenze professionali e dei
risultati.
Accresciuta consapevolezza della necessità di
acquisire competenze specialistiche per la gestione
delle politiche pubbliche.
Incompleta definizione di una policy finalizzata alla
creazione di un network con le Amministrazioni
provinciali e locali finalizzata alla gestione delle
risorse aggiuntive.
Accresciuta consapevolezza della necessità di
rafforzare i sistemi di controllo sull’attuazione dei
programmi e dei progetti.
Inadeguata capacità di definizione di piani e
programmi, generali e settoriali.
Scarso capacità di far ricorso agli strumenti di
valutazione ex ante dei progetti (es. SDF).
Inadeguata capacità tecnico-progettuale locale.
Mancata internalizzazione della valutazione all’interno
dei processi ordinari dell’Amministrazione.
Scarsa produzione ed inadeguata valorizzazione della
conoscenza delle dinamiche sociali, economiche e
territoriali regionali.
Punti di Forza
Accresciuta capacità di governance delle politiche
per le pari opportunità di genere.
Mancata internalizzazione del mainstreaming di genere
nei processi ordinari dell’Amministrazione ed
inadeguatezza del presidio amministrativo di pari
opportunità.
Punti di Debolezza
Tendenza alla maggiore responsabilizzazione del
contesto politico, istituzionale, sociale e culturale
nei processi di sviluppo.
Inefficacia delle politiche di sviluppo.
Ampliamento del ruolo del capitale sociale nello
sviluppo.
Perpetuarsi del meccanismo di sviluppo dipendente
dalle risorse pubbliche.
Opportunità
Crescita della cultura della cooperazione tra gli
Amministratori pubblici locali, e tra gli attori
economici e sociali.
Depauperamento del capitale sociale e del capitale
umano accumulatosi in regione.
Minacce

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